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Seconda ondata a Piacenza, «Parlare di immunità di gregge è estremamente fuorviante»

Le perplessità dell’infettivologo Marzio Sisti sullo studio condotto dai ricercatori Unimore «Presi in esame due mesi, anche immunità crociata solo un’ipotesi»

«Dire che le città che hanno avuto un impatto meno pesante nella seconda ondata della pandemia sono quelle che ne hanno avuto uno più drammatico nella prima è vero, ma da qui ad affermare che c’è l’immunità di gregge ci passa un oceano». Una “favola” quella dell’immunità di gregge, così definita dal virologo di Piacenza Marzio Sisti nell’ultimo post pubblicato sulla propria pagina Facebook a chiosa di titoli e reazioni suscitate dallo studio condotto dai ricercatori di Unimore, sulla relazione tra le ondate di Covid-19 in Italia. Studio in cui si osserva come nelle province con un'incidenza più elevata di casi nel corso della prima ondata - come Piacenza - si sia registrata una minore incidenza degli stessi nella seconda, lasciando spazio all’ipotesi che, anche se molto al di sotto delle soglie teoriche richieste per l’immunità di gregge, questo possa aver fornito una protezione notevole all’arrivo della seconda ondata. «In realtà lo studio non è categorico ma possibilista, molti invece lo hanno preso come un fatto acquisito e questo è un problema, le persone s’illudono» commenta il dottor Sisti, secondo il quale affermare che, nel periodo di tempo preso in esame nello studio, a Piacenza vi fosse una immunità di gregge sia «estremamente fuorviante», oltre a lasciare adito a molte perplessità.

                            Marzio Sisti-4

«Prima di tutto si prendono in considerazione solo i dati di settembre e ottobre 2020 senza tener conto dei mesi successivi, un periodo di tempo molto ridotto per studiare la situazione epidemiologica, anche perché “il grosso” è arrivato successivamente» spiega l'infettivologo.  «Ad esempio nel mese subito successivo, quello di novembre, per alcune settimane Piacenza è stata la provincia messa peggio in Emilia, con valori di incidenza arrivati fino a 500 casi per 100mila abitanti a settimana». Una considerazione a cui si aggiunge quanto rilevato in termini di “immunità” nel territorio piacentino. «L’indagine epidemiologica su base nazionale realizzata nel maggio e giugno del 2020 utilizzando la diagnostica sierologica, citata dagli stessi ricercatori, ha dimostrato che la quota di soggetti positivi in provincia di Piacenza era del 10%, valori estremamente lontani da ogni possibile immunità di gregge, che si attesta attorno al 70% della popolazione». Anche della possibile immunità “crociata” con altri Coronavirus, avanzata dagli studiosi, Sisti evidenzia quanto sia ascrivibile all’ambito delle sole ipotesi, non supportate da dati: «Sfugge il perché a Piacenza ci dovrebbe essere stata una epidemia di Coronavirus diversi dal SarsCov2 tale da dare una immunità di gregge "crociata"». «Più che di uno studio si tratta di un racconto - conclude il virologo - che la nostra provincia nella seconda ondata sia “andata meglio” è un dato di fatto, le ragioni possono essere numerose, ad esempio anche l’aver avuto una risposta e un’organizzazione più efficace proprio per quanto vissuto a inizio epidemia, così come tanti altri fattori. Anche quelli avanzati nello studio possono essere dei filoni di ricerca, ma per ora sono solamente ipotesi».

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