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Il convegno

«Coltivare e allevare: la nostra agricoltura nutre il pianeta»

Presentato l’accordo tra Zaf-Ic e Crea per progetti nel settore agro-zootecnico

L'innovazione nel settore agricolo è fondamentale per garantire una produzione sostenibile e per affrontare le sfide alimentari globali. In questo contesto, Zaf Innovation Center (Centro per l’Innovazione agro zootecnica alimentare) e Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria) si sono unite per promuovere l'innovazione nel settore, accordo ribadito nel corso del convegno “Coltivare e allevare: la nostra agricoltura nutre il pianeta” che si è svolto presso il Centro congressi di Cremona Fiere.

Un fondamentale passo in avanti grazie alla collaborazione tra diversi attori del settore agro-zootecnico. Promosso da Zaf Innovation Center, l'evento è stato caratterizzato dalla partecipazione del Comune di Cremona, dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e del Politecnico di Milano, rappresentanti del partenariato di Zaf, insieme al Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Crea). Il Centro Zaf, promosso anche da Provincia, Camera di Commercio e Cremonafiere, e di cui fanno parte imprese, Associazioni di categoria e Ordini professionali, continua a perseguire le proprie finalità avvalendosi della collaborazione di Rei Reindustria Innovazione e del sostegno della Fondazione Lgh.

Il protocollo siglato ieri ha proprio l'obiettivo di sviluppare progetti nel settore agro-zootecnico, come quelli presentati da Fabio Abeni, dirigente di ricerca del Crea, insieme ai docenti del Politecnico di Milano e dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Dopo il saluto del presidente di Cremona Fiere Roberto Biloni (Cremona capitale del latte; qui si è fatta zootecnia e ricerca e la Fiera è lo specchio di questo territorio), ha preso la parola il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti che ricordato come l’accordo metta insieme «imprese ed Università con istituzioni pubbliche e enti nazionali; intorno allo Zaf Innovation Center e Cremona è nata un’alleanza virtuosa per sviluppare ricerca applicata, per formare imprenditori, per affrontare concretamente e senza retorica la transizione ecologica e digitale con attenzione alla sostenibilità economica. L’agricoltura e la zootecnia sono già ambiti in cui imprenditori virtuosi e ricercatori esperti stanno costruendo progetti che riescono a mantenere i livelli di produzione tutelando e aiutando l’ambiente. Il sistema Cremona continua il suo cammino di sviluppo e innovazione».

Fabio Abeni ha evidenziato il ruolo cruciale della digitalizzazione nell'innovazione delle aziende agro-zootecniche locali, sottolineando la collaborazione già avviata con il Politecnico di Milano ed ha ribadito che l’impatto ambientale va valutato sul valore nutrizionale, ribadendo che «agricoltura è zootecnia vanno già da tempo verso la transizione ecologica e sono una risorsa economica ed ambientale. Certo si tratta di un sistema complesso che coinvolge l’intera filiera e tutta la ricerca e quindi è basilare la collaborazione. Tutta la tecnologia migliora le prestazioni produttive a che le usa ma è fondamentale la formazione ed una gestione seria ed attendibile dei dati». Il professor Gianni Ferretti ha illustrato il progetto di robotica agricola del laboratorio Rosetea (Robotic SEnsors Technologies for Environment and Agriculture) promosso dal Politecnico di Milano a Cremona che studia metodologie e tecnologie innovative per supportare lo sviluppo di sistemi di produzione alimentare sostenibili e di pratiche agricole resilienti che aumentino la produttività e la produzione riducendo l’impronta ambientale.

Il laboratorio sarà presto collocato nel nuovo Campus di Cremona (ex Caserma Manfredini), una location che, grazie alla presenza di grandi hangar, offre la possibilità di ospitare un'officina meccanica, un laboratorio elettronico e un'ampia area, dotata di un'area motion sistema di tracciamento, per test indoor di Uav e Ugv. Le principali attività di ricerca riguardano: la modellazione di robot e macchine agricole per la simulazione dinamica e la progettazione e validazione di sistemi di controllo; navigazione autonoma di Uav e Ugv per applicazioni agricole automazione agricola.

«Dal contapassi all’accelerometro; un progresso - ha spiegato il professore Erminio Trevisi Direttore del Dipartimento di Scienze animali, della nutrizione e degli alimenti (Diana) dell’Università Cattolica di Piacenza - rapidissimo; oggi nell’ambito di una zootecnia sempre più innovativa e tecnologica i dati che forniscono i collari con accelerometri risultano un utile strumento per analizzare il comportamento delle bovine sia per l’intera stalla sia per i singoli animali. Da questo tipo di informazione è possibile valutare se gli animali dedicano un tempo adeguato alle diverse attività ed eventualmente individuare i possibili interventi gestionali o sulle attrezzature che possono migliorare il comfort della stalla e i tempi di riposo. Inoltre, la serie storica di questa informazione consente di valutare la risposta delle bovine alla variazione delle condizioni microclimatiche della stalla. Per quanto riguarda l’analisi dei singoli animali è possibile analizzare la loro distribuzione nell’arco della giornata». «Ma dobbiamo - ha ribadito Trevisi - avere numeri precisi. Il nostro Cerzoo a S.Bonico di Piacenza è un grandissimo “laboratorio” per capire se i nuovi dispositivi funzionano bene; i sensori vanno misurati secondo adeguati standard di riferimento».

Federico Froldi e Margherita Dall’Asta dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza hanno esplorato il tema dell'integrazione della nutrizione nell'impatto ambientale degli alimenti, perché anche la nutrizione sarà al centro delle future collaborazioni di ricerca con il Crea. Froldi ha parlato del caso pratico delle applicazioni sul ciclo di vita del prodotto che concerne il settore agro-zootecnico-alimentare ed ha ricordato «l’alto livello di specializzazione delle nostre attività produttive con miglioramenti concreti sull’impatto ambientale» ed ha citato la Pef (Product Environmental Footprint) è una metodologia multicriteriale che permette di valutare le performance ambientali di un prodotto o servizio con un approccio di analisi lungo l'intero ciclo di vita (Lca): dall'estrazione delle materie prime, all'uso e alla gestione al loro termine, ribadendo la complessità degli indicatori ambientali che vanno aggregati». Margherita Dall’Asta ha detto che «bisogna valutare l’impronta che gli alimenti lasciano nell’ambiente e capire le funzioni che svolgono per la nutrizione che sono anche economici, sociali ed edonistici». Ha poi trattato delle unità funzionali nutrizionali e del progetto della Fao volto a sviluppare ulteriormente la metodologia Lca in campo ambientale e nutrizionale.

«L’aspetto chiave attorno al quale ruota l’intero progetto è la funzione attribuita al cibo. In altri termini, nello svolgere una qualsiasi analisi Lca è essenziale identificare e definire in modo univoco la funzione del prodotto (o processo) studiato, in quanto tutti gli impatti verranno riportati in relazione ad un’unità di tale funzione. Un Lca è uno studio Lca in cui l’impatto di un alimento non è messo in relazione alla sua massa (es. impatti legati alla produzione di 1 kg di alimento) ma al suo valore nutrizionale. La Cattolica si dedica alla filiera del latte dei suoi derivati, ricalcolandone l’impatto ambientale con indici corretti». L'evento si è concluso con una visita al laboratorio Rosetea, attualmente ospitato presso CremonaFiere, ma che presto sarà trasferito nel nuovo campus del Politecnico di Milano a Cremona.

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