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Aiuto contro la violenza di genere, info anche sui bus «per raggiungere le donne delle zone più isolate»

È una delle azioni del progetto guidato dal Centro Antiviolenza di Piacenza che coinvolge anche farmacisti, medici di base e operatori delle scuole piacentine per far conoscere la possibilità di ricevere supporto alle donne dei comuni della montagna e a rischio emarginazione sociale

Aiuto contro la violenza di genere, informazioni anche sui bus «per raggiungere le donne delle zone più isolate». È una delle iniziative previste da “Pe-Tra, percorsi trasversali”, progetto finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, con capofila il Centro Antiviolenza di Piacenza -Telefono Rosa, associazione “La città delle donne”, presentato questa mattina nella sala consiglio del Comune di Piacenza. Un’iniziativa - in corso da luglio 2021 a dicembre 2022 - fondata sull’attivazione di una rete che coinvolge, tra gli altri, farmacisti, medici di base e operatori delle scuole piacentine, professionalità e “canali” per far conoscere la possibilità di ricevere supporto alle donne che vivono nelle aree più isolate del territorio, come le abitanti dei comuni montani e pedemontani, o a rischio emarginazione sociale.

Partner del progetto il Comune e l’Azienda sanitaria locale di Piacenza, i comuni di Castel San Giovanni, Fiorenzuola d’Arda e Rivergaro, Arcigay Piacenza Lambda Aps, Federfarma, i Centri provinciali per l'istruzione degli adulti e Ippogrifo. L’assessore alle Pari Opportunità e Servizi Sociali Federica Sgorbati e Donatella Scardi, presidente del Centro Antiviolenza di Piacenza, in apertura alla conferenza hanno evidenziato l’importanza e la soddisfazione per la partecipazione al progetto di tante realtà piacentine e per la concretezza dell’iniziativa.

Una serie di azioni «per portare più conoscenza e raggiungere tutte le donne, soprattutto quelle che conoscono poco la realtà di aiuto già esistente» spiega Ilaria Egeste, referente e coordinatrice del progetto per il Centro Antiviolenza. «In tante si muovono utilizzando i mezzi pubblici, per questa ragione è prevista la divulgazione di materiale informativo, con affissione di volantini e l’utilizzo qr-code sugli autobus di linea e dell’area extraurbana». Una diffusione che avverrà anche con il supporto della rete attivata con il progetto “Altri passi”, «partendo da medici di medicina generale e farmacisti del territorio, porte di accesso per prendere contatto con queste donne».

Particolare attenzione è rivolta a chi arriva da altri Paesi - una quota che nel 2020 ha rappresentato il 40% degli accessi al Centro Antiviolenza e il 90% delle persone accolte nelle strutture protette - «con l’attivazione degli sportelli nei Centri provinciali per l’istruzione degli adulti nelle sedi di Piacenza, del Distretto di Ponente e del Distretto di Levante, a cui tante donne straniere già si rivolgono per l’alfabetizzazione». In programma anche una maggior presa di contatto con rifugiate politiche o vittime di tratta, con l’obiettivo di «raggiungere questo target, con l’aiuto delle mediatrici culturali, per far conoscere loro la rete, oltre che realizzare un video ad hoc per portare alla luce un panorama ancora poco indagato».

In ultimo la stesura di un protocollo di accoglienza in collaborazione con il pronto soccorso che preveda modalità condivise e percorsi specifici per donne - e non solo - a rischio di discriminazione, «uno strumento di buona pratica per i nostri professionisti – ha sottolineato Evelina Cattadori, direttrice innovazione e ricerca dell’Asl di Piacenza - per una corretta presa in carico e gestione di tutte le vittime, portando il focus anche sull’aspetto sociale»

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