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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Pena esemplare per Alfonso Filosa: condannato a 15 anni e 200mila euro di risarcimento

Alfonso Filosa, l'ex direttore della Direzione Provinciale del lavoro, è stato condannato in primo grado a 15 anni e 4 mesi di reclusione e a un risarcimento di 200mila euro a favore del Ministero del Lavoro. Il pm aveva chiesto 12 anni

Alfonso Filosa, l’ex direttore della Direzione Provinciale del lavoro, è stato condannato in primo grado a 15 anni e 4 mesi di reclusione e a un risarcimento di 200mila euro a favore del Ministero del Lavoro. Inoltre, l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e quella legale per tutta la durata della pena. Il pm Antonio Colonna aveva chiesto 12 anni. La sentenza è stata letta dal giudice Italo Ghitti, Maurizio Boselli e Elena Stoppini i giudici a latere.

LE RICHIESTE DEL PM - Il pm Antonio Colonna aveva chiesto per Alfonso Filosa 12 anni di reclusione oltre a tutte le pene accessorie, tra cui l’interdizione dai pubblici uffici. Il pm aveva anche chiesto che non fossero concesse le circostanze attenuanti perché “Filosa ha raccontato menzogne” e non c’è motivo per darle. I reati di cui deve rispondere Alfonso Filosa, 68 anni, sono corruzione, concussione, violazione di segreto d’ufficio e indebita induzione (quest’ultimo è un nuovo reato previsto dalla legge “anticorruzione” 190 del 2012 e punisce chi, approfittando della propria posizione, induce qualcuno a dare o promettere denaro).

Freddo il commento della difesa di Filosa, rappresentata dagli avvocati Luigi Alibrandi e Benedetto Ricciardi. «Una sentenza severa. Una decisione che va di tre anni oltre la richiesta del pubblico ministero non può che definirsi così». Scontato l’appello, solo dopo che gli avvocati avranno letto le motivazioni della sentenza, attesa fra 90 giorni. I due legali, subito dopo la lettura del dispositivo della sentenza, si sono detti sorpresi e amareggiati.

Nel frattempo, la libertà personale di Filosa non è a rischio, perché si tratta di una sentenza non ancora passata in giudicato essendoci ancora due gradi di giudizio nei quali i difensori cercheranno di riformare la decisione di primo grado del collegio piacentino. Soddisfatto, invece, Michele Passarella (Foro di Milano), difensore dell’imprenditore Morgan Fumagalli, accusato di corruzione. Secondo Passarella «la soddisfazione va estesa anche alla sua famiglia». Per il legale «la sentenza restituisce prestigio, dignità e onorabilità all’imprenditore Fumagalli». Fumagalli era accusato di corruzione, ma la difesa ha cercato di dimostrare come in realtà fosse un concusso, cioè una persona a cui era stato chiesto del denaro per ottenere dei benefici. Sul piano giuridico, Passarella sottolinea come «la tesi difensiva sia stata ampiamente condivisa (lo stesso pm Colonna aveva chiesto l’assoluzione, ndr) e abbia messo in luce la totale estraneità di Morgan Fumagalli. La nuova normativa sulla corruzione prevede che anche il concusso sia punito, ma Morgan è stato ritenuto una vittima».

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