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Cronaca

Chiede aiuto a Oltre la Strada e manda la trans che la sfrutta a processo

Favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. A processo una trans accusata di averne sfruttate due. Parte civile anche il Comune di Piacenza con il progetto Oltre la strada. In aula parlano una psicoterapeuta e un'educatrice

«Ho bisogno di aiuto. Devo parlarvi». E’ con questo sms che una trans brasiliana, oggi 29enne, ha contattato l’Unità  di "Oltre la strada" per uscire dal giro di sfruttamento della prostituzione di cui diceva di essere vittima da mesi. Con la sua denuncia e quella di una sua collega sono partite le indagini della squadra mobile, coordinate dal sostituto procuratore Matteo Centini e che ora sono sfociate nel processo che vede imputata Moraes Da Cunha Fagner Mozart, nome d’arte Nikita, con le accuse di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

Nella giornata del 16 novembre davanti al collegio di giudici presieduto da Gianandrea Bussi a latere Aldo Tiberti e Ivan Borasi, hanno sfilato alcuni testi. Una delle due trans si è costituita parte civile con l’avvocato Sara Stragliati. La chiameremo Vittoria. Ora si trova in comunità protetta nel Lazio dove si sta ricostruendo una vita, la collega che chiameremo Martina è tornata in Brasile, entrambe sono parti offese. Nikita è difesa dall’avvocato Emanuele Solari ed attualmente ha il divieto di dimora a Piacenza. Parte civile è anche il comune di Piacenza con l’avvocato Anna Maria Soavi perché Palazzo Mercanti promuove “Oltre la strada” che è un progetto  in grado di offrire supporto, accoglienza ed accompagnamento a chi si prostituisce o a chi intende uscire da percorsi prostitutivi. E’ gestito con il supporto di una rete di soggetti pubblici e privati che si occupano sul territorio comunale della lotta alla tratta di esseri umani.  Nikita è accusata di aver ospitato a casa propria da agosto a novembre 2019 le due trans pretendendo il pagamento di 250 euro a settimana comprensivo di affitto e “marciapiede” e successivamente, quando le due se ne erano andate, chiedeva loro 50 euro come pagamento del posto in cui si prostituivano, minacciandole.  

A raccontare lo spaccato di vita di Vittoria ci hanno pensato prima Martina Colledani, psicoterapeuta dei servizi sociali e parte della task force di Oltre la strada e poi un’operatrice dello stesso progetto (di cui manteniamo l’anonimato) che due volte a settimana con il camper attrezzato frequenta le zone di prostituzione di Piacenza cercando di “agganciarle” nel tentativo di sensibilizzarle, per fare alcuni esempi, circa l’uso dei preservativi e per eventualmente anche intercettare richieste di aiuto e individuare vittime di tratta e sfruttamento. E così è infatti accaduto con Vittoria che fu anche sentita in incidente probatorio nei mesi scorsi. Le due testi hanno risposto alle domande del pm e degli avvocati.

IL RACCONTO - Vittoria arriva in Italia dal Brasile per prostituirsi nel 2017, per il viaggio contrae un debito che dovrà ripagare. A Piacenza giunge nell’agosto del 2019 – così racconta – per il tramite di un trans che le fa conoscere Nikita la quale la fa abitare a casa sua previo il pagamento - secondo l’accusa -  di 250-300 euro settimanali (affitto e piazzola). In quell’appartamento conosce Martina. Entrambe si vendono lungo la Caorsana. A novembre se ne vanno perché – raccontano le testi - «stanche di vivere nella miseria, nel degrado, in una casa senza utenze e sporca, minacciate da Nikita che a volte le derubava del loro denaro, oltre alla quota che già riceveva, per comprare droga». Vittoria voleva prostituirsi ma non certo essere sfruttata». Trovano alloggio in un hotel della città e vengono però di nuovo contattate da Nikita che – riferiscono - «chiede 50 euro per il “marciapiede” e dice loro che era meglio essere amica sua piuttosto che nemica perché aveva amici carabinieri». Nel gennaio 2020 Vittoria che, spiega l’operatrice di strada «aveva già avuto molti colloqui con noi, ci ha scritto un messaggio in cui chiedeva aiuto. A quel punto è stata portata in questura dove ha raccontato tutto e ha denunciato dando abbrivio alle indagini che hanno portato al processo». Dagli atti risulta che Vittoria aveva già sporto denuncia contro Nikita alla stazione carabinieri di Piacenza Principale dopo  - è emerso in udienza anche riferito dai testi che hanno raccolto il racconto della trans – che aveva tentato la stessa cosa alla stazione di Piacenza Levante ma invano. Stessa denuncia aveva fatto anche Martina. «Vittoria ci ha raccontato  - spiegano - di aver subito un’aggressione da parte di quella trans che la mise in contatto con Nikita, la quale le avrebbe morso un labbro e una volta disse di essere stata avvicinata da una pattuglia di carabinieri che la fecero salire in auto all'apparenza senza motivo, quando però avrebbe detto di essere “amica di Nikita”, loro l'avrebbero abbandonata  in un parcheggio senza scarpe. Vittoria ci ha spiegato che era costretta a pagare Nikita che a volte diventava anche violenta e che una volta che se ne era andata era stata minacciata, poi l’aggressione e l’episodio dei carabinieri. A quel punto, avendo paura per la sua incolumità, ci ha contattato. Noi per contro, avendo compreso quanto si sentisse in pericolo e anche quanto volesse riscattarsi, abbiamo fatto di tutto per aiutarla». «Ricordo - ha infine detto - Nikita in strada dal 2014, anche lei ha avuto un passato da sfruttata». Il processo è stato aggiornato a dicembre. 

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