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Fondazione, Pareti (membro del Cda): «Danneggiate le erogazioni»

Interviene Stefano Pareti: «22 sono i mandati di pagamento relativi a delibere regolarmente approvate dal Cda che non vengono controfirmati da uno dei tre consiglieri di Amministrazione. Così il procedimento di liquidazione non può concludersi». Foti e Opizzi: «Più in basso di cosi la Fondazione non può scendere»

«Nella guerriglia – spiega il membro del Cda della Fondazione Stefano Pareti, in passato sindaco di Piacenza - che da tempo alcuni membri del Consiglio di Amministrazione della Fondazione di Piacenza e Vigevano hanno ingaggiato contro il presidente Francesco Scaravaggi, risultano danneggiati anche alcuni beneficiari delle erogazioni. Ventidue sono i mandati di pagamento relativi a delibere regolarmente approvate dal Cda, già firmati dal Presidente, che non vengono controfirmati da uno dei tre consiglieri di Amministrazione a suo tempo incaricati di tale funzione; e così il procedimento di liquidazione non può concludersi, malgrado siano già trascorsi più di 60 giorni dal recepimento dei documenti giustificativi. Ciò che si sta verificando non si è mai registrato nei 23 anni di attività della Fondazione e questo comportamento è sicuramente lesivo della reputazione della Fondazione e nuoce gravemente alle attività di vari soggetti che operano nei settori di intervento dell’Ente. I mandati non sono stati perfezionati malgrado le diverse sollecitazioni del presidente Scaravaggi.

A Pareti risponde subito Fratelli d'IItalia- Alleanza Nazionale per bocca di Foti e Opizzi.
«Le rilevazioni del consigliere della Fondazione Stefano Pareti – affermano in una nota Tommaso Foti ed Erika Opizzi di Fratelli d’Italia -  persona di notorio equilibrio, aprono l'ennesimo inquietante squarcio sulla Fondazione, sempre più terreno di scontri personali, tali da pregiudicare l’interesse generale che la stessa deve perseguire. Se è vero che 22 erogazioni risultano da tempo bloccate dall’ostruzionismo di alcuni componenti del consiglio d’amministrazione solo per fare dispetto al Presidente Scaravaggi - continua la nota - vuole dire che più in basso di cosi la Fondazione non può scendere, a meno che non si sia interessati solo al suo affondamento. È ora che le istituzioni piacentine, soprattutto dopo queste rilevazioni, chiedano pubblicamente ai componenti del consiglio d’amministrazione di andarsene. Quello per cui Scaravaggi ha chiesto la revoca - concludono Foti e Opizzi - non è infatti più un organo di amministrazione, ma un covo in cui rancori e ambizioni smodate la fanno da padrone, con buona pace delle  meritorie finalità che la Fondazione deve perseguire».

«Essendo – ha invece dichiarato Marco Colosimo di Piacenza Viva - tra i promotori della richiesta di chiarimenti e conseguenti dimissioni nell’ambito del Cda, dopo aver apprezzato la scelta fatta dal presidente Scaravaggi, resto, e con me molti cittadini, stupito da quanto quotidianamente apprendiamo dalla stampa sulla Fondazione di Piacenza e Vigevano. Innanzitutto le dimissioni del presidente Scaravaggi: pur apprezzando il gesto e la manifesta intenzione di lasciare, pare che al momento tutto sia fermo in attesa di valutazioni.
Il vicepresidente dovrebbe convocare al più presto il consiglio generale, con all’ordine del giorno la ratifica delle dimissioni del presidente e la conseguente dimissione del Cda. Apprezzabile poi, ma tardivo, il passaggio sulla trasparenza. Trasparenza doveva già esserci, sempre e comunque. Non solo ora e con specifici riferimenti a fornitori-spese. Ma se trasparenza deve esserci, questa deve essere a 360°. Perché dunque non pubblicare su Internet anche il verbale delle varie sedute del Cda? O del “nuovo” comitato investimenti? Il rischio di paralisi è evidente alla luce anche delle dichiarazioni del presidente Pareti, che denuncia le mancate 23 erogazioni già approvate dalla nostra Fondazione. Aspettiamo inoltre, risposte alle numerose e puntuali domande fatte, nessuno ha mai risposto e nessuno mai soprattutto ci ha contraddetto. Allarmanti inoltre le gravi dichiarazioni rese del presidente Scaravaggi (ex?) che ci fanno domandare se non esistano i presupposti perché lui si rechi in procura. Per il bene di Piacenza, per il bene della Fondazione, diamo un forte segnale di discontinuità, rinnovamento, e “vera” trasparenza».

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