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Venerdì, 26 Aprile 2024
Anticaglie

Anticaglie

A cura di Carlo Giarelli

L'Anticristo

In questi ultimi tempi si fa un gran parlare dell’ Anticristo. Un argomento questo che di tanto in tanto riaffiora dalle nostre paure inconsce. Il perché si può immaginare, specie in questo clima prenatalizio, dove per chi crede, c’è una sola nascita, quella da cui , con un ante ed un post, si inizia a misurare la storia. Ma per chi non crede, di nascite ce ne potrebbero essere due. La seconda è allora quella pensata e temuta anche se mai dichiarata ufficialmente. Quella che trova giustificazione negli opposti su cui si svolgerebbe tutta la nostra esistenza. Al punto che se c’è una cosa ci deve essere il suo contrario, perché altrimenti non ci sarebbe la libertà di scegliere. Detto questo, un fatto è certo e non si tratta solo della moda del momento. Che cioè nell’intiepidirsi del primo evento, il Natale, se ne contrapponga un secondo , vale a dire l’antiNatale, cui dare una rilevanza inversamente proporzionale al primo che invece possiede tutto il corredo e il conforto della tradizione religiosa. Cosicché il Dannato, numero uno della storia, diventa l’essere non più presente solo quando le cose non vanno bene , ma si mostra costantemente, sotto mentite spoglie, anche nei cosiddetti momenti di gioia effimera, quando i caratteri del nostro egoismo entro cui spesso ci muoviamo, entrano in crisi. Intendiamoci. Se quanto dico, per alcuni non è una certezza assoluta, perché in questo campo, essi dicono, qualche cautela bisogna avere, è comunque, la mia, una opinione suffragata dalla interpretazione dei fatti. Anche se gli eventi sono alquanto incerti, in un tempo, come il nostro, dove la società è diventata gassosa ed il pensiero liquido come l’acqua che scorre al pari di un fiume eracliteo. Cosicché, senza più certezze, diventa legittimo pensare ad una cosa e al suo opposto e la coscienza si trova in imbarazzo avendo perso il potere di sapere scegliere. Se le cose stanno così, ecco spiegato il ritorno dell’Anticristo. Uno strano essere questo che non si sa come definirlo, nonostante, per rimanere nella nostra tradizione cristiana, ne abbiano parlato sia i Padri ed i Dottori della Chiesa (vedi S. Giovanni Damasceno e Sant’Agostino) che lo stesso San Paolo nelle seconda lettera ai tessalonicesi. Questi santi, ne hanno parlato soprattutto in chiave escatologica, ma senza voler dare troppa enfasi ad una satanica presenza, con l’intento di voler negare importanza a chi invece questa stessa importanza se la prende per insidiare chiunque non abbia la tempra del vero cristiano. Al di fuori comunque , come detto, dei santi cristiani molti altri nel corso della storia hanno parlato dell’Anticristo. Alcuni invocandolo, altri temendolo. Fra i primi ricordiamo Nietzsche con il suo libro che si chiama appunto L’anticristo ,la dannazione del cristianesimo. Fra i secondi molti Papi fra cui il più recente, Paolo VI secondo il quale il fumo di Satana si era, ai suoi tempi, già insediato nelle stanze vaticane. Per non parlare poi del provenzale Nostradamus , astrologo e mago le cui profezie, alquanto difficili da interpretare per chi, prestandogli fede, desidera introdursi in quel ginepraio di fumisterie. Profezie-dicevo- che ipotizzano come ultima incarnazione del Maligno un falso Papa. Il quale costituirebbe la massima espressione di una conquista da parte di una natura satanica, attraverso le arti dell’infingimento, onde prendere addirittura le sembianze del più alto pastore della Chiesa. Da queste premesse scaturirebbe l’idea che l’Anticristo sia appunto un essere, che dalla sua primitiva natura angelica si sia trasformato nella stessa essenza del male. Potendosi incarnare, con subdole arti sceniche, in qualsiasi persona per indurla alla negazione della sua origine, creata come sappiamo ad immagine e somiglianza di Dio, al fine di indurre sotto mille finzioni alla perdizione, ogni persona che cede al suo ricatto. Ecco allora apparire tutta una serie di antiCristi rappresentati da demoni che da Belial ad Aroth finiscono a Lucifero, che rappresenta il vero Satana per antonomasia, in quanto secondo la tradizione è stato il primo degli angeli ribelli. Trattasi allora di una graduatoria che segue una precisa gerarchia onde sviluppare le più ingannevoli strategie per condurre le persone al male. L’elenco di questi esseri( ma sarà giusto definirli in questo modo?) è pressochè infinito e quindi più utile sembra non addentarsi in questa classifica, i cui satanassi, per usare un luogo comune, vanno e fanno di male in peggio. Se questo vale per gli uomini di fede, ancora più interessante , per i cosiddetti agnostici o atei, è definire il male che come sappiamo è presente nel mondo. In questo caso scompare la necessitàdi attribuirlo ad un essere che agisca dall’esterno sotto le più disparate sembianze visibili, preferendo sostituirlo con un simbolo, concentrato di elementi negativi in cui si possono riconoscere, incomprensioni, fastidi, sfortuna, vizi, casualità e cose del genere. Dall’esterno, dicevo, che da sempre è il modo, piuttosto infantile, di individuare per ogni fatto, un capro espiatorio. Vale a dire di attribuire ad altri o alle cose esteriori, proprietà malefiche. Non sarà invece che queste stesse fantasie di morte nel senso psichico o fisico nascano nel nostro interno? Quando l’uomo perde i suoi connotati di umanità e sviluppa l’idea che il progresso tecnologico lo porterà ad una nuova dimensione dove la macchina, la robotizzazione con un semplice algoritmo, saprà regolare tutte le sue (e nostre) emozioni. Non sarà questa dicevo, una nuova visione dell’uomo dove la disumanizzazione tecnologica, porterà con sé la perdita dell’identità individuale? E poi ancora. In un mondo di umanoidi oppure per non evocare troppo il futuro, basta menzionare quello in corso impastato di multiculturalismo, parola oggi diventata quasi un mantra, chiediamoci qual è il risultato? La perdita delle differenze etniche e di ogni tradizione culturale, la scomparsa dell’individualismo , la indeterminatezza dei confini naturali in fatto anche di nazionalità, infine una condizione di perdita di identità con conseguente stato di crisi psicologica. Oppure addirittura di crisi morale dovuta al fatto che la stessa morale sarà soppiantata dal volere della macchina. E ancora. Le bellezze delle nostre tradizioni pittoriche, della nostra letteratura e di quella di migliori poeti e scrittori mondiali, quale impatto avranno sulla nostra salute psichica ? Dunque stiamo attenti a non limitare o a sottovalutare, come fosse un parto di pura fantasia, lo spazio ed il tempo in cui può agire l’Anticristo. Che sia un angelo decaduto o che si trasformi in una nuova macchina senza più emozioni umane, in altre parole che sia fuori di noi o un prodotto della nostra interiorità, è un fatto che questo Anticristo va temuto. E l’immagine più icastica di questo mostro che sia aggira fra le cose umane, ce la dà Dante nella Divina Commedia. Non il fuoco eterno, come da tradizione, ma un enorme lago ghiacciato. Una distesa di ghiaccio in cui si congelano tutte le nostre forze e si solidificano nel freddo glaciale ogni nostra emozione. L’Anticristo allora esiste per tutti, credenti o non credenti. Cambia solo il modo di intenderlo. Meglio conoscerlo per tempo per evitarlo e non essere ridotti a quel cubetto di ghiaccio, metaforico o reale, il cui aspetto si riduce e ci riduce ad un niente. Ad una morte prima dei sentimenti che della stessa fisicità.

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