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Il finanziamento

Studenti con disabilità, dalla scuola all’inserimento nel lavoro: 223mila euro per Piacenza

Le risorse stanziate dalla Regione per costruire azioni di orientamento e formazione: 32 i progetti approvati in Emilia-Romagna che coinvolgeranno 1.147 ragazzi e ragazze

Persone con disabilità, 223mila euro alla provincia di Piacenza per orientamento e formazione nel passaggio dalla scuola al lavoro. Sono le risorse destinate al territorio locale nel budget complessivo - 4,5 milioni di euro - stanziato dalla Regione per le province dell’Emilia-Romagna, per «costruire costruire azioni di orientamento e formazione a sostegno del passaggio degli studenti e dei giovani con disabilità certificata dalla scuola al mondo del lavoro».

«La Giunta regionale - spiega la nota stampa dell’ente - nel corso dell’ultima seduta, ha approvato un finanziamento per 4 milioni 494mila euro del Fondo regionale per le persone con disabilità per interventi e percorsi formativi di orientamento, utilizzabili in modo personalizzato e flessibile, per accompagnare i giovani con disabilità certificata ai sensi della Legge 104/92 dal percorso di studio alla dimensione lavorativa. I percorsi accompagneranno i ragazzi dagli ultimi anni del percorso scolastico o formativo fino all’ingresso nel mondo del lavoro, rispondendo ai loro bisogni e mettendo in campo tutte le collaborazioni necessarie tra Istituti scolastici, Servizi sociosanitari che hanno in carico i giovani e le loro famiglie, imprese, Associazioni delle persone con disabilità ed Enti di formazione professionale accreditati».

Secondo l’assessore al Lavoro e Sviluppo economico Vincenzo Colla «prosegue l’impegno della Regione a favore delle persone con disabilità. In particolare, giovani, per sostenerne l’importante fase di passaggio dalla scuola al mondo del lavoro, valorizzando il contributo della cooperazione sociale e dei tanti operatori che ogni giorno con responsabilità e dedizione svolgono un lavoro così importante e delicato. Parliamo di un’operazione di ricucitura sociale, in coerenza con il Patto per il Lavoro e per il Clima, volta a dare risposta a tutte le fragilità presenti nelle nostre comunità. Un atto di rafforzamento del progetto di innovazione sociale e dello stato di diritto democratico».

Le risorse stanziate per ciascuna provincia dell’Emilia-Romagna vedono destinare: 1 milione e 481mila euro a Bologna, 281mila euro a Forlì-Cesena, 531 mila euro a Ferrara, 548mila a Reggio Emilia, 595mila euro a Modena, 347mila euro a Rimini, 223mila euro a Piacenza, 201mila euro a Ravenna e 285mila euro a Parma.

I progetti - «I progetti approvati, suddivisi in tutte le province – continua la Regione - sono 32 e coinvolgeranno 1.147 ragazzi e ragazze. La metà dei progetti riguarda studenti di 142 Istituti scolastici e il resto giovani che hanno già terminato il loro percorso scolastico. Per gli studenti, gli interventi comprendono: azioni personalizzate di orientamento; percorsi di formazione permanente utili alla realizzazione del progetto di transizione; rimborso dei trasporti speciali eventualmente necessari per la partecipazione. L’accesso ai percorsi è per il tramite dell’istituzione scolastica frequentata. Per i giovani che hanno da poco terminato il proprio percorso di istruzione o istruzione e formazione professionale, gli interventi comprenderanno: azioni personalizzate di accoglienza e orientamento, l’accompagnamento sul progetto individuale di collocazione al lavoro. Sono poi previste attività di sostegno per la piena partecipazione del giovane al percorso formativo; tirocini, comprensivi di azioni formative per la sicurezza, indennità e formalizzazione delle competenze; azioni per sostenere l’inclusione nel contesto di impresa per il giovane in tirocinio. Tra le offerte anche laboratori formativi personalizzati per rispondere ai bisogni e ai tempi di apprendimento di ciascun giovane e percorsi che valorizzino l’apprendimento all’interno delle imprese, sostenendo competenze di base socio-relazionali e professionali. Anche in questo caso è previsto il rimborso dei trasporti speciali eventualmente necessari per la partecipazione. L’accesso ai percorsi avviene per il tramite dei servizi socio-sanitari a cui i giovani sono in carico, oppure in continuità con esperienze di transizione già fruite, in una logica di completamento».

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