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Cronaca

Giustizia penale, gli avvocati piacentini in sciopero il 13 e 14 marzo

La Camera Penale di Piacenza aderisce all’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale come segno di protesta per il rinvio (a dopo le Elezioni) dell’entrata in vigore della riforma penitenziaria

La Camera Penale di Piacenza aderisce alla delibera della Giunta dell’U.C.P.I. (Unione Camere Penali Italiane) che ha proclamato l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale per i giorni 13 e 14 marzo (oltre ad una giornata di mobilitazione tenutasi a Roma il 2 febbraio scorso) in conseguenza del provvedimento adottato il 22 febbraio scorso dal Consiglio dei Ministri con cui è stata rinviata a dopo le elezioni la possibile entrata in vigore dei decreti legislativi relativi alla riforma penitenziaria che ruota intorno a due cardini principali: l’affermazione e il rispetto della dignità del detenuto e l’attuazione della finalità rieducativa della pena sancita costituzionalmente.

«Tale rinvio – fanno sapere gli avvocati piacentini - pone a rischio la effettiva realizzazione di una riforma fondamentale nell’ambito della esecuzione penale e dell’ordinamento penitenziario che ha creato grandi e giustificate aspettative di adeguamento del sistema, così calpestando i diritti fondamentali dei detenuti, negando i principi propri della Costituzione e dei Trattati Internazionali da tempo sottoscritti dall’Italia. E questo nonostante sia il Ministro della Giustizia Andrea Orlando che il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni abbiano reiteratamente e pubblicamente affermato che la riforma sarebbe stata certamente attuata rassicurando in ordine alla volontà politica di tale approvazione ed alla sussistenza dei tempi tecnici e delle condizioni per la adozione di tale provvedimento. Pare evidente, invece, la debolezza dimostrata dal Governo che ha fatto prevalere i propri timori in tema di consenso elettorale, rispetto alla concreta realizzazione delle condivise scelte valoriali che avevano determinato l’approvazione della delega da parte del Parlamento e la susseguente convocazione degli Stati Generali dell’Esecuzione Penale e la istituzione dei Tavoli per la elaborazione dei decreti attuativi, con il contributo di oltre 200 giuristi, così ignorando non solo l’impegno profuso in tali contesti ma anche la lunga attesa – dal 2013 ad oggi – di una riforma strutturale che ricucisse gli strappi emergenziali operati in questa materia dai primi anni ‘90 in poi».

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