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Salute e medicina on line

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A cura di dottoressa Rosanna Cesena

I venti provenienti dal deserto del Sahara determinano effetti significativi sulla salute

Contribuiscono ad aumentare le concentrazioni di particolato atmosferico, coincidenti con un incremento dei ricoveri di pazienti per patologie respiratorie e cardiovascolari

“Saharan dust and the association between particulate matter and daily hospitalisations in Rome, Italy”, è il titolo dello studio condotto a Roma e pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Occupational and Environmental Medicine, i cui autori sono: Ester Rita Alessandrini, Massimo Stafoggi, Annunziata Faustini, Francesco Forastiere - Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio - Gian Paolo Gobbi, CNR.

Obiettivo della ricerca, stimare l’effetto del particolato atmosferico  sui ricoveri ospedalieri e valutare se l’esito sia stato maggiore durante i giorni in cui si verificava un evento sahariano.

Sono stati analizzati i ricoveri urgenti dei residenti (0 -14 e 35+ anni), avvenuti a Roma tra il 2001 ed il 2004 e  valutato il possibile incremento di rischio dovuto alla presenza di sabbie sahariane, al netto di possibili confondenti, quali trend di medio e lungo periodo, temperatura, pressione barometrica, epidemie influenzali ed indicatori di decremento di popolazione.

Lo studio, ha evidenziato effetti significativi del PM2,5-10 sui ricoveri per malattie cardiache (incremento del rischio pari a 3,9 %) e del PM10 sui ricoveri per malattie cardiache (3,4%), malattie cerebrovascolari (2,6%) e malattie respiratorie (3,6%).

La presenza di sabbie sahariane determina un incremento del rischio di ricovero per cause respiratorie associato ad un aumento di PM2,5-10 più elevato nei giorni sahariani rispetto ai giorni in cui non c’è polvere desertica (14,6% vs-0,3%). Anche l’effetto del PM10 sui ricoveri per malattie cerebrovascolari è più elevato nei giorni sahariani (5% vs 0,9%%).

Dallo studio emergono effetti del particolato atmosferico sui ricoveri ospedalieri esacerbati dalla presenza di polveri sahariane. Lo studio, inoltre suggerisce un possibile effetto di particolari componenti delle sabbie sulla tossicità del PM2,5-10 e PM10 e quindi, la necessità di studiare con più attenzione le caratteristiche, la composizione e gli effetti infiammatori delle particelle di origine desertica.

La polvere sahariana

La polvere sahariana ha importanti effetti radiativi e climatici. I granuli della polvere in arrivo dal Nordafrica all’Europa meridionale sono tipicamente compresi tra 10 e 50 micrometri. Il colore giallo rossastro è dovuto alla elevata concentrazione di ossidi di ferro, principalmente goethite ed ematite.

Durante il trasporto in atmosfera la polvere interagisce con l'inquinamento, specialmente metalli (e semi-metalli) volatili: As (Arsenico), Zn (zinco), Hg (mercurio), Cd (cadmio), Pb (piombo) che condensano sulle minuscole particelle minerali. La deposizione della polvere porta con sé anche questi elementi legati all’inquinamento atmosferico.

Insieme alla polvere vengono trasportate anche grandi quantità di pollini e di piante tipiche della regione africana che non sono presenti in Europa.

La polvere dei deserti ha sugli ecosistemi del pianeta una serie di effetti, fino a modificare il clima. Per valutarli, gli studiosi della atmosfera ripercorrono la strada delle tempeste di polvere, dalla partenza nelle zone più aride, all’arrivo, in pratica, ovunque. Alcune regioni della Terra, come il Sahel e altri tratti desertici di Tunisia e Libia fungono da sorgente delle grandi tempeste di polvere.

La sabbia che parte dal Sahara, il più grande deserto del pianeta, con una superficie di nove milioni di chilometri quadrati, per circa 200milioni di tonnellate in media l’anno, si dirige verso l’Oceano Atlantico ed arriva ai Caraibi, oppure attraversa il Mare Mediterraneo.

Il Sahara, oltre alla totale assenza di acqua è una delle terre più estreme al mondo. Di giorno può raggiungere la temperatura vicina ai 50 gradi centigradi, mentre durante le ore notturne è quasi sempre molto freddo.

Peculiarità del clima Sahariano sono i venti desertici tra i quali:

il Simùn, un vento forte polveroso e secco che ha temperatura molto alta e umidità minore del 10%. Chi si imbatte in questo vento viene preso da una forte sensazione di soffocamento;

l’Harmattan, vento secco e polveroso, considerato un disastro naturale. Rende uomini ed animali irritabili, le sue polveri sottili possono essere talmente fitte da impedire agli aerei di decollare e può spingere polvere e sabbia sino al sud America.

Gli scienziati hanno studiato 15 anni di rilevazioni dell’impatto della polvere sulla qualità dell’aria nelle comunità che si trovano nel continente africano, correlandone gli effetti sui tassi di sopravvivenza dei bambini, oltre il primo anno di età.

Nell’Africa occidentale, con una percentuale di polvere nell’aria del 25% circa, la probabilità di sopravvivenza dei bambini scende del 18%. Jen Burney, scienziato ambientale presso l’Università della California a San Diego e autore dello studio, ha affermato che dove ci sono queste nubi di polvere si registra un effettivo impatto diretto: più decessi di bambini in certe zone, piuttosto che in altre a causa del maggiore carico di polvere nell’aria.

Le particelle di polvere trasportate dalle tempeste di sabbia spostano un grande numero di batteri che riescono a percorrere lunghe distanze. Alcuni di questi possono essere patogeni ed arrecare danni all’ambiente e alla salute degli esseri umani.

I venti che soffiano dal deserto del Sahara-Sahel raggiungono le nostre città e trasportando polveri naturali contribuiscono ad aumentare le concentrazioni di PM10 coincidenti con un incremento dei ricoveri di pazienti per patologie respiratorie e cardiovascolari.

Rilevazioni su polvere trasportata dal vento, anche se non a lunga distanza, hanno dimostrato la presenza di batteri patogeni, tra i quali gli stafilococchi, i batteri che causano la salmonellosi e la meningite, virus, funghi ed acari. Molto numerosi i funghi che colpiscono sia l’uomo che gli animali o piante. In campioni di polvere sono stati trovati i funghi che causano nell’uomo la coccidiomicosi (micosi sistemica che provoca eritema, ascessi e lesioni cutanee), altri che colpiscono le coltivazioni vegetali, in particolare la patata, le lenticchie, il grano, la canna da zucchero, il caffè e la banana.

I venti provenienti dal deserto del Sahara determinano effetti significativi sulla salute

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