rotate-mobile
Cronaca

I 5 Stelle in Procura: nel mirino i servizi informatici del Comune e il progetto dell'ex Consorzio Agrario

Offensiva giudiziaria del Movimento 5 Stelle. Due gli esposti consegnati nelle scorse settimane in procura: uno relativo all’appalto del bando Help Desk del Comune (gestione di servizi informatici), l’altro legato alla variante urbanistica dell’accordo “Molini degli Orti”

Offensiva giudiziaria del Movimento 5 Stelle. Due gli esposti consegnati nelle scorse settimane in procura: uno relativo all’appalto del bando Help Desk del Comune (gestione di servizi informatici), l’altro legato alla variante urbanistica dell’accordo “Molini degli Orti” che aveva visto il progetto di Terrepadane per il Consorzio agrario, l’ex mercato ortofrutticolo e l’ex “piano caricatore”.

Il primo esposto era stato inviato nel novembre del 2016 anche all’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) guidata dal pm Raffaele Cantone. Il secondo, invece, ha visto, nel maggio del 2016, come destinatari la prefettura, la Provincia e la Regione. Entrambi gli esposti sono stati firmati, dai tre consiglieri pentastellati in Comune all’epoca della Giunta Dosi: Mirta Quaglliaroli, Andrea Gabbiani e Barbara Tarquini.

HELP DESK Dettagliato l’esposto presentato dal M5S. Al bando si era presentata una sola azienda di Torino, che faceva parte di una Ati. Fin dal settembre 2016, Quagliarioli aveva chiesto l’accesso agli atti per verificare la regolarità dell’appalto di “Servizi di outsourcing HelpDesk del Comune”. Lungo l’elenco di atti richieste e lungo l’elenco delle risposte parziali o insufficienti fornite dall’amministrazione, secondo i consiglieri.

La banca dati, prevista dal capitolato, dopo 90 giorni non c’era. L’assicurazione per danni a cose e persone non comprendeva il magazzino. Difformità, in particolare, sul numero del personale e sulle qualifiche da inserire, sempre in violazione del capitolato scrivono i Cinque stelle. Nessuna copia dei libri paga, delle ricevute dei pagamenti dei contributi assicurativi e previdenziali relativi alpersonale adibito ai lavori previsti nel Capitolato.

Caos anche sul contact center (il numero verde che inizia con 800): il luogo dove è sistemato sono gli uffici di via Beverora (ma doveva farsene carico chi aveva vinto l’appalto), «i costi delle telefonate sono stati sostenuti dal Comune?» si chiede M5S. E ancora: c’è una deroga per lo spostamento del center e il Comune ha mai diffidato il fornitore?

I pentastellati, poi, mettono sotto il microscopio la parte relativa al personale. Undici curricula che non rispetterebbero il capitolato, cioè non forniti nel formato giusto, senza l’indicazione dei ruoli corretti, numero delle persone diverso da quello indicato nell’appalto. In alcuni casi, scrivono i Cinquestelle ci sarebbero persone non certificate, senza esperienza come richiesto, senza documentazione dell’esperienza pregressa, carenza dei requisiti. Nessuno, poi, ha fornito il numero dei tecnici che ci sono nei locali dell’azienda e che ruolo abbiano. Il recente black out informatico, che ha colpito il Comune, tra sabato e lunedì potrebbe essere legato alla insufficiente gestione del sistema dei server. Inoltre, il M5S aveva chiesto al comune anche un report analitico (sulle risposte date e sulla tempestività delle risposte) ma dal Comune non era arrivato nulla. E anche questi aspetti sono finiti del dettagliato esposto. E ancora. Era stato chiesto un «report analitico di tutte le chiamate con indicazione sospensioni (ora inizio, motivazioni ed ora fine) e tecnico di lavorazione» rilegge nell’esposto.

«La risposta - scrivono i Cinquestelle -ci sembra pervenuta in modo parziale, attraverso lo presentazione di un foglio sprovvisto di intestazione e contenente un mero elenco di dati. Tale dichiarazione tuttavia non soddisfa quanto previsto dal Dpr 445/2000 inquanto non sono corredate di numero di protocollo o ricevuta di ricezione Pec. Il documento pertanto non evidenzia né certifica la data di consegna agli uffici comunali. L’elenco, però, appare essere quello dei soliti ticket sospesi. La richiesta erain ogni caso diversa e doveva comprendere report analitico di tutte le chiamate con i tempi di sospensione apertura e chiusura e doveva essere volta a confermare i continui disservizi evidenziati dai dipendenti comunali».

TERREPADANE «Il recupero delle aree produttive dismesse è un obiettivo urbanistico d’importanza strategica, ha la discrezionalità dell'Amministrazione Comunale di Piacenza, nel convalidare proposte di accordi finalizzati alla riqualificazione urbana, non può eludere le procedure e le condizioni stabilite dalla legge.A questo proposito, si rileva che il procedimento proposto dalla Giunta Comunale per la pratica in oggetto non è regolare». Inizia così l’esposto del M5S relativo all’accordo di programma “Molino degli Orti” proposto da Terrepadane per l’area del Consorzio agrario, dell’ex mercato ortofrutticolo e dell’ex piano caricatore in via Colombo.

«Il problema - afferma l’ex consigliere Andrea Gabbiani - sono le destinazioni di uso per l’interesse pubblico. Qui la vera politica è chiamata a intervenire. L’interesse pubblico si evidenzia quando il Comune decide cosa fare di una certa area. Nell’accordo tra Comune e Terrepadane non c’è nulla di tutto questo. L’amministrazione non ha spiegato che cosa verrà realizzato in quella vasta area, né indica quanto vale, né quale sarà il guadagno per l’Ente pubblico, cioè per la comunità. Quella è un’area importante, manca una visione globale del futuro e del cambiamento di questa città». Secondo Gabbiani, «le aree devono essere considerate in un’ottica unitaria e non come singoli comparti».

I Cinquestelle ricordano che anche gli accordi tra ente pubblico pubblico e privati «riguardano interventi d’iniziativa privata che rivestono un rilevante interesse pubblico». Inoltre, questi accordi non sono una variante appiani urbanistici, ma devono essere inseriti nel procedimento di adozione/approvazione del Piano operativo comunale (Poc). Il Comune - in merito a «questa proposta di grande impatto urbanistico sull’intera città» - deve allegare alla delibera l’assenso dell’Ente spiegandolo in modo dettagliato. Insomma, conclude il M5S, il rilevante interesse pubblico deve essere dimostrato e non solo dichiarato e così pure la sua coerenza con gli obiettivi strategici della pianificazione comunale e sovraordinata». Per i tre consiglieri, infine, «gli specifici vantaggi che derivano alla comunità locale dall’accordo non sono riducibili alla normale osservanza delle prescrizioni stabilite dalla legge per i Piani urbanistici attuativi, ossia alla realizzazione, delle urbanizzazioni primarie e secondarie». 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

I 5 Stelle in Procura: nel mirino i servizi informatici del Comune e il progetto dell'ex Consorzio Agrario

IlPiacenza è in caricamento