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Cronaca Pontenure

Omicidio Pierini, la Cassazione conferma l'ergastolo per la figlia

La donna era accusata di aver ucciso la madre, Giuseppina Pierini, a Pontenure, e poi di averne denunciato lo scomparsa. L'omicidio, però, venne alla luce grazie alla confessione del figlio Gino Laurini, 23 anni, nel novembre del 2015

Omicidio di Giuseppina Pierini. La Cassazione ha confermato l'ergastolo per la figlia, Maria Grazia Guidoni. La corte ha confermato la sentenza della corte d'Assise che aveva accolto le richieste della pubblica accusa condannando la donna al massimo della pena. All'epoca era stato anche stabilito l'isolamento diurno per tre mesi e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, e l'esclusione dalla successione dei beni della mamma. La donna si trova rinchiusa nel carcere di Modena. Claudia Pezzoni l'avvocato del foro di Parma di Guidoni, aveva messo in evidenza le contraddizioni nella ricostruzione della vicenda fatta dal figlio (nipote della vittima), ponendo l'accento sulla diversità dei racconti. Aveva anche chiesto alla Cassazione di annullare la sentenza della Corte d'Assise, avanzando la richiesta di un nuovo processo, richiesta evidentemente rigettata. Il corpo di Pierini venne ritrovato la sera del 12 novembre 2015 nel podere di Massa Marittima (Grosseto).

Guidoni era accusata di aver ucciso la madre, Giuseppina Pierini, a Pontenure, e poi di averne denunciato lo scomparsa. L'omicidio, però, venne alla luce grazie alla confessione del figlio Gino Laurini, 23 anni, nel novembre del 2015. Secondo Roberto Fontana, pm dell'epoca, si era trattato di «una vicenda estremamente drammatica» che ha portato alla tragedia «di madre e figlio che si accusano di omicidio». Una drammaticità che ha avvolto il contesto e la storia personale delle persone coinvolte, a partire da Guidoni. La donna ha avuto un’infanzia tormentata, lei stessa ha parlato di abusi da parte di parenti, due matrimoni falliti e quattro figli.  La madre era vissuta come un peso. Il movente non era solo la pensione, seppur necessaria per tirare avanti (ma l’amministratore di sostegno avrebbe tolto alla donna la possibilità di agire sul conto).

pierini giuseppina-2La malattia di Giuseppina Pierini (Alzheimer), poi, ha aggravato il quadro. Nonostante questo, aveva affermato il pm, la donna aveva continuato a dire bugie. Arrivando, nel confronto in aula con il figlio, a dire che non aveva mai portato i figli al mare nel giugno 2012, come invece in precedenza aveva sempre sostenuto. Il pm ha ricordato altre versioni modificate. Il 2 luglio era andata in Toscana per un sopralluogo e non per “scaricare la tensione”. Aveva detto che la sera del 2 luglio era stata con il proprio compagno a Pontenure. E così pure per gli attrezzi comprati all’OBI (la pala, il cemento, l’acido muriatico) o quando ha negato di aver colpito il corpo della madre per smembrarlo, nel podere dove poi l’anziana è stata lasciata. Ma è stata smentita dalle testimonianze. L’altro pilastro della requisitoria era stato il figlio (il quale con il rito abbreviato è stato condannato a 9 anni). «Gino è credibile. Ha ammesso subito il proprio ruolo - ha affermato Fontana - e si è detto pronto a pagare per ciò che aveva fatto. Ha dato una versione coerente e stabile dei fatti. E le sue dichiarazioni non sono state smentite». Il racconto dell’avvelenamento della nonna, della morte, del trasporto del corpo e del tentativo di distruggerlo è vero, ha detto il pm, è pieno di dettagli mai smentiti. Senza le dichiarazioni di Gino, «questa storia sarebbe rimasta sepolta in un ufficio della procura, in un fascicolo sulla scomparsa di un’anziana». Dopo aver sostenuto che «mi pesa chiedere questa pena, che non è nelle mie corde» Fontana aveva chiesto l’ergastolo.

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