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Riforma sistema camerale: «Il consiglio si impegni per il mantenimento della sede piacentina»

L'Assemblea dei lavoratori della CCIAA di Piacenza (Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura) si è riunita nell'ambito della mobilitazione indetta da Cgil, Cisl e Uil per portare all'attenzione del nuovo Consiglio Camerale il processo di riordino

L'Assemblea dei lavoratori della CCIAA di Piacenza (Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura) riunitasi in data 22 febbraio 2016 nell'ambito della mobilitazione indetta da Cgil, Cisl e Uil, porta all'attenzione del nuovo Consiglio Camerale il processo di riordino.

«Dalle notizie che stanno arrivando, rispetto al decreto attuativo della riforma sul sistema camerale - si legge nella nota che riporta l'ordine del giorno approvato all'unanimità dall'Assemblea dei lavoratori della CCIAA di Piacenza - emerge che i contenuti della riforma devono essere ancora definiti e che la discussione in Consiglio dei Ministri slitterebbe alla fine del mese di febbraio. Si stanno anche moltiplicando chiare prese di posizione da parte di molti presidenti delle CCIAA e di autorevoli rappresentanti delle Associazioni imprenditoriali, finalizzate a sollecitare il Governo ad operare affinché i servizi oggi offerti dall'intero sistema camerale restino nell'ambito di una Pubblica Amministrazione evoluta e digitalizzata che può contare su lavoratori altamente professionalizzati, competenti e con un forte senso identitario».

«Nella consapevolezza che l'obiettivo della riforma debba essere il miglioramento delle attività e non il loro smantellamento a favore del privato e con costi decisamente più gravosi a carico delle imprese - continua la nota - l'assemblea si rivolge al nuovo Consiglio affinché si impegni su tutti i tavoli per il mantenimento delle attività e per la valorizzazione della Cciaa di Piacenza, la cui sede deve rimanere con tutti i servizi a favore del territorio. In questo momento, in mancanza della definizione delle funzioni, la corsa all'accorpamento volontario appare decisamente prematura e destano preoccupazione le dichiarazioni-stampa del presidente uscente, che auspica per Piacenza il solo mantenimento "di un presidio"».

«I provvedimenti restrittivi al vaglio del Governo - continua la nota - dovrebbero riguardare i contributi e finanziamenti alle imprese, il sostegno all'internazionalizzazione, i sostegni ai confidi, i servizi di conciliazione e mediazione, i servizi delle camere arbitrali, il servizio di marchi e brevetti, i corsi di formazione, l'organizzazione di convegni e seminari, gli studi sull'economia. Inoltre, l'attuale versione del Decreto, in palese contrasto con quanto definito dalla legge delega, che sancisce la salvaguardia dei livelli occupazionali, prevede una riduzione del personale del 15%, che raggiunge il 25% nelle Camere di Commercio accorpate. Questo porterebbe ad un esubero su base nazionale di oltre mille dipendenti, mortificando l'elevato livello di professionalità e competenze messe al servizio del tessuto imprenditoriale locale».

«I lavoratori chiedono quindi con gran forza - conclude la nota - che tutti i soggetti economici dei territori, che hanno sino ad oggi usufruito del sostegno e dei servizi della Camera di Commercio e le cui rappresentanze siedono nei consigli, nelle giunte, nelle presidenze di detti Enti, facciano sentire energicamente la loro voce, dando il giusto ed opportuno sostegno ed evitando così di contribuire alla loro distruzione ed estinzione».

L'Assemblea dà inoltre mandato alle OO.SS. di richiedere quanto prima un incontro ufficiale con i nuovi Organi al fine di proseguire la discussione, anche in considerazione dell'istituzionalizzazione del tavolo di confronto permanente, che però non è mai stato attivato, lasciando quindi i lavoratori e i loro rappresentanti privi di qualsiasi informazione ufficiale.

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