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Tribunale

«Quella di Usb è una legittima attività sindacale»: conclusi gli interrogatori dei sindacalisti

Sono terminati il 22 luglio gli interrogatori di garanzia per gli appartenenti all'Usb raggiunti da misure nei giorni scorsi. Non hanno risposto alle domande ma hanno rilasciato spontanee dichiarazioni

Sindacalisti arrestati. Oggi 22 luglio è stato il giorno degli interrogatori di garanzia per gli appartenenti all'Usb raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Sonia Caravelli su richiesta dei pm Matteo Centini e Grazia Pradella. Sono comparsi, con i loro avvocati Arturo Salerni e Marco Lucentini. Abed Issa Mahmoud El Moursi, Elderdah Fisal, Roberto Montanari (collegato da remoto, è in Sicilia) e Zagdane Riadh, leader nazionale del sindcato. Sono ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di numerosi reati, tra cui violenza privata, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, sabotaggio, interruzione di pubblico servizio. Da precisare che Zagdane Riadh ha solo il divieto di dimora nella provincia di Piacenza (misura non custodiale), Issa e Montanari ai domiciliari, Fisal ha invece l’obbligo di firma. Davanti al gip Caravelli si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande e hanno rilasciato spontanee dichiarazioni: tutti si sono dichiarati estranei ai reati contestati e che le condotte descritte rientrano in una legittima attività sindacale. Presenti i titolari delle indagini della polizia, il sostituto procuratore Matteo Centini e il procuratore Grazia Pradella.

«Il leader nazionale – ha spiegato l'avvocato Lucentini – nell’ambito delle spontanee dichiarazioni ha ricostruito tutta la vicenda di Usb, dalla nascita a Piacenza intorno al 2016 e ha ripercorso tutte le principali vertenze (Gls, Tnt, Leroy Merlin). Queste nascevano, da un lato da problematiche riguardanti le condizioni di vita, contrattuali e di lavoro dei lavoratori, dall’altro invece problematiche che poi sono state oggetto di accertamenti giudiziari per quello che riguardava violazioni, omissioni sotto l’aspetto contributivo e contrattuale e distrazioni che hanno condotto a procedimenti per bancarotta fraudolenta». «Insomma, ha offerto un quadro storico, politico e sindacale completo rispetto a quanto fatto da Usb rivendicando la legittimità delle loro azioni». E ha concluso: «Siamo davanti a battaglie sindacali che hanno visto contrapposte modalità e strategie evidentemente differenti». Tenuto conto delle posizioni di Zagdane Riadh e Fisal, ritenute marginali, i legali chiesto la revoca del provvedimento (divieto di dimora e obbligo di firma) e la procura ha dato parere favorevole. Per gli altri due invece non è stata avanzata ancora la richiesta.  A differenza del 21 luglio non si è svolta, in contemporanea agli interrogatori, alcuna manifestazione da parte di sostenitori degli indagati e del sindacato stesso.

Usb a Piacenza come riportato in questi anni è nato nel 2016-2017 e ha raccolto numerosi fuoriusciti dal Si Cobas in netto contrasto con il sindacato circa la gestione delle lotte e delle conciliazioni.  Le indagini della procura come già ampiamente detto proseguono anche in questi giorni e ulteriori sviluppi potrebbero emergere nei prossimi giorni. 

Da sinistra il magistrato Matteo Centini, l'avvocato Salerni, Zagdane Riadh e Fisal-2

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