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La nota

Sicurezza sul lavoro, Carrà (Cgil): «Il governo non ha mai aperto alcun confronto con i sindacati»

Il responsabile dell’ufficio sicurezza sul lavoro Cgil: «La legge di bilancio peggiora una situazione già complessa, negativa e quanto mai deficitaria»

Le politiche del lavoro perseguite dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni fanno registrare la netta contrarietà di Cgil. A ribadirlo è la stessa organizzazione sindacale che in una nota contesta al governo e alla legge di bilancio in via di approvazione diverse mancanze. Una su tutte quella relativa alla sicurezza sul lavoro.

«Il confronto su salute e sicurezza del quale il ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone parla, evocando scambi di vedute in un clima proficuo e costruttivo, in realtà è francamente un fatto deludente se non inesistente nei risultati pratici e concreti, in quanto non c’è in atto nessun percorso realmente adeguato e degno di nota che porti atti concreti nella discussione con le organizzazioni dei lavoratori più rappresentative», sono le parole di Bruno Carrà, responsabile dell’ufficio sicurezza sul lavoro Cgil.

«Gli incontri svolti in questi mesi dall’autunno a questo inverno – spiega Carrà – sono stati sporadici e solo di natura tecnica per la revisione dell’accordo Stato-Regioni sulla formazione, nel corso dei quali non è stata recepita alcuna richiesta della Cgil, dalla formazione diffusa alle ispezioni più pressanti per rilanciare il ruolo dei servizi della prevenzione, della ispezione e vigilanza (solo per citarne un paio). E’ stata ribadita invece – prosegue Carrà – la volontà di diminuire le ore di formazione specifica alla mansione per i lavoratori e le lavoratrici e senza attuare inoltre, determinando i contenuti minimi e i percorsi in termini di ore, l’obbligo alla formazione dei datori di lavoro. Tutto ciò è apertamente inadatto alla situazione reale. Rimaniamo fermamente convinti che le azioni e gli investimenti previsti nel bilancio preventivo Inail per il 2024 hanno bisogno del contributo di tutti: imprese, istituzioni e organizzazioni dei lavoratori. I temi della prevenzione, della tutela e della ricerca necessitano indubbiamente di un’idea di fondo e di un progetto del sistema Paese, che però – commenta Carrà – questo Governo non ha la volontà di determinare, per questo ribadiamo l’urgenza e la necessità improrogabile del diritto alla salute delle persone nei luoghi di lavoro. E poi c’è una legge di bilancio sbagliata, una manovra in deficit, che non risolve i problemi e peggiora una situazione già complessa, negativa e quanto mai deficitaria. Tra i primi problemi nell’agenda del nostro Paese – continua Carrà – rimangono ben attuali la questione dei salari che devono aumentare per avere un lavoro dignitoso, come quella fiscale dove non si è ridotto il peso impositivo di stipendi e pensioni in maniera strutturale ma solo in modo temporale né tantomeno si combatte l’evasione fiscale, ed anzi il Governo va prefigurando proposte che vanno nella direzione di meno progressività, equità ed uguaglianza, di minor contrasto all’infedeltà fiscale, mettendo meno risorse per l’intero welfare pubblico, senza dimenticare i rinnovi dei contratti che da troppo tempo aspettano la loro ordinaria dilazione. Un Governo – conclude Carrà – che in sostanza è senza idee e ricette e non accetta il confronto e le critiche sfruttandole a suo favore. Queste posizioni, che contrastiamo duramente, mettono realmente in discussione i diritti universalistici».

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