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Cronaca

La musica e le arti nella Vienna della Belle Epoque alla Ricci Oddi

La Bella Epoque viennese, un'epoca di nostalgica memoria con la quale anche Piacenza ha avuto legami stretti, raccontata alla Ricci Oddi in una conferenza della prof. Maria Giovanna Forlani

La musica e le arti nella Vienna della Belle Epoque, sono stati argomento di un interessante incontro culturale animato dalla prof. Maria Giovanna Forlani, proposto alla sala convegni della Ricci Oddi, dalla delegazione piacentina di GEBETSLIGA, Unione di preghiera Beato Carlo d'Asburgo per la pace e la fratellanza fra i popoli", Associazione” nazionale che coltiva i valori spirituali ispirati alla vita del Beato Imperatore Carlo d’Asburgo. La prof. Forlani ha illustrato il contesto socio-politico di Parigi e di Vienna degli anni di pace e di sviluppo che si sono susseguiti dal 1870 ca. al 1914, punteggiando la sua ben strutturata conversazione con l’ascolto e il commento di puntuali brani musicali attinenti agli eventi via via narrati. Protagonista della Bella Epoque è stata principalmente la borghesia europea. Si trattava di una piccola parte della società, che godeva di condizioni privilegiate: gli aristocratici delle corti europee, i ricchi borghesi, gli artisti spesso squattrinati ma desiderosi di nuove esperienze, qualche piccolo borghese un pò arricchito. Questa schiera di persone aveva dato origine a mode, gusti e anche duraturi prodotti artistici. Una società cosmopolita e privilegiata che era fiduciosamente convinta della durevolezza della propria condizione, nonostante i contrasti di classe e di ceto, un mondo – ha osservato la Forlani - di nostalgica memoria con il quale anche Piacenza ha avuto legami stretti.


Mentre a Parigi i simboli della Bella Epoque erano i cabaret, il can can e le ballerine che simboleggiavano l’energia e la volontà di andare oltre, a Vienna ci si divertiva in maniera più tradizionale: le gite in carrozza e si volteggiava sui valzer di Johann Strauss. Si emulava il modello di cultura parigina dando una maggior grandiosità alla città sostituendo con grandi viali molte casupole della vecchia Austria. La monarchia garantiva stabilità nel culto tutto asburgico per l'ordine, l'obbedienza e la sicurezza. Le classi dirigenti austriache erano convinte che la monarchia asburgica avesse una missione storica da compiere: proteggere e mantenere fedeli le diverse nazioni dell’Impero; a predominare era una diffusa “inconsapevolezza del cambiamento”. 


Pur in questo contesto Vienna è stata anche il crogiolo in cui ha preso forma gran parte del pensiero e dell’arte moderna: con Sigmund Freud nasce la psicoanalisi mentre Gustav Klimt ed Egon Schiele rompono con la tradizione artistica del passato allo stesso modo di Arnold Schönberg per la musica ed altri. Fenomeni analoghi si hanno nella letteratura. L’Austria di Francesco Giuseppe trascorse decenni tranquilli sin che non scoppiò il conflitto mondiale che tutto travolse.  Il prof. Maurizio Dossena, delegato per Piacenza della Gebetsliga, nell'esprimere gratitudine e apprezzamento alla prof.ssa Forlani per la sua consueta accuratezza e competenza nella materia trattata, ha richiamato gli elementi che consentono di superare la falsa idea che l'Impero Austro-Ungarico sia giunto alle soglie della Grande Guerra come una nazione a pezzi, come un colosso d'argilla: si trattava invece di una compagine statuale erede peraltro di un mondo grande e importante a livello europeo  capace, pur fra mille problemi e limiti, di tenere unite ben tredici diverse etnie; uno Stato e una società nelle quali cultura e istruzione a livelli avanzati, suffragio universale e un'economia ben solida erano una realtà evidente. Questi e altri aspetti e questioni di corretta e doverosa revisione storica, è possibile cogliere lo ha ricordato il Prof. Dossena al pubblico presente alla "Ricci Oddi" nella raccolta di pregevoli studi storici costituita dagli Atti del Convegno “L’utile ideologico dell’inutile strage. Per una rilettura convenientemente revisionista della Grande Guerra a un secolo dal grande dramma”, tenutosi nel 2013 a cura della Gebetsliga Piacenza; è il primo convegno in assoluto svoltosi nella nostra città per l'anniversario secolare della Prima Guerra Mondiale. Questi Atti, pubblicati da un editore piacentino, saranno ufficialmente presentati sabato mattina 21 maggio p.v. presso l'Auditorium S. Margherita della Fondazione, alla presenza dell'Arciduca Martino d'Austria-Este, nipote dell'ultimo Imperatore, il Beato Carlo d'Asburgo.

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