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Libri piacentini

Libri piacentini

A cura di Renato Passerini

Libri Piacentini - San Raffaele Arcangelo. Messaggero dell’Amore che guarisce

La nostra sezione Cultura, curata dal giornalista Renato Passerini, dedica questo spazio alla segnalazione e recensione di libri piacentini. Ne entrano a far parte le opere che trattano argomenti riguardanti la nostra provincia: geografici, storici, ambientali, economici, urbanistici, folcloristici, ecc.; a queste si aggiungono i libri di autori piacentini, per nascita o per adozione e i cataloghi delle esposizioni allestite sul territorio provinciale

Libri Piacentini - San Raffaele Arcangelo. Messaggero dell’Amore che guarisce

di Barbara Sartori
Edizioni “Il Nuovo Giornale”

pagine: 34

anno: 2014
formato cm 12x17

Prezzo euro 2

Il significato del nome dell’arcangelo Raffaele è "Medicina di Dio". Il meno noto dei tre Arcangeli che la Chiesa celebra il 29 settembre interviene infatti a "riparare" tutto ciò che nel disegno d'amore di Dio si è incrinato. È invocato dagli sposi, sull’esempio biblico di Tobia e Sara, perché protegga il legame coniugale rinnovando la capacità di perdono e combattendo il demone Asmodeo, padre della lussuria. È pregato dai giovani in cerca della loro vocazione. Guarda con premura ai sofferenti, nel corpo e nello spirito. Questa la descrizione che dell’Arcangelo fa Barbara Sartori - giornalista professionista, laureata in Lettere moderne, firma de Il Nuovo Giornale e collaboratrice del quotidiano Avvenire - nella monografia edita da Il Nuovo Giornale. Le pagine del libro menzionano la vita, i viaggi, gli incontri, le opere e le apparizioni di San Raffaele e raccontano la storia della statua che svetta sulla cima di monte Crociglia a quota 1578 mt. sul livello del mare.

Nella diocesi di Piacenza-Bobbio non ci sono chiese dedicate a San Raffaele. Ma un paese ha scelto di affidare all’Arcangelo la sua gente e l'intera vallata: è Torrio, frazione di Ferriere in alta val d'Aveto. Oggi i suoi residenti stabili si contano sulle dita delle mani. Però sono tanti i valligiani che tornano alle proprie radici e mantengono viva la tradizione della seconda domenica d'agosto della messa ai piedi della statua dell'arcangelo Raffaele. A celebrarla è don Guido Balzarini, che guidò la parrocchia dal 1954 al 1959 e che fu tra i promotori della devozione sul Crociglia . "È una festa che nasce dalla voce del popolo", afferma il sacerdote (oggi in pensione a Chiavari dopo una vita passata tra la montagna e l'insegnamento). "Nel 1957 avevamo in programma un intervento di riordino nel cimitero: al centro c'era infatti un monumento ai caduti della Grande Guerra, sovrastato da quello che fino a quel momento era noto come “l'Angelo della morte”. Gli abitanti erano molto legati a quella testimonianza di pietra. Si decise perciò di collocare il basamento con i nomi dei caduti nella cappella del cimitero, poi Luigi Rezzoagli, propose di portare la statua in vetta al monte Crociglia. La collocazione avvenne in un'atmosfera quasi epica: l’effigie fu portata lungo sette chilometri di mulattiera da un gruppo di uomini del paese.
L'8 settembre 1957 don Guido vi celebrò la prima messa, seguita da un pranzo freddo per quaranta persone preparato dalla madre. Da allora l'appuntamento, anticipato alla seconda domenica di agosto, si ripete puntuale ogni anno richiamando in vetta diverse centinaia di persone tra le quali autorità piacentine e liguri.  L'arcangelo Raffaele, nelle intenzioni di don Balzarini, unisce sotto la sua protezione due regioni: l'Emilia Romagna e la confinante Liguria. Era infatti per il Crociglia che si doveva passare una volta se, da Selva di Ferriere, in val Nure, si voleva arrivare in quel di Santo Stefano d'Aveto.

Così’ quando la tormenta infuria o la nebbia si fa fitta, l'imponente statua diventa punto di riferimento per gli escursionisti della zona.
La messa al Crociglia è occasione per ricordare, nella preghiera, le vittime della montagna e i morti di tutte le guerre. Il 1957 fu l'anno della sciagura del Pizzo Palù: il 29 giugno vi morirono nove scalatori, otto dei quali della sezione piacentina del Cai ed una ragazza della sezione di Codogno. Per questo si decise di apporre ai piedi dell’Arcangelo una targa con incisi i nomi dei caduti. A questi si sono aggiunti quelli dei giovani della parrocchia di Nostra Signora di Lourdes morti sul Brentei nel 1991..

La statua bianca dell'angelo del Crociglia – si legge ancora nell’opera di Barbara Sartori - non è più quella originale. Nel 1972 un fulmine la mandò in frantumi. A scolpire la nuova effigie del protettore dei viaggiatori, fu Paolo Perotti, nel 1974, su commissione dei valligiani di Torrio e del Cai di Piacenza. Del 1995 è invece l'altare, sempre in marmo bianco veneto, sul quale è inciso il monogramma della pace circondato da rami di ulivo.

Libri Piacentini - San Raffaele Arcangelo. Messaggero dell’Amore che guarisce

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