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Prima procedura di ablazione di fibrillazione con l’elettroporazione

Fibrillazione atriale, la nuova tecnica di ablazione con campo elettrico pulsato eseguita da Cardiologia

La Cardiologia di Piacenza, guidata dalla dottoressa Daniela Aschieri, è sempre in prima linea nella ricerca e nell’innovazione. Qualche giorno fa, infatti, è stata eseguita la prima procedura di ablazione di fibrillazione atriale con il sistema a campo elettrico pulsato Farapulse, meglio nota come “elettroporazione”. La fibrillazione atriale è l'aritmia del cuore più frequente nella popolazione sia anziana sia giovane e può essere molto pericolosa e può sfociare in complicanze come l'ictus o l'insufficienza cardiaca.

«La nostra realtà – sottolinea il direttore di Cardiologia e Unità coronarica di Piacenza – è da sempre all’avanguardia nel trattamento della fibrillazione atriale, ma oggi possiamo vantare di essere una delle poche aziende pubbliche a usare questa innovativa tecnologia per il trattamento di questa patologia. La fibrillazione atriale è uno dei disordini più frequenti del ritmo cardiaco, di cui soffrono, in Europa, circa 8,8 milioni di persone. Questa aritmia, spesso asintomatica, è riconducibile a una attività elettrica caotica nelle camere superiori del cuore denominati atri. Si tratta di un’aritmia ad alto rischio di ictus e di scompenso cardiaco, per questo è importante che venga trattata tempestivamente e correttamente. Generalmente viene curata con una adeguata terapia farmacologica, ma nei casi in cui il farmaco non aiuti il paziente è necessario ricorrere alla ablazione, ovvero il medico cicatrizza il tessuto che causa il battito anomalo. Questa azione mini invasiva si effettua attraverso i vasi sanguigni per la precisione quelli femorali. Durante l’operazione il paziente è in sedazione profonda grazie al supporto di Anestesia e rianimazione del dottor Ruggero Corso».

«La novità sostanziale di quest’ultima tecnica - spiega Luca Rossi, professionista alla guida dell’equipe di elettrofisiologi di Cardiologia - è che, se fino ad oggi le tecniche di ablazione per il trattamento delle aritmie sono state termiche, quindi fondate sull’utilizzo del calore o del congelamento come la radiofrequenza e la crioablazione, il nuovo sistema utilizza una “lesione elettrica”, che salvaguarda interamente le aree di tessuto cardiaco non coinvolto nella aritmia, con livelli di protezione e sicurezza inimmaginabili prima d’ora».

«L’elettroporazione – aggiunge il direttore Aschieri - è considerata la fonte di energia del futuro, e verrà utilizzata per ogni genere di intervento per le aritmie cardiache. Questa nuova opportunità terapeutica conferma l’alta specializzazione del reparto di Cardiologia di Piacenza nel settore aritmologico, che è certamente tra i più avanzati a livello nazionale, e ci consentirà di curare in modo ancora più efficace e sicuro i pazienti affetti da fibrillazione atriale».

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