rotate-mobile
La consegna

“La Pirèina” ha più di cento anni ed è il cuore pulsante della borgata “di giad”

Tra le nuove botteghe storiche entra anche la “Pirèina” di via Borghetto, locale che rappresenta la storia popolare della nostra città, sempre gestita dalla famiglia Giacobbi

Nell’albo delle “botteghe storiche” di Piacenza è arrivata l’iscrizione anche per la Trattoria “La Pirèina” di via Borghetto, e ci mancherebbe altro, visto che da oltre cent’anni (è del 1907!) questo locale è il centro, il “cuore pulsante” della borgata “di giӓd”, così chiamati a causa, pare, del colore giallognolo che caratterizzava il viso di molti suoi abitanti. Infatti sembra fossero colpiti, più che quelli residenti in altre borgate d’entro mura, durante le penurie alimentari, dalla pellagra, una malattia derivata da una grave penuria di vitamine tipica per chi si cibava quasi esclusivamente di polenta.

Per fortuna in tempi più vicini a noi le carestie non furono così frequenti; a due passi c’era il Po e all’interno di ogni casa, anche la più umile, si coltivava un pezzetto d’orto; insomma ci si arrangiava e si poteva contare sulla reciproca solidarietà. Da ciò il detto: “par la sal a gh’è i visèi”; tuttavia, anche in Borghetto, come del resto in molte altre borgate, molti faticavano a combinare pranzo e cena.

Borghetto, la lunga via che si snoda in un sinuoso percorso all’incrocio via Cavour-via Roma per terminare di fronte al Torrione, nonostante i rimaneggiamenti e rifacimenti edilizi che hanno in parte modificato gli esterni delle case e dei palazzi, non ha sostanzialmente modificato la struttura delle costruzioni e le relative ramificazioni veicolari rispetto ad altri nuclei borghigiani della città. Dobbiamo quindi considerare Borghetto quale epicentro borghigiano cui si aggregavano via S.Bartolomeo, Cantarana, Stra Nòva (l’ultima propaggine di via Mazzini che scende ripida dalla Montà di Ratt), San Rocchino, Cantone de’ Degani.

In via Borghetto le osterie erano ben otto, con la loro indiscussa regina, la Pirèina tutt’ora in attività, ma solo come trattoria, ed ora il doveroso riconoscimento consegnato dall’assessore al commercio Simone Fornasari della vetrofania che farà bella mostra sulla vetrina del locale.

La “Pirèina”, vedova Giacobbi, era una vera istituzione in Borghetto perché nella bottega di generi alimentari con annesso forno-panetteria si acquistava a credito. E quante volte sui libretti della spesa dei nuclei familiari più bisognosi, i conti venivano depennati in parte o del tutto grazie alla sua riservata longanimità. Di quanti “tinèi”, debiti non più pagati, contraddistingueva il suo bilancio d’esercizio annuale? Nessuno lo ha mai saputo, perché la bontà autentica, è taciturna, non veste le penne del pavone, non figura negli albi d’ora della munificenza, dell’umanitarismo pubblico, talora suggellate in clausole testamentarie che diventano operanti solo dopo la morte del benefattore che ha voluto collegare la sua memoria nominale ad un istituto, un ente, un’opera pia. Quella della Pirèina era bontà quotidiana, senza fronzoli, immediata.

La Pirèina, fu anche l’osteria più frequentata. Già dai primi del ‘900 era gestita dalla famiglia Giacobbi, con il padre Pietro e la moglie Sibilla Olivoldi. Nacque come mescita di vino ed annesso negozio di alimentari cui si aggiunse, poco dopo, il forno per il pane. L’osteria ingranditasi nel tempo fino a trasformarsi (com’è ancora oggi) anche in trattoria-ristorante, era famosa per l’ottimo vino di Vicobarone pigiato direttamente nelle ampie bigonce davanti al locale e per i profumati affettati. Il locale era (ed è) composto da un’ampia sala e due salette interne con un cortiletto,

Essendo il locale più popolare del rione, era evidente che tutte le “macchiette” ed i personaggi più estrosi e burleschi gravitassero dalla Pirèina: Vargìni, “Nadèl cul rosa” barbiere con bottega sottobraccio e perenne euforia bacchica, Narèi, dotato di una bella voce che si accompagnava con l’inseparabile chitarra, oggetto di lazzi e battute dei frequentatori. Ed ancora: Tagàm, ilare macchietta delle compagnie, notissimo per la velocità nel vuotare piatti e scodellini di rosso o Nantùla Milgi che per accelerare un trasloco ed andarsene all’osteria con gli amici, fece passare un armadio dalla finestra e lo gettò direttamente in strada. Straordinarie erano anche le “trasferte” per Verona durante la stagione operistica. Il lungo viaggio su sgangherate corriere era allietato da un paio di damigiane da consumarsi sul mezzo.

Ora dopo oltre un secolo, anche se non è più attiva l’osteria, si ripete ogni giorno il rito del buon cibo piacentino e la trattoria gestita da Davide Giacobbi (ma sempre con il sollecito supporto del padre Carlo e della madre Marta Zecca), continua ad essere un punto di riferimento della cucina di qualità del territorio, grazie anche al cuoco Salvatore Cassano. Ed è doveroso citare anche coloro che hanno garantito negli anni la continuità storica, ovvero Angelo Giacobbi, fratello di Carlo, ed i figli di un altro fratello, Pietro, ovvero Luigi ed Alberto.

Grazie a tutti costoro ed agli attuali titolari, la Trattoria della Pirèina (nota anche come “del Gnasso”), è diventata sempre più un punto di riferimento per i piacentini e per chi, da fuori, viene a visitare la città. Dai turisti ai personaggi famosi che, al termine di concerti, spettacoli, interventi o semplicemente di passaggio, hanno scelto di fare tappa in via Borghetto per un buon piatto di anolini o per una “pìccula ‘d cavall”.

Dentro nel locale sono tante le foto che ricordano numerosi vip che si sono seduti ai tavoli della Pireina, ma soprattutto molti che ne hanno fatto la storia, prima tra tutti “la Maria”, anche lei ribattezzata Pirèina quasi per “eredità”, vera anima del locale nei decenni passati grazie a quei tortelli intrecciati rigorosamente a mano per cui è famosa la trattoria, senza nulla voler togliere a tutti gli altri piatti compresi nel menu. Una vera e propria “pietra miliare” di questa storia popolare.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

“La Pirèina” ha più di cento anni ed è il cuore pulsante della borgata “di giad”

IlPiacenza è in caricamento