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Cronaca Via Dante / Via Sebastiano Nasolini

Omicidio di via Nasolini, Mazzarelli sceglie il rito abbreviato

Omicidio di via Nasolini, il gip decide anche di sentire due testimoni di quella sera finita nel sangue. La difesa chiede di acquisire il certificato medico che dimostra l’assunzione di alcol e droga. Tutti i familiari della vittima si sono costituiti parte civile

Ha scelto il rito abbreviato, Gianluca Mazzarelli, il 26enne accusato di aver ucciso con tre coltellate l’albanese Ervin Tola, 31 anni, dopo una lite davanti al bar Oldtimer all'incrocio tra via Quattro Novembre e via Nasolini la sera del 29 dicembre 2017. Il giudice per l’indagine preliminare, Stefania Di Rienzo, ha accolto la richiesta del rito alternativo - che consente lo sconto di un terzo della pena - e lo ha condizionato all’ascolto di due testimoni, la barista e un amico di Tola. Il difensore di Mazzarelli, l’avvocato Antonino Rossi, ha chiesto che venga acquisito nel processo anche il certificato medico del 26enne visitato al momento del suo ingresso in carcere: il giovane era stato trovato positivo all’alcol e agli stupefacenti.

La difesa, inoltre, si avvarrà anche delle fotografie scattate dalla polizia che mostrano il viso di Mazzarelli con diversi ematomi al volto, con probabilità dovuti alla rissa in cui era stato coinvolto. L’udienza si terrà fra un paio di settimane. Intanto, la convivente di Tola e il figlio che porta in grembo (è al settimo mese) si è costituta parte civile con l'avvocato Fabiana Pieroni del foro di Lucca, il fratello e i genitori invece con l’avvocato Fabio Leggi. 

L’indagine coordinata dal sostituto procuratore Emilio Pisante e svolta dalla Squadra Mobile, aveva portato ad accusare Mazzarelli di omicidio volontario e porto abusivo di arma. Tola è stato ucciso con un grosso coltello da cucina, mai trovato. Tre colpi, di cui l’ultimo mortale, sferrato dal basso verso l’alto, al torace, che non hanno lasciato scampo al giovane imbianchino albanese. Mazzarelli si è sempre difeso dicendo di essere stato aggredito e picchiato da più persone. A terra, malmenato da più persone - e in stato di alterazione - Mazzarelli ha sempre detto, negli interrogatori, di essersi trovato in mano un coltello. Con quello avrebbe prima minacciato Tola di allontanarsi poi, quando quest’ultimo gli si sarebbe avventato contro di nuovo, lo avrebbe colpito al petto. Insomma, un tentativo estremo di difesa. Mazzarelli si trova tuttora in custodia cautelare ed è detenuto a Reggio Emilia.

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