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La Giornata mondiale della poesia celebra il potere di ricordarci della bellezza che ci circonda

Si celebra il 21 marzo, proprio all'inizio della primavera, la giornata mondiale della poesia, istituita dalla XXX Sessione della Conferenza Generale Unesco, nel 1999

Si celebra il 21 marzo, proprio all'inizio della primavera, la giornata mondiale della poesia, istituita dalla XXX Sessione della Conferenza Generale Unesco, nel 1999. Vivere di poesia e i poeti contemporanei, con l'edizione dei loro testi, hanno saputo cogliere gli aspetti più profondi e autentici dell'animo umano e la poesia diventa quindi uno strumento di comunicazione sociale dotato di una forte carica vitale. Molti poeti hanno saputo tradurre in pochi versi la descrizione della loro vita o in modo sintetico, avvenimenti importanti. E' l’amicizia con un giornalista de il Piacenza che mi ha indotto a scrivere queste righe, per le belle parole dedicate al femminile, l'8 marzo, Giornata Internazionale della donna. Ha ammirato la sua grazia, la dolcezza e la penetrante personalità, come fonte d’ispirazione poetica, in epoche e connotazioni diverse, che parlano di forza, ma anche di tanta fragilità e bisogno di amore.

Per parlare di autori piacentini che ho conosciuto in incontri letterari, ricordo in modo particolare alcuni di loro.  Igino Maj, poeta, scrittore, critico letterario, diceva che “la poesia è il luogo della propria anima, dei rimpianti, delle speranze, dei desideri e delle forme nitide o misteriose che i viaggi dell'anima assumono. Ed in questa umanità smarrita, la poesia è l'ancòra di salvezza, è un gesto di ringraziamento e di amore alla vita, un atto di autenticazione della propria esistenza e la protesta contro la malvagità della sorte e l'impotenza del dolore, dove la vita non ha luce perché soffocata dalle cupe volte dell'indifferenza”. Perciò, il poeta, non può essere una persona indifferente, perché dotato di un profondo senso di responsabilità ed incapace di guardare avanti senza accorgersi che il mondo in cui vive, esiste attorno a lui e dentro di lui. A chi mi chiese di dare un significato alla poesia, risposi “che non è un gioco di parole, ma l'impulso, nasce dal profondo dell'anima, misterioso percorre i circuiti dell'universo, si perpetua, inalterato nei tempi, senza confini, nell'infinito. La realtà interiore è autentica, porta con sé l'evoluzione genetica e culturale dell'uomo; dall'epoca primordiale a oggi, nulla di quello che è interiore viene disperso”.

Mario Tobino, medico psichiatra, scrittore e poeta, autore del libro "Le libere donne di Magliano" raccontava che ai suoi pazienti ricoverati in ospedale psichiatrico, affetti da gravi nevrosi d'ansia o depressione delirante, refrattari alla terapia farmacologica, lui leggeva qualche sua poesia e poteva osservare che poco dopo, loro rispondevano meglio alle cure, si rasserenavano, diventando più calmi e tranquilli. Alcune patologie psichiatriche che tormentano il mondo d'oggi nascono, infatti, da un profondo disagio interiore, sono il risultato dell'indifferenza, dell'angoscia esistenziale significativa, a volte di valori morali quasi spenti e l'essere umano, senza amore si ammala e si lascia morire….

Per Carlo Mistraletti, medico, scrittore, giornalista “la poesia è un suscitare pensieri emozionali, esprimere la parola (il logos) declamata, scritta, ritmata, correlata… in qualche modo rappresentata, per informare sé e altri di ciò che è umano, tra l'individuale e l'universale, del relativo che in noi è sempre proteso verso l'assoluto. Forse rientra in quel tipo di cosa "che intender no la può chi no la prova", come l'amore, ma, il fatto che Dante, sommo poeta, parli, cioè tenti di esprimersi e "significare", vuol dire che ogni uomo "prova", seppure a modo suo e nella coloritura personale”.

Franco Toscani, filosofo e poeta, scrive che “il poeta, dotato di meraviglia, si interroga sul senso delle cose. Senza sciogliere l'interrogativo e l'enigma, egli è l'uomo che innanzitutto cerca di guardare con amore puro le "cose stesse" e soltanto dopo, parla”.  Per Alberto Grassi, poeta, scrittore, magistrato “la poesia consente l'espressione più genuina e più alta dello spirito ed è pietra d'angolo nella costruzione della civiltà, della quale disegna volto e modo di essere”.

Enio Concarotti, poeta, giornalista, scrittore, ricercava i poeti come "andare per stelle", cioè incontrare chi ha la magia di sapere scrivere, poetando e narrando e chi, questa magia, intende catturarla dalla pagina scritta, leggerla e capirla, farla sua e viverla”.

Giuseppe Carella, medico, figlio del poeta Egidio Carella, affermava: "Io sono un clandestino della poesia, la amo semplicemente, innocentemente. Nel mio nome, poi rimbomba un eco cromosomico caro alla nostra gente, una specie di riverbero affettivo che mi ha sempre aiutato, agevolato, favorito, dissolvendo la mia immagine in quella di mio padre".

E Salvatore Quasimodo, con "E' subito sera", ognuno sta solo sul cuor della notte, trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera”, esprime la solitudine dell'uomo in mezzo alla sofferenza della vita e dopo qualche breve illusione e speranza, è subito sera...

Ed in "Il mio paese è l'Italia", scrive: "I poeti, non dimenticano, il mio Paese è l'Italia, o nemico più straniero ed io canto il suo popolo ed anche il pianto coperto dal rumore del suo mare, il limpido lutto delle madri, canto la sua vita”.

Quindi, i poeti non dimenticano, anzi: "più i giorni, s'allontanano dispersi e più ritornano nel cuore dei poeti".

Eugenio Montale con "Ossi di seppia": gli ossi di seppia, come gusci vuoti, morti, che il mare riporta a riva, come nuvole di inchiostro che le seppie emettono per difendersi; come oggetti da incastrare nelle voliere, perché gli uccelli vi affilino il becco, è il male di vivere, la coscienza della sconfitta dell'uomo irrimediabilmente prigioniero di un mondo di cui gli sfuggono le premesse e le conseguenze.

Giuseppe Ungaretti nel Commiato, scrive: "Quando io trovo in questo mio silenzio una parola scavata è nella mia vita come un abisso", la profondità dell'anima.

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