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Il processo / Fiorenzuola d'Arda

Morì in moto contro un'auto, al via il processo per omicidio stradale

L'incidente avvenne nel 2021 alla Barabasca di Fiorenzuola. La vittima era un 47enne romeno

Il 19 giugno 2021 il 47enne romeno Dorin Cimpoc perse la vita in un tragico incidente stradale a Fiorenzuola lungo la strada provinciale 462 della Valdarda che collega la cittadina con Cortemaggiore. L’uomo era in sella alla sua moto Bmw R 1150 quando si era schiantato contro un’auto all'ingresso del casello autostradale alla Barabasca. La vettura sulla quale viaggiava una coppia, si era immessa in carreggiata, verso Corte, dopo essere uscita dal parcheggio di un bar. L’impatto – violentissimo – non gli aveva lasciato scampo. Nella mattinata del 28 marzo è cominciato il processo che vede imputato per omicidio stradale il conducente dell’auto, il quale sottoposto all’alcol test pochi istanti dopo l’incidente, era risultato negativo. I famigliari della vittima si sono costituiti parte civile con gli avvocati Alessandra Delogu e Camilla Penna del Foro di Roma, mentre l’imputato è difeso dagli avvocati Caterina Vassallo e Giuseppe Locurto del foro di Como e Milano.

In aula hanno deposto uno dei carabinieri del Radiomobile di Fiorenzuola che ha effettuato i rilievi e un testimone oculare: il conducente di un pick up accanto al quale fu sbalzata la vittima. «Stavamo andando  a Monticelli per un sopralluogo di furto quando ci siamo trovati davanti l’incidente e siamo subito fermati a prestare soccorso – ha detto il militare -. La vittima era già esanime a terra e senza casco che si era probabilmente sfilato per l’impatto, mentre l’auto era finita sull’isola. La moto, come emerso dai rilievi, ha colpito la vettura nella parte posteriore, e l’urto molto violento ne ha provocato lo scarocciamento di 180 gradi, elemento che ci ha fatto dedurre che la due ruote non andasse a 50 chilometri all’ora come previsto in quel tratto e quindi non aveva una velocità non commisurata, peraltro in quel tratto erano in corso lavori stradali».

«Stavamo andando  a Monticelli per un sopralluogo di furto quando ci siamo trovati davanti l’incidente e siamo subito fermati a prestare soccorso – ha detto il militare -. La vittima era già esanime a terra e senza casco che si era probabilmente sfilato per l’impatto, mentre l’auto era finita sull’isola. La moto ha colpito la vettura nella parte posteriore, e l’urto molto violento ne ha provocato lo scarocciamento di 180 gradi, elemento che ci ha fatto dedurre che la due ruote non andasse a 50 chilometri all’ora come previsto in quel tratto e quindi non aveva una velocità non commisurata, peraltro in quel tratto erano in corso lavori stradali». L’altro testimone ha spiegato di essere stato alla guida del suo furgone fermo al semaforo e di aver sentito il boato e di aver purtroppo visto il corpo dell’uomo cadere accanto alla sua portiera. Il processo è stato aggiornato per l’ascolto di altri testimoni.

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