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Economia

Cereali: buona la produzione prima delle piogge, prezzi così così

Previsti aumenti delle semine che partiranno tra poco più di un mese. Il punto della situazione con Giorgio Mazzoni del Consorzio Terre padane

Annata positiva per i cereali piacentini, ma solo per quelli raccolti prima delle piogge, oltre il 70%, e con diversità notevoli tra provincie limitrofe, perché nel resto dell’Emilia, le precipitazioni sono state sicuramente inferiori. Questa la valutazione di massima sull’annata da parte di Giorgio Mazzoni funzionario del Consorzio Terre padane che in poco tempo, grazie alle acquisizioni dei Cap di Milano e Pavia, nonché grazie alle partnership con diverse primarie aziende dell’agro-alimentare dell’Italia del Nord, è in grado di monitorare le produzioni di un territorio particolarmente ampio: oltre 80.0000 ettari tra piacentino (circa 30.000), pavese (30.000) e milanese (20.000).

Buone le produzioni per il grano tenero, con medie di circa 70 q. ad ettaro, ma con punte attorno agli 80, almeno in quei terreni dove sono stati effettuate adeguate operazioni coltura e di difesa. Ottime le rese per il grano duro, con prezzi in netto rialzo, attorno ai 30 euro, tanto che questi dati fanno supporre un aumento delle semine che partiranno, come di consueto, nella prima settimana di ottobre, ovviamente tempo permettendo. Molto bene anche l’orzo, con prezzi medi di circa 17 Euro, una produzione per al quale il Consorzio prevede un deciso aumento degli investimenti nella provincia milanese.

Per il duro le proteine non sono state mai particolarmente elevate nel Nord Italia e per questo si dovranno incentivare le ricerche sulla genetica, proprio per poter essere in grado di consolidare le collaborazioni che il Consorzio ha in atto con primarie aziende nazionali come la Barilla; “proprio a tal fine- spiega Mazzoni- proseguono le prove su diversi campi sperimentali sparsi nelle tre province che fanno parte del nuovo Consorzio Terre padane”.

Sono andati a buon fine anche i ritiri nei magazzini, sette nel piacentino, tre nel milanese, mentre saranno sviluppati anche nel comprensorio pavese nel quale andrà notevolmente potenziato e migliorato il mercato della risicoltura, attualmente in difficoltà a causa della concorrenza internazionale. La strada obbligata? Come per altre coltivazioni, occorre puntare sulle varietà autoctone e sulla qualità del prodotto italiano. I 100.000 ettari suddivisi tra Pavia e la Lombardia possono, con una opportuna programmazione, tornare ad essere un punto di forza per l’agricoltura di quelle zone.

Intanto in vista delle semine autunnali sta procedendo a tutto spiano la programmazione per le semine autunnali con i rifornimenti di seme nei magazzini. Considerato il probabile aumento degli investimenti il Consorzio Terre padane con tutta la forza della sua struttura conta di essere sempre più un protagonista a fianco dei propri soci e di tutti gli agricoltori.

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