Uno sguardo nel mondo. Malattia da virus ebola, epidemia infinita
In Congo oltre mille decessi dall'agosto scorso
Nella Repubblica democratica del Congo è la decima epidemia di Ebola. Il Ministero della Salute congolese parla di una emergenza che in pochi mesi ha visto superare i mille decessi e sono più di 1500 i casi di contagio segnalati. L'Organizzazione Mondiale della Sanità avverte che l'intensa trasmissione del virus continuerà anche a causa della situazione di insicurezza della provincia del Nord Kivu che costringe alla fuga migliaia di persone, con la conseguente diffusione dei contagi. L'attuale epidemia di Ebola è la più grave nella storia del virus della febbre emorragica, dopo quella che ha provocato il decesso di circa 11.000 persone nell'Africa occidentale (Guinea, Liberia e Sierra Leone) tra il 2014 ed il 2016. In questo periodo, viene utilizzato un vaccino sperimentale che non è riuscito a contenere l'epidemia per problemi di sicurezza che impediscono alle organizzazioni sanitarie impiegate nella prevenzione di svolgere la loro attività.
"VSV – ZEBOV” vaccino vivo attenuato, ricombinante, è raccomandato dallo Strategic Advisory Gruop of Experts on Immunization (Sage) dell'OMS. E' stato testato in Guinea, dove tutte le persone sottoposte alla vaccinazione non hanno contratto la malattia e i risultati dei test di verifica hanno evidenziato un alto grado di efficacia. Si tratta di una vaccinazione detta "ad anello" in cui vengono identificati come beneficiari le persone a più alto rischio, cioè, che sono state a stretto contatto con ammalati e procedendo per gradi, allargando l'anello. Mantenere una vaccinazione "ad anello" per Ebola è una procedura complessa perché i vaccini devono essere mantenuti ad una temperatura compresa tra -60 -90° C e trasportarli e conservarli nelle aree colpite è molto difficile, anche per la frequente interruzione di energia elettrica.
MALATTIA DA VIRUS EBOLA
La malattia è causata da un virus a RNA che appartiene alla famiglia dei Filoviridae. Scoperto nel 1976 nell'ex Zaire (Congo) dal microbiologo belga Peter Piot, alcuni ceppi sono in grado di uccidere dal 50 al 90% delle persone infettate. Sono state identificate cinque diverse specie di virus Ebola, ma solo Bdvb, Ebov e Sudv sono stati associati a grandi epidemie. L'Ebov è caratterizzato da un solo ceppo virale ed è tra gli Ebolavirus la specie con il più alto tasso di letalità e responsabile del maggior numero di casi.
Il periodo di incubazione va da 2 a 21 giorni. La trasmissione del virus Ebola all'uomo avviene tramite contatto con sangue, secrezioni e fluidi corporei di animali infetti (scimmie, pipistrelli). Anche la trasmissione interumana avviene tramite contatto diretto con sangue, secrezioni e fluidi biologici di persone infette o contatto indiretto con ambienti o oggetti contaminati. I sintomi iniziano con febbre elevata, cefalea, faringodinia, dolori muscolari e articolari. Fanno seguito nausea, vomito, diarrea con segni di alterazioni della funzionalità epatica e renale. In questa fase, possono comparire emorragie cutanee e viscerali ed il rischio di morte è estremamente elevato. Per confermare la diagnosi, i campioni di sangue vengono testati per la ricerca degli anticorpi antivirus (Test Elisa), RNA virale, mediante PCR o del virus stesso (isolamento da coltura cellulare). Nel 40% dei casi il paziente è affetto da emorragie, in particolare gastroenteriche, del naso (epistassi), genitali, gengivali e cutanee. L'emorragia interna è causata da una reazione tra il virus e le piastrine che dà luogo a varie rotture nelle pareti dei vasi capillari. Di particolare importanza la trasmissione sessuale che può verificarsi fino a 7 settimane dopo la guarigione. Il principale strumento di prevenzione è il rispetto delle norme igienico sanitarie.
Per il personale sanitario è fondamentale evitare il contatto con il sangue e fluidi biologici delle persone infette. Non esistono farmaci specifici per trattare o prevenire la malattia, ed oggi, la terapia maggiormente efficace disponibile per i pazienti consiste nell'uso di sangue o di sieri prelevati da soggetti convalescenti o guariti dalla malattia stessa. La terapia è di supporto: bilancio degli elettroliti, ripristino dei fattori di coagulazione, mantenimento dei parametri ematici e di ossigenazione, trattamento delle complicanze batteriche o micotiche.