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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Benessere degli animali da reddito: fondamentale garantirlo, con un giusto equilibrio

Un concetto va espresso chiaramente: oggi il benessere degli animali è interesse degli allevatori ed è diventato un brand per il consumatore

Un concetto va espresso chiaramente: oggi il benessere degli animali è interesse degli allevatori ed è diventato un brand per il consumatore. Per questo va garantito (e lo è per legge), ma senza antropomorfizzare, ovvero attribuire agli animali atteggiamenti umani, perché le esigenze, come hanno ben chiarito gli etologi, sono ben diverse.

Certo è opportuno valorizzare la vita emozionale degli animali, senza però dimenticare le profonde differenze tra le specie; oggi c’è sicuramente una nuova sensibilità nei confronti del modo in cui vengono trattati gli animali,soprattutto per quelli da reddito, come, naturalmente per quelli da affezione, ma è necessario nel primo caso trovare un equilibrio.

Di queste importanti problematiche, si è trattato in un convegno organizzato nell’auditorium S. Ilario, dall’associazione dei laureati in scienze agrarie e forestali di Piacenza, in collaborazione con il Comune e la Banca di Piacenza, l’Università Cattolica del S. Cuore e la Provincia. “Non è possibile- ha detto il vicesindaco Elena Baio- fare a meno degli allevamenti intensivi, come fermare “la rivoluzione” portata avanti dagli animalisti; per questo è necessario trovare un giusto equilibrio, nutrirci in modo qualitativamente diverso e senza sprechi e garantire sempre agli animali da reddito, condizioni di vita accettabili. In Italia la normativa ha compiuto passi importanti. E’ sempre un bene denunciare ogni possibile abuso ”.

Dopo il saluto del vicedirettore generale Pietro Boselli che ha ricordato l’innovativo conto (primi in Italia) “Amici Fedeli”destinato ai proprietari di animali domestici, con agevolazioni per negozi specializzati, cliniche veterinarie ed opportunità in genere, ha preso la parola il presidente Alsaf Giuseppe Bertoni che ha ribadito la simbiosi mutualistica tra allevatori ed animali da reddito. “Curarli - ha detto - è loro primario interesse. E’ molto probabile che un allevamento intensivo ben strutturato sia meglio di quello estensivo; certo va trovato il modo per comprendere realmente ciò che è benessere ed è l’uomo che deve garantirlo; questo include scienza, etica e deontologia professionale”.

Del resto già dal 1965 la scienza ha definito quelli che sono i cinque punti fondamentali del benessere: libertà dalla fame, dalla sete e dalla malnutrizione, mediante facile accesso ad acqua fresca e pulita, ad un’alimentazione appropriata alla specie, allo stato fisiologico ed all’età dell’animale, in grado di garantirne salute e vigore fisico. Libertà dal disagio, mediante la predisposizione di un ambiente appropriato alla specie, con adeguati ripari in grado di proteggere anche da condizioni climatiche avverse. Libertà da dolore, ferite e malattie, mediante prevenzione, rapida diagnosi e trattamento, garantito da un servizio veterinario adeguato.

Libertà di manifestare le caratteristiche comportamentali specie-specifiche normali, fornendo spazio sufficiente, locali appropriati e la compagnia di altri soggetti della stessa specie, in modo da favorire i contatti sociali.

 Libertà da paura ed angoscia, assicurando condizioni di vita e trattamenti che evitino sofferenza fisica e mentale.

“E’ l’uomo- ha ricordato Erminio Trevisi dell’Università Cattolica- che ha il dominio sugli animali e ciò comporta la sua gestione, sia per quelli da reddito, che per quelli d’affezione. E per misurare il benessere servono parametri scientifici e con la capacità di adattamento che va valutata secondo le specie e non in modo antropomorfico”. Un concetto condiviso dal prof. Giovanni Sali “pioniere” della moderna buiatria. La valutazione del benessere dei bovini rappresenta una sfida molto avvincente soprattutto per quei paesi che, come l’Italia, hanno modelli di allevamento molto diversificati, da quello intensivo a stabulazione libera, a sistemi tradizionali con gli animali a posta fissa, per giungere agli allevamenti estensivi con l’utilizzo temporaneo o permanente del pascolo. Soprattutto nel caso dell’utilizzo del pascolo sarebbe bene valutare attentamente il rischio che gli animali, sebbene l’opinione pubblica dei consumatori li immagini in una situazione di benessere ideale, possano soffrire di carenze idriche ed alimentari, o paure e rischi sanitari in seguito all’utilizzo di aree particolarmente aride e su superfici poco confortevoli.

“Insomma- ha ricordato Sali- il benessere è un concetto dinamico, che fa riferimento alle diversità specie-specifiche, ed alla loro evoluzione filogenetica, e a quelle ontogenetiche individuali, in relazione alle condizioni di sviluppo ed all’ambiente di vita. È un problema ideologico e culturale e bisogna convincere i consumatori che oggi gli animali vivono molto meglio. E per il futuro bisognerebbe limitare la corsa al “gigantismo” della mandria, puntare sulla ricerca biotecnologica, sulla formazione professionale e valorizzando la figura dell’allevatore”.

“Allevare per uccidere- ha detto Marco Lucchini presidente di Agri Piacenza Latte- è scioccante, ma va precisato che non si può equiparare benessere animale con quello dell’uomo, che è diverso. Gli allevatori rispettano da sempre il benessere ed in più abbiamo leggi che sovente condizionano la nostra attività in modo esagerato. Va usato- ha ribadito- maggior buonsenso, cautela nell’applicazione delle leggi, tenendo presente che si concorre con paesi che hanno regole diverse dalle nostre”.

“Gli aspetti legali e normativi europei- ha chiarito Marco Delledonne dell’Asl di Piacenza- sono stati promulgati sotto la spinta dei paesi del Nord Europa che hanno visioni molto diverse dalle nostre. Il benessere presuppone aspetti culturali con “categorie” che possono essere sintetizzate in animalisti carnivori, vegetariani e vegani”. Ha poi spiegato gli aspetti legati alla sicurezza alimentare, la ricerca per residui di farmaci, antiinfiammatori, ormoni e per l’antibiotico resistenza. Ha quindi commentato i dati dei controlli, chiarendo che le irregolarità sono in sensibile diminuzione nel 2017 rispetto l’anno precedente.

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