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Economia

Ghilardelli: «Tecnologia e qualità delle produzioni per il rilancio del comparto»

L'assessore all'Agricoltura della Provincia di Piacenza traccia un bilancio a sei mesi dalla sua nomina. Pomodoro: «Le istituzioni regionali non appesantiscano con la burocrazia, ma forniscano strumenti necessari per continuare a far prosperare un settore»

“Tecnologia e cura delle produzioni sono essenziali per il rilancio del settore agro- alimentare che presenta una diversificazione con standard qualitativi quali poche provincie possono vantare, tanto che ha retto abbastanza bene sui mercati, nonostante la crisi”. Un quadro d’insieme dunque positivo secondo l’assessore provinciale all’Agricoltura Manuel Ghilardelli che, a sei mesi dal suo incarico, traccia un’analisi dei comparti trainanti dell’agricoltura piacentina, iniziando da quello zootecnico, “indirizzato quasi esclusivamente alla produzione di latte per la trasformazione in prodotti caseari, con 360  aziende zootecniche presenti sul territorio e localizzate in prevalenza nella zona di pianura,  con allevamenti ad alta densità della mandria  con  media 150/300 capi. Il prodotto trasformato per eccellenza è il grana padano che rappresenta il 92% del totale dei formaggi prodotti, corrispondente a  520.000 forme di grana padano prodotte ogni anno; solo l’8% è dedicato alla produzioni di formaggi di media stagionatura tra i quali anche il provolone.

Tra le realtà più significative, il Consorzio  Agripiacenza latte che rappresenta la filiera- latte con più alta capacità lavorativa della regione Emila-Romagna ed il Consorzio Biopiace che produce grana padano biologico senza l’uso di lisozima, “uno sbocco che potrebbe risultare importante- sottolinea Ghilardelli- per il latte di montagna, una zootecnia che rischia di scomparire, ma che rappresenta invece ancora un possibile futuro per questi territori se si punta a produzioni biologiche, di qualità, un parametro che la Provincia, negli anni ha sempre cercato di incentivare attraverso il miglioramento genetico”.

Il comparto agroalimentare piacentino è quello che ha saputo reggere meglio puntando sull’innovazione e la professionalità dei suoi addetti: non a caso la crisi è stata contenuta grazie all’export frutto della sinergia tra le diverse categorie, con il coordinamento del Consorzio Piacenza Alimentare, che ha saputo gradualmente aumentare le nostre quote di mercato.

Il pomodoro è proprio uno di questi comparti, essenziale per l’economia piacentina: per questo la recente e consistente diminuzione degli ettari investiti non può che preoccupare. L’assessore “esorta le istituzioni regionali a non appesantire con la burocrazia, fornendo strumenti necessari per continuare a far prosperare un settore che utilizza in modo mirato la tecnologia con “storica”professionalità degli addetti per produzioni sempre più eco-compatibili. Per questo chi vuol spingere gli agricoltori a cambiare produzione per risparmiare acqua, dovrebbe attivare una profonda riflessione, ricordando che l’impegno di questi imprenditori che non va mortificato con proposte umilianti, fuori da ogni logica”.

Il settore vitivinicolo sta attraversando un momento assai favorevole: i nostri vini sono sempre conosciuti ed apprezzati anche sui mercati internazionali: è necessario che si sviluppi un opportuno sistema di sinergie tra le tante aziende medio-piccole per fronteggiare in modo adeguato le sfide future che devono necessariamente passare da una diminuzione dei costi produttivi e soprattutto da una burocrazia più “snella”, “azione nella quale- precisa Ghilardelli- la Provincia ha poco potere perché l’80 per cento viene legiferato dalla Regione, senza contare quello che proviene dal Ministero e dalla stessa Ue. E’ ora che il modo di procedere cambi radicalmente, perché il cittadino e l’imprenditore devono concepire le istituzioni come elemento di stimolo e non di stallo, non come censori, ma come propositori, qualcuno a cui rivolgersi per avere sostegno e non un freno”.

Infine un’osservazione per due non secondarie colture di qualità, aglio e cipolla: si sono aperti nuovi mercati ed interessanti prospettive: è la dimostrazione che solo facendo “squadra” con Consorzi e marchi, si possono conquistare posizioni di mercato. E’ il medesimo discorso che vale per l’olio piacentino, produzione di nicchia che caratterizza la zona di Gropparello e la Val Tidone: “entro la fine dell’anno nascerà il Consorzio, la giusta maniera per unire i produttori e gli sforzi per far conoscere una produzione di qualità”.

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