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«Sarà davvero un carrello vuoto a salvare il mondo?»

Peratici (Confagricoltura): le nostre aziende meritano gratitudine

“Siamo offesi dalle immagini della nuova pubblicità con la quale una primaria cooperativa di distribuzione italiana narra l’agricoltura” – commenta Corrado Peratici presidente di Anga Piacenza, l’associazione dei giovani di Confagricoltura. Il video manda in scena un carrello vuoto che si propone di salvare il mondo recuperando la plastica negli oceani e persino contrastando lo scioglimento dei ghiacci artici, questo stesso carrello vuoto corre in campagna a liberare galline, ad assistere lavoratori sfruttati e si oppone a quattro trattori con barra irroratrice con un’immagine che la semantica non può non associare al ragazzo che nel 1989, disarmato, si oppose ai carri armati in piazza Tienanmen. “I nostri trattori non sono carri armati e soprattutto le nostre aziende sono quelle che consentono a quel carrello di riempirsi – prosegue Peratici – con prodotti salubri e sani realizzati rispettando le regole, avendo cura della salute del consumatore e dell’ambiente. Quella del video è un’immagine non veritiera dell’agricoltura lesiva del nostro settore”.  “Siamo nell’ambito della manipolazione del consumatore - gli fa eco Alfredo Lucchini, altro giovane e noto imprenditore agricolo – un carrello pieno di pregiudizi sull’agricoltura e ne dipinge un’immagine distorta circa tecniche e metodologie produttive. Vorrei che la gente riflettesse sul fatto che non sarà un carrello vuoto a sfamare il mondo. Quel carrello si riempie quotidianamente con prodotti che originano dal nostro lavoro: migliaia di agricoltori che producono, tutti i giorni, che assumono e retribuiscono regolarmente le maestranze, che hanno investito nei loro allevamenti e che usano con scienza e coscienza i presidi sanitari nel rispetto dei tempi di carenza e delle dosi massime d’impiego e che, non ultimo, riforniscono le catene della Gdo con marginalità ridotte rispetto ai requisiti imposti. Meriteremmo gratitudine, non diffidenza e critica”.

“Noi siamo parte di un'economia virtuosa, espressione dei valori del pluralismo, della redistribuzione, del rigore scientifico e lontana da questi stereotipi. Lavoriamo garantendo la sicurezza alimentare e la salubrità delle produzioni, le nostre moderne aziende impiegano giovani e forza lavoro – concludono i due giovani imprenditori –sono realtà produttive sane alla base delle filiere agroalimentari del Made in Italy che tutto il mondo apprezza.  Ciascuno ha davvero tanti modi per migliorare il mondo. Noi lo facciamo quotidianamente lavorando in sintonia con l’ambiente, differentemente da chi si limita alle intenzioni, salvo poi promuovere prodotti a maggior marginalità e avere scaffali pieni di plastica e confezioni monouso. Ci opponiamo non tanto al singolo spot che speriamo si perda nel mare magnum del quotidiano rumore comunicativo, ma al pensiero comune globalizzato e imposto che lo ha originato, frutto di una cultura che segue una narrazione e non più la realtà dei fatti”.

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