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Tribunale

Giornalista minacciata durante la manifestazione, Pallavicini condannato a otto mesi

L’esponente del sindacato Si Cobas era accusato di violenza privata nei confronti di Emanuela Gatti. I fatti risalgono al 2019. Assolti gli altri due imputati coinvolti in un altro episodio

E’ stato condannato a otto mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena, l’esponente piacentino del Si Cobas Carlo Pallavicini: era imputato davanti al tribunale di Piacenza per violenza privata nei confronti della giornalista della nostra testata, IlPiacenza.it, Emanuela Gatti. La sentenza di primo grado è stata pronunciata nel pomeriggio del 9 aprile dal giudice Ivan Borasi che ha condannato Pallavicini anche al risarcimento dei danni da quantificarsi in sede civile, oltre al pagamento delle spese processuali della costituzione di parte civile della giornalista con l’avvocato Vittorio Antonini. Gli altri due imputati del processo, Stanislao Balzamo e Mattia Fava, coinvolti in un altro episodio ma accusati del medesimo reato, sono stati assolti. Erano tutti difesi dall’avvocato Eugenio Losco che avrebbe già annunciato ricorso in corte di Appello.

Nel corso del dibattimento erano comparsi in aula svariati testimoni che avevano offerto al giudice la propria ricostruzione dei fatti, mentre le indagini erano state coordinate dal sostituto procuratore Matteo Centini che aveva chiesto per Pallavicini un anno di reclusione. I fatti risalgono al 25 aprile 2019 quando in piazza Cavalli e durante la cerimonia della Liberazione, Pallavicini era accusato di aver costretto «con violenza e minaccia la giornalista ad interrompere il proprio lavoro e ad omettere di riprendere il corteo per documentare il proprio servizio giornalistico»  - come si legge nel decreto di citazione a giudizio - e di averle ordinato di non filmare perché «Tu fai arrestare la gente», aggiungendo che «sarebbero andati a cercarla e comunque gliela avrebbero fatta pagare». L’allusione è da ricondursi al video girato dalla giornalista il 10 febbraio 2018: quello ripreso da Gatti è stato infatti l’unico filmato che ha documentato in diretta tutte le fasi del violento pestaggio del brigadiere capo dell'Arma dei carabinieri in forza al battaglione di Bologna, Luca Belvedere, ad opera di Giorgio Battagliola, Lorenzo Canti (antagonisti) e Moustafa Elshennawi del sindacato Si Cobas in via Sant’Antonino durante il corteo antifascista contro l’apertura della sede piacentina di Casa Pound. Il video fu una prova determinante, e per quella violenza tutti e tre furono arrestati, processati e condannati.

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