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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

«Il Vittorio Emanuele ora è una struttura fredda, impersonale e piena di lacune»

Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un gruppo di famiglie che vuole esprimere la propria opinione sui servizi erogati dall'Asp di Piacenza, oggetto di una rivisitazione della gestione da parte dell'Amministrazione comunale: «Noi familiari non più coinvolti, i nostri cari considerati come parametri»

Mentre divampano ancora le polemiche sulla decisione dell’Amministrazione di ripubblicizzare l’Asp “Città di Piacenza” – ovvero l’azienda servizi alla persone che si occupa della gestione della struttura per anziani “Vittorio Emanuele” -, pubblichiamo un importante testimonianza di un gruppo di famiglie che ha avuto e sta avendo a che fare negli ultimi dieci mesi con la struttura e le cooperative ora al centro della questione.

«Siamo un gruppo di parenti di ospiti del Vittorio Emanuele – scrivono in una missiva - che hanno avuto la sfortuna di essere stati destinati al gestore privato “Ati” “Coopselios” “Aurora Domus”. Alcuni di noi hanno già manifestato sia all’Amministrazione comunale che a mezzo stampa le gravi inadempienze nella cura dei nostri cari. Apprendiamo con disappunto dalla stampa del 26 marzo che il servizio erogato al Vittorio Emanuele nella gestione Ati Coopselios Aurora Domus sarebbe stato valutato positivamente. Vogliamo ribadire che non è affatto così e a supporto specifichiamo che parecchi di noi hanno chiesto il trasferimento alla gestione pubblica ASP. Sempre in merito all’articolo, e con tutto rispetto del lavoro svolto della Commissione, affermiamo che noi siamo presenti in struttura quotidianamente, mentre le visite di controllo si riducono ad un sopralluogo di un paio di ore e spesso si basano su strumenti cartacei quindi non sempre riescono a cogliere tutti gli aspetti fondamentali necessari per una buona cura degli utenti. Leggere che “idonee condizioni igieniche degli ospiti e dell’ambiente, abbigliamento appropriato”. Ci fanno tornare indietro nel tempo a come erano gli Ospizi di una volta.

Questi aspetti sono ormai consolidati nella maggior parte delle strutture. Tutto ciò che noi abbiamo lamentato e lamentiamo tutt’ora sono aspetti di primaria e vitale importanza quali ad esempio: cure sanitarie ed infermieristiche inadeguate in quanto il personale cambia in continuazione e non conosce gli ospiti, ciò per effetto di una cattiva organizzazione del servizio; mancanza di personale di riferimento per noi, non riusciamo mai a parlare con qualcuno e se ci riusciamo le risposte sono sempre “ siamo nei parametri”. Inoltre per i nostri cari non c’è nessun coinvolgimento relazionale e ciò non è dovuto all’incapacità degli operatori ma sempre alle modalità organizzative adottate. Noi famigliari non siamo più coinvolti nel processo di cura ma siamo visti e considerati solo quando ritengono opportuno il nostro intervento.

Chiariamo che ciò che noi esprimiamo è frutto di considerazioni molto spesso verbalizzate dai nostri anziani che tutti i giorni vivono in questa situazione. Fino al 31 maggio 2014, ovvero fino a quando la gestione era in capo ad ASP, non si riscontravano tali carenze ed inadeguatezze. I nostri familiari stavano bene e noi ci sentivamo coinvolti in tutto, ci sentivamo parte dell’equipe e soprattutto i nostri cari non erano dei parametri ma persone. Fino a quando c’è stata ASP la struttura era viva e dinamica, professionale e nello stesso tempo familiare. Ora è fredda, impersonale e con grandi lacune. Chiediamo supporto all’Amministrazione comunale affinché si lascino da parte le questioni politiche ma si pensi veramente al benessere della popolazione anziana, cioè si riportino alla gestione di ASP i nuclei ora gestiti dal privato».

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