rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

«Al magazzino Toscana Servizi condizioni di lavoro e di vita difficilmente sopportabili»

Roberto Luzzi del sindacato autonomo Si Cobas replica alle dichiarazioni del presidente di Toscana Servizi sulle condizioni di lavoro nel magazzino Traconf al polo logistico di Piacenza

Sulla vicenda della Toscana Servizi, riceviamo e pubblichiamo la replica di Roberto Luzzi del sindacato autonomo Si Cobas alle dichiarazioni del presidente Michele Cerchiari

Egregio Direttore,
in riferimento alle dichiarazioni del sig. Michele Cerchiari, Presidente della Toscana Servizi, società cooperativa che gestisce l'appalto Burberry-Traconf nel polo logistico di Piacenza, che chiama in causa il SI Cobas, sindacato che rappresento, la prego di far conoscere ai lettori le motivazioni autentiche del nostro sindacato, che sono state alla base dello sciopero tenuto il 16-17 ottobre, in concomitanza con lo sciopero nazionale della logistica.

Come ammette Cerchiari, il magazzino in questione presenta grossi problemi, che se per la cooperativa sono "di non facile soluzione", per i lavoratori significano condizioni di lavoro e di vita difficilmente sopportabili. Il lavoro dipende da ordini che giungono in tempo reale dalla centrale Burberry di Londra, per cui i lavoratori quando escono dal lavoro spesso non sanno se e a che ora dovranno tornare al lavoro il giorno dopo, e devono aspettare l'sms che può giungere la sera o addirittura nella mattina stessa. Si tratta cioè di un vero e proprio lavoro a chiamata, in violazione di leggi e contratti, che impedisce la programmazione della vita personale e familiare, con grave disagio per i lavoratori.

Questa situazione è poi fortemente aggravata dalla estrema stagionalità dell'attività di questo magazzino, comune a gran parte del settore "fashion" (moda), con periodi di alta stagione in cui si chiedono straordinari oltre ogni limite e periodi di bassa stagione (circa 5 mesi in un anno) con attività più che dimezzata, periodi nei quali i lavoratori sono spesso lasciati a casa anche per intere settimane, oppure lavorano solo 4-5 ore al giorno, senza alcuna forma di integrazione salariale, per cui portano a casa buste paga di 500-700 euro mensili nonostante in questi periodi vengano inserite d'ufficio gran parte delle ore di ferie e di permessi. Questo è il principale problema delle buste paga della Toscana. Questi periodi si prestano inoltre a forme di arbitrarietà nella gestione, con distribuzione delle ore di lavoro in modo da premiare gli uni, e penalizzare gli altri, in base alle preferenze dei responsabili di magazzino o dei singoli reparti.

Quindi totale arbitrio per il committente, che non deve sottostare ad alcuna regola, e flessibilità selvaggia della prestazione lavorativa, senza alcuna certezza di orario o di reddito, per i lavoratori. Che lo si chiami schiavismo oppure lavoro a chiamata, in ogni caso è un inferno per i lavoratori, e credo che nessuno dei lettori che hanno un orario di lavoro 'normale' vorrà fare a cambio con le condizioni della Toscana.

Da oltre un anno il SI Cobas si è mosso per migliorare per quanto possibile questa situazione, con la richiesta di regolarizzare gli orari di lavoro, distribuire le ore lavorate in maniera uniforme in modo controllabile da parte dei lavoratori, e trovare forme di compensazione per i mesi di bassa stagione che garantiscano un minimo salariale. La cooperativa ha preferito firmare un accordo con CGIL, CISL e UIL nel quale, con il pretesto di costituire una "banca ore" per i mesi di bassa, si riduce il pagamento della prima ora di straordinario dal 30% previsto dal contratto nazionale al 17% (con perdita di circa 1 euro l'ora), e il pagamento di queste ore viene dilazionato di alcuni mesi. Solo se il lavoratore lascia alla cooperativa la nona ora fino a fine anno avrà pagato il 13% mancante. Il SI Cobas si è opposto a questo accordo, e nell'ultimo incontro che ha fatto seguito allo sciopero del 16-17 ottobre è stata raggiunta una parziale intesa su altri punti, come il controllo della distribuzione delle ore di lavoro e le buste paga trasparenti, alcuni criteri migliorativi per i passaggi di livello e gli scatti di anzianità, il pagamento delle ore in cui i lavoratori vengono "messi a disposizione".

Il SI Cobas ha anche chiesto il rispetto dei lavoratori da parte dei responsabili aziendali, rispetto che nelle scorse settimane è ripetutamente venuto meno, con insulti, minacce, misure arbitrarie e negazione di diritti dei lavoratori da parte del capo cantiere. Se tali atteggiamenti si dovessero ripetere non esiteremo a ricorrere alle vie sindacali e legali a tutela dei lavoratori.

Nel magazzino vi sono anche gravi problemi di sicurezza e ambiente di lavoro (manca tra l'altro qualsiasi forma di riscaldamento, di condizionamento e di areazione, con oltre 40 gradi d'estate) che il SI Cobas ha posto da tempo e che intende affrontare anche con la società titolare del magazzino (Traconf).
Roberto Luzzi (SI Cobas)

In Evidenza

Potrebbe interessarti

«Al magazzino Toscana Servizi condizioni di lavoro e di vita difficilmente sopportabili»

IlPiacenza è in caricamento