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Anticaglie

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A cura di Carlo Giarelli

Pericolo: una donna in mezzo ai binari

Per sgomberare il campo da equivoci, preciso che non si tratta di un evento di cronaca. Anche se effettivamente la donna esiste ed i binari metaforicamente pure esistono. Per di più si parla anche se non di un treno, almeno di una locomotiva. Entriamo allora nel merito. La questione è essenzialmente politica e riguarda il recente incontro realizzato molto frettolosamente all’Eliseo, fra i due conduttori della cosiddetta locomotiva europea, con il leader ucraino Zelensky. Parliamo allora dei conduttori. Essi sono Emmanuel Macron e Olaf Scholz, rispettivamente Presidente della Repubblica francese e Cancelliere federale della Germania. Insieme sembra  per prestigio, per potere economico e per vocazione a voler essere dei dominatori, questi costituiscono simbolicamente la locomotiva d’Europa. Nel senso che, per le ragioni esposte, la loro unione, sembra rappresenti la forza trainante di quel coacervo di stati che costituiscono l’Unione europea. In realtà le cose non stanno proprio così, in quanto la loro unione muove più che dal senso del potere, da reciproche debolezze. Esaminiamole, a cominciare dalla Germania, la quale perché potente economicamente vuole esserlo anche politicamente. E per farlo ha bisogno di una alleata, la Francia con la quale da sempre storicamente e militarmente non è mai andata d’accordo. Il perché? In quanto quest’ultima vanta una certa reputazione, causa la sua  tradizione culturale ed artistica ed una rete di relazioni a livello internazionale. E poi anche militarmente non dimentichiamo essere una potenza nucleare. Legata a valutazioni opposte quest’ultima, vale a dire la Francia. La quale essendo debole sul piano economico, ma da sempre animata dal desiderio di essere una potenza mondiale, cerca di raggiungere questa sua ambizione, unendosi alla nemica di sempre, in una alleanza che  soddisfa entrambi  i due stati. Costretti a dichiararsi sodali più per i loro complessi che per una storia di vera amicizia. Per noi italiani sia i primi che i secondi non piacciono. Insomma non ci stanno simpatici. I motivi sono legati a cause storiche passate e recenti che conosciamo e di cui ora non è il caso di parlarne, ma non solo, in quanto esistono intrinseche e genetiche differenze in fatto di comportamenti. I francesi infatti con il loro senso della grandeur e con l’atteggiamento della spocchia nei nostri confronti, come ben dimostra l’espressione les italiennes, da loro pronunciata nei nostri confronti con sufficienza astiosa, sono stati definiti da Jacques Cousteau, esploratore ed oceanografico d’oltralpe, in modo così spiritoso. Questo. I miei connazionali sono degli italiani che si sono svegliati male e che per questo si comportano di conseguenza. Per esemplificare, sono degli individui che non riconoscendo i loro vizi o complessi di natura genetica, esagerano nel voler dimostrare di essere diversi e quindi migliori.  Aggravando così di fatto la loro antipatia. Ed i tedeschi? Per definirli, oltre al dramma della seconda guerra mondiale, basta ed avanza la poesia: Sant’Ambrogio di Giuseppe Giusti, di cui cito un verso: quest’odio che mai non avvicina il popolo lombardo all’alemanno. Bene, detto questo a proposito dei due conduttori della locomotiva, non ci resta che parlare della donna che per fermare il treno si e messa in senso metaforico in mezzo ai binari. Con un certo senso del pericolo in fatto di voler giocare tutta la sua credibilità, criticando quei due paesi. Trattasi come è noto della Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni. Che non ci sta ad essere esclusa dal colloquio citato, come fosse indegna di essere invitata in mezzo a cotanto senno. Ed a proposito di senno qualche considerazione va fatta.  Infatti dove sta questa presunta qualità legata al buon senso a proposito di Macron, che pur avendo vinto il ballottaggio alle elezioni francesi con la sfidante Marine Le Pen, non ha una maggioranza solida a livello parlamentario. Ed inoltre non dimentichiamo le topiche che hanno contrassegnato la sua vita politica. Di lui si ricorda infatti quando nel 2019 contravvenendo alla posizione attuale, aveva parlato della Nato come di una associazione in fase di morte cerebrale. Come pure certe sue iniziative oggetto di critiche, nei confronti dei paesi africani del nord Africa, che costituivano le ex colonie francesi. Dove Macron ha cercato, senza riuscire, a mettere a tacere le crescenti rimostranze da parte di questi stati riguardo all’uso del Franco come moneta coloniale. Così pur approvando un disegno di legge per por fine a questa dipendenza monetaria, non ha portato ad un reale cambiamento negli squilibrati rapporti economici commerciali fra il suo paese e questi stessi  territori africani.  Generando con questi ultimi anche lo scadimento dei rapporti di fiducia, al fine di compromettere ogni possibile collaborazione futura. E cosa dire del Cancelliere Scholz? Che ha vinto le elezioni in Germania non per meriti personali, ma solo per la lenta consunzione del partito cristiano democratico tedesco, affetto da un problema di transizione dopo la lunga stagione della Merkel. Così è stato eletto un personaggio quasi sconosciuto al mondo, che dello statista fino a quel punto non aveva dimostrato alcuna qualità. E non lo dimostra neppure oggi. Infatti si sta barcamenando fra posizioni assai equivoche a proposito della guerra in Ucraina. Con la paura da una parte di inimicarsi la Russia, con cui il suo paese vanta estesi rapporti d’affari sul piano commerciale. Mentre dall’altro teme di mettersi contro gli Stati Uniti. In questa incertezza che vuol dire mettere il piede in due scarpe, meglio allora per non essere solo, trovare una alleanza con la Francia. In quanto in due, lo sappiamo, la responsabilità si divide. Per rompere le uova nel paniere a questi due uomini che dimostrano di mettersi insieme per fingere di dimostrarsi potenti, ci voleva una donna. Per di più proveniente da una nazione che viene considerata da questi due eroi, forti dei loro complessi e quindi senza arte né parte, come uno stato pronunciato in chiave diminutiva. Insomma trattasi dell’italietta come da loro viene pensata e trattata, ma che una tantum osa farsi sentire per rivendicare un ruolo di coprotagonista e non di serva. E’ forse matta costei, vale a dire Giorgia Meloni, a pretendere di salire in carrozza, anche se non invitata? Paradossalmente lo sostengono molti italiani, divisi su tutto. Ma che invece di avere idee convergenti almeno in politica estera, per sostenere le ragioni ed il prestigio della nostra nazione, al posto di definirsi laudatores, preferiscono svolgere il ruolo dei denigratori. Perchè storicamente affetti dal solito complesso di subalternità nei confronti di paesi considerati, spesso a torto, come in questo caso, forti e potenti. Nonostante questo, la donna Meloni (perdonatemi se non uso attributi istituzionali) non retrocede. Parla e pensa, propone e critica ma trova anche consensi. Ed a proposito di queste critiche, queste riguardano temi che si riferiscono alle varie crisi europee, non sufficientemente gestite in modo corretto. Mi riferisco in primis   alla pandemia e alle disposizioni in merito agli isolamenti anticontagio e alle vaccinazioni. E poi all’altro argomento che concerne gli aspetti finanziari relativi all’energia.  Ma non va dimenticato l’ultimo problema, che in realtà è il primo, inerente l’aspetto migratorio che fra tutti gli stati coinvolge soprattutto l’Italia, per essere la punta più avanzata nel mediterraneo in direzione dei paesi migratori africani. Su questo punto, per noi di grande importanza, sembra che qualcosa si sia mosso. Nel senso che le proposte italiane sono state accolte a livello del Consiglio europeo, tanto che i confini italiani finalmente sono diventati confini europei. Da qui se ne deduce che d’ora in poi non saremo più soli a gestire i migranti, comprendendo anche gli aspetti controversi dei soccorsi svolti dalle navi ong. In sintesi, quello che non era riuscito all’onnipotente Draghi, sta per essere ottenuto dalla ragazza della Garbatella, Giorgia Meloni (di nuovo mi scuso per non usare termini istituzionali). Non solo. Ma se il suo valore, oggi si sta apprezzando fra i vari parlamentari europei, il futuro potrebbe anche essere più roseo. E mi riferisco alle elezioni europee del 2024. In queste, la destra potrebbe da semplice comparsa di minoranza, diventare vincente. Ed allora i Conservatori che la Meloni presiede assieme ai Popolari, potrebbero unendosi, modificare gli attuali rapporti di forze e diventare maggioranza a livello del Consiglio Europeo. Così per l’eterogenesi dei fini, i vincenti attuali diventeranno perdenti e la vittoria sarà tutta nelle mani della nostra Presidente del Consiglio. Audaces fortuna iuvat, dice una celebre locuzione latina che non ha bisogno di traduzione. Ebbene Giorgia Meloni ha dimostrato di essere, anche se piccola di statura, alta ed audace nelle idee e coraggiosa nel sostenerle, nonostante il pericolo cui è andata incontro.  Ed allora, Macron e Scholz per la loro supponenza, si rassegnino per la presenza di una donna in mezzo ai binari, a dover fermare la locomotiva, ormai destinata ad un binario morto.        

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