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Fioristi o Fiorai?

Fioristi o Fiorai?

A cura di KaDò Flowerdesign

I "Rosari"? Semplicemente non facciamo lo stesso mestiere

I cosiddetti "rosari", venditori abusivi di fiori, ci danneggiano? Semplicemente non facciamo lo stesso lavoro. Ecco le nostre riflessioni al riguardo

Ci è stato chiesto dalla redazione de ilPiacenza, giornale online per il quale curiamo questo blog, di scrivere un pezzo sui venditori ambulanti abusivi di fiori. Da dove vengono quei fiori? Chi glieli procura? Chi si arricchisce dietro tutto questo? Sono tutte domande interessanti che tutti si sono posti distrattamente almeno una volta e alle quali tutti avranno cercato di dare risposte plausibili. Certo è che il fenomeno è senza dubbio in aumento e questi venditori sono ovunque e a qualsiasi ora, movimentando una quantità di merce di tutto rispetto. C'è chi se ne è occupato approfonditamente e ha raccolto informazioni dettagliate su questo commercio sommerso e girano voci su fascicoli nelle mani delle forze dell'ordine sui quali comparirebbero nero su bianco i nomi dei malviventi che vivono di questi profitti, gli indirizzi dei magazzini in cui i fiori vengono smistati, corredati da fotografie che documentano tutto. Qualche "piccolo apprendista investigatore" ha fatto i compiti. Ma la verità è che dei "rosari" a noi non importa nulla o quasi. A differenza di tanti colleghi che imputano a questi benedetti abusivi ogni loro disgrazia, noi non li consideriamo affatto nostri concorrenti. Semplicemente non facciamo lo stesso mestiere. Per noi i fiori non sono solo merce ma sono cultura, intrattenimento, arte, benessere, piacere per gli occhi e per l'anima. Se la nostra fosse solo una guerra dei prezzi avremmo già perso in partenza e al giorno d'oggi un negozio di fiori non avrebbe ragione di esistere. 

Detto questo, possiamo però spingerci ad alcune considerazioni che vi invitiamo a prendere come tali. Si da il caso che siamo fioristi e che dovremmo avere qualche informazione in più dei non "addetti ai lavori", ma questo rimane pur sempre un argomento che si ricollega ad un discorso di politica commerciale di più ampio respiro. Riteniamo che la situazione attuale nel commercio dei fiori in Italia sia un caso particolare in Europa. Una coppia di olandesi in cerca di un regalo floreale qualche settimana fa si è trovata sinceramente spiazzata quando ha ascoltato i prezzi dei fiori nel nostro negozio, abituati come sono a pagarli circa la metà. Ma tanti di noi, da turisti all'estero, si sono accorti di quanto i negozi e le bancarelle di fiori siano quasi onnipresenti in Germania, Francia, Olanda Inghilterra e altri paesi europei. È intuitivo pensare dunque che se il consumatore può acquistare fiori ovunque e a buon prezzo, non ci sia spazio per un commercio parallelo abusivo e fastidioso. In Italia i fiori sono considerati quasi un bene di lusso e per questo lo spazio per venditori ambulanti c'è eccome, essi offrono una vendita distribuita e capillare di fiori a bassissimo costo casa per casa, negozio per negozio e non è raro che i clienti abbiano il loro numero di cellulare per poterli contattare e ordinare la merce. Ora dovremmo addentrarci in un lungo discorso sulle possibili cause della situazione contingente, ma preferiamo rimandarlo. 

A chi si chiede come sia possibile che una rosa costi 1 euro dai "rosari"e 3 euro in negozio rispondiamo noi. La rosa venduta a 1 euro proviene da mercati nazionali presso i quali è possibile acquistare in stock grandi quantità di fiori, magari di seconda qualità rimasti invenduti in cella per una settimana o più. Questi fiori vengono poi smerciati ancora confezionati da persone che li devono distribuire a piedi a volte trasportando secchi pieni d'acqua dal peso non indifferente per la città qualsiasi sia il tempo atmosferico e la temperatura ambientale. Non abbiamo idea di quanto percepiscano come compenso per il loro lavoro, ma lasciamo a voi ogni supposizione. La rosa che viene venduta in negozio invece è stata ordinata e scelta in base alle preferenze dei clienti, è stata conservata correttamente lungo la filiera. Viene venduta in creazioni floreali talvolta complesse che richiedono capacità professionali e infine è stata venduta all'interno di un negozio accogliente e decoroso che costa parecchio e che da da mangiare a 1 o più cittadini che vivono dignitosamente del loro lavoro. Secondo noi è chiaro a tutti perché i prezzi sono diversi, semplicemente non parliamo praticamente più della stessa rosa. Senza dubbio è doveroso un mea culpa della nostra categoria dei fioristi, che ha ceduto talvolta alla speculazione e che ha contribuito così a rompere il rapporto di fiducia con il consumatore.

A nostro parere il punto fondamentale è che a prescindere dal fatto che queste persone smercino fiori, accendigas, bracciali o foulard, si tratta di illegalità. Illegalità è sinonimo di sfruttamento, di violazione dei diritti, di evasione fiscale. Inoltre uno dei motivi che spinge i consumatori ad acquistare dai cosiddetti "rosari" è l'illusione che possa essere un atto di beneficenza e che possa in qualche modo essere d'aiuto a queste persone di nazionalità straniera residenti in Italia. Ma la verità è che quando si parla di illegalità non si può parlare di integrazione sociale. L'integrazione sociale si ottiene promuovendo contratti di lavoro, orari e salari degni del nostro paese.

Vorremo concludere con un consiglio a chi usa i fiori per abbellire casa o la propria attività commerciale quotidianamente. Questa è un'abitudine stupenda e abbandonarla non sarebbe la soluzione. Per spendere il giusto e continuare con questo stupendo hobby è semplice, esiste il mercato cittadino ben due volte la settimana dove numerosi banchi - almeno tre - con licenza e perfettamente in regola, vendono fiori freschi e di qualità a prezzo all'ingrosso. Questo è il canale che fa per voi è vi assicuriamo che riscoprire una passeggiata in centro la mattina darà alla vostra passione per i fiori qualcosa in più… mentre camminerete sotto i portici di piazza Duomo potrete prendervi un caffè e riscoprire la nostra meravigliosa città… fate che i vostri fiori non siano solo belli ma anche "etici"!
A presto! I ragazzidi KaDó

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