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«Alcuni adulti mi hanno dato fiducia, altri hanno smesso di imparare», serata di ascolto in Fondazione

Nell’incontro promosso dall’associazione "Liberi" cinque giovani, tutti tra i tra i venti e i trent’anni, hanno raccontato le loro storie fatte di studi all’estero, lavori cercati, persi, cambiati o reiventati, progetti sul futuro e costruzione di famiglie

«Sono stata fortunata: ho incontrato adulti che mi hanno dato fiducia. Senza ammortizzare i problemi, mi hanno lasciato sbagliare». «Non siamo una generazione diversa, ma una generazione che ha davanti a sé sfide diverse». «A volte invece facciamo fatica perché abbiamo a che fare con adulti che hanno smesso di imparare».

Queste alcune delle affermazioni che hanno segnato la riuscita serata promossa, dall’associazione Liberi sul tema "Giovani che raccontano i giovani".

Davanti a un pubblico folto ed emotivamente coinvolto, cinque giovani, tutti tra i tra i venti e i trent’anni, hanno raccontato le loro storie, fatte di studi all’estero, lavori cercati, persi, cambiati o reiventati, progetti sul futuro e costruzione di famiglie. Uno spaccato dell’universo giovanile, che, senza la pretesa di rappresentare in toto l’universo dei ventenni, ha permesso di ascoltare senza filtri quello che i giovani pensano di loro stessi e come si rappresentano.

Linda Pellegrino, studi di biotecnologie e un Erasmus in Finlandia, ha raccontato i suoi cambiamenti di percorso negli studi e l’apertura al mondo che gli studi all’estero hanno rappresentato. Filippo Ghelfi, ha decritto l’impresa informatica che ha costituito col fratello e che ora conta più di venti dipendenti. «La formazione che l’università propone, ha detto fra l’altro, è ancora troppo lontana dal mondo del lavoro e molto di quello che ho imparato l’ho avuto da autodidatta cercando le migliori lezioni sul web». Agnese Bearesi ha raccontato di una lunga esperienza in Olanda e dei tanti cambiamenti di rotta nel lavoro che l’hanno riportata in Italia a lavorare e a mettere su famiglia (il figlio di sei mesi era in sala tra le braccia del padre). Esperienza tutta italiana, anzi piacentina per Laura Balestrieri, che da perito meccanico impegnata tra tanti uomini in torneria e al controllo qualità poi, l’ha vista dare sviluppo alla sua passione per la meccanica esplorando in pochi anni percorsi lavorativi molto diversi tra loro. Infine Edoardo Fumi, il più giovane del gruppo, che ha raccontato una impressionante sequenza di lavori, da meccanico a pasticcere, conciliati con gli studi di economia e una grande passione per la motocicletta che lo ha portato a gareggiare a buoni livelli. A tema sono stati anche la conciliazione tra il lavoro e la famiglia per le due neomamme, l’importanza degli stages aziendali durante il percorso di studi e il rapporto con la politica (Edoardo Fumi è stato candidato alle ultime amministrative cittadine). Assecondare le proprie passioni e mettersi alla prova senza timore di cambiare percorso («seguire le curve che l’esistenza propone» ha detto Agnese Bearesi) sono state le due più ricorrenti sottolineature che hanno trasversalmente accomunato i diversi interventi.

Nel corso della serata Mauro Monti e Massimo Trespidi, che hanno fatto da moderatori, è emersa con forza l’esigenza di dare più voce ai giovani, sottraendoli a una narrazione fatta da sempre e solo da adulti che tendono a leggere l’universo giovanile con il filtro delle proprie disillusioni e pensieri tristi.

«Non vogliamo negare le difficoltà che esistono, lo sfruttamento lavorativo a cui spesso i giovani sono sottoposti, ha detto tra l’altro Trespidi, ma siamo contenti di aver lasciato rappresentare stasera la capacità di rischiare e costruire di cui questi giovani ci hanno dato testimonianza, perché una esperienza umana è sempre possibile. Anche la politica deve imparare da loro e cambiare, smettendo di preoccuparsi solo delle pensioni e ascoltando di più la voce di chi rappresenta il futuro. Su questa strada continueremo quest’anno il lavoro di Liberi».

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