Teatro Municipale, "Il nome della rosa"
La prima versione teatrale italiana del capolavoro di Umberto Eco “Il nome della rosa” è l’omaggio al celebre scrittore firmato da Stefano Massini, tra gli autori teatrali più apprezzati in Italia e all’estero, con la regia di Leo Muscato e un cast di grandi interpreti. Prodotto da Teatro Stabile di Torino, Teatro Stabile di Genova e Teatro Stabile del Veneto
“Il nome della rosa” va in scena al Teatro Municipale di Piacenza martedì 16 gennaio alle ore 21, e si annuncia ancora una volta il tutto esaurito. Lo spettacolo è inserito nel cartellone Altri Percorsi della Stagione di Prosa “Tre per Te” 2017/2018 proposta da Teatro Gioco Vita, direzione artistica di Diego Maj, con la Fondazione Teatri di Piacenza, il Comune di Piacenza e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano, con Crédit Agricole - Cariparma main sponsor di Fondazione Teatri.
“Il nome della rosa” di Umberto Eco, tradotto in 47 lingue, ha vinto il Premio Strega nel 1981, e la sua versione cinematografica è stata diretta da Jean-Jacques Annaud nel 1986, protagonista Sean Connery. La prima trasposizione teatrale italiana di questo straordinario best seller è di Stefano Massini, scrittore e drammaturgo, autore di “Lehman Trilogy”. La regia dello spettacolo è affidata a Leo Muscato, che per il Teatro Stabile di Torino ha diretto “Come vi piace”. Muscato, che alterna regie di prosa a quelle liriche, ha trovato nel romanzo di Eco una sfida appassionante.
«Dietro ad un racconto avvincente e trascinante, - sono le parole del regista - il romanzo di Umberto Eco nasconde una storia dagli infiniti livelli di lettura; un incrocio di segni dove ognuno ne nasconde un altro. La struttura stessa del romanzo è di forte matrice teatrale. Vi è un prologo, una scansione temporale in sette giorni, e la suddivisione di ogni singola giornata in otto capitoli, che corrispondono alle ore liturgiche del convento (Mattutino, Laudi, Prima, Terza, Sesta, Nona, Vespri, Compieta). Ogni capitolo è introdotto da un sottotitolo utile a orientare il lettore, che in questo modo sa già cosa accade prima ancora di leggerlo; quindi la sua attenzione non è focalizzata da cosa accadrà, ma dal come. Questa modalità, a noi teatranti ricorda i cartelli di brechtiana memoria e lo straniamento che ha caratterizzato la sua drammaturgia».
Prosegue Leo Muscato nelle sue note di regia: «La scena si apre sul finire del XIV secolo. Un vecchio frate benedettino, Adso da Melk, è intento a scrivere delle memorie in cui narra alcuni terribili avvenimenti di cui è stato testimone in gioventù. Nel nostro spettacolo, questo io narrante diventa una figura quasi kantoriana, sempre presente in scena, in stretta relazione con i fatti che lui stesso racconta, accaduti molti anni prima in un’abbazia dell’Italia settentrionale. Sotto i suoi e i nostri occhi si materializza un se stesso giovane, poco più che adolescente, intento a seguire gli insegnamenti di un dotto frate francescano, che nel passato era stato anche inquisitore: Guglielmo da Baskerville. Siamo nel momento culminante della lotta tra Chiesa e Impero, che travaglia l’Europa da diversi secoli e Guglielmo da Baskerville è stato chiamato per compiere una missione, il cui fine ultimo sembra ignoto anche a lui. Su uno sfondo storicopolitico-teologico, si dipana un racconto dal ritmo serrato in cui l’azione principale sembra essere la risoluzione di un giallo».
Il nome della rosa
Martedì 16 gennaio 2018 - ore 21
Teatro Municipale, via Verdi 41 - Piacenza
Spettacolo di Umberto Eco, versione teatrale di Stefano Massini.
Info: www.teatrogiocovita.it