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Interclub Rotary Fiorenzuola e Piacenza Valli Nure e Trebbia: una serata dedicata all’ambiente ed all’acqua

Non poteva svolgersi se non in riva al grande fiume, nel suggestivo scenario dell’agriturismo “Finestra sul Po” a S.Nazzaro di Monticelli d’Ongina, la serata che Interclub Rotary Fiorenzuola e Piacenza Valli Nure e Trebbia hanno organizzato

Non poteva svolgersi se non in riva al grande fiume, nel suggestivo scenario dell’agriturismo “Finestra sul Po” a S.Nazzaro di Monticelli d’Ongina, la serata che Interclub Rotary Fiorenzuola e Piacenza Valli Nure e Trebbia hanno dedicato all’acqua, elemento fondamentale per la vita dell’uomo e per l’ambiente, risorsa sempre più a rischio per i cambiamenti climatici e le attività antropiche.

Per trattare di tutti i problemi connessi, i presidenti Rinaldo Onesti e Maria Teresa Andena, presenti numerosi soci ed ospiti, hanno invitato Paolo Ghilardi, docente di Idraulica all’Università di Pavia, Raffaele Veneziani membro dell’Ufficio di presidenza di Atersir Emilia- Romagna (AgenziaTerritoriale dell'Emilia Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti) nonché sindaco di Rottofreno e Fausto Zermani presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza.

“Il ciclo idrologico- ha chiarito Ghilardi- è complicato e sovente le cause imputate alle alluvioni o alla siccità sono frutto di luoghi comuni. Anche il moto delle acque sotterranee, come di quelle superficiali, è intricato, tanto che, toccando qualsiasi punto, si influisce sull’insieme. Oggi siamo molto al di sotto della media delle precipitazioni, ma il vero problema non è andare alla ricerca di nuove sorgenti, ma piuttosto di trovare acqua sicura. Quella che utilizzano gli agricoltori, non è acqua potabile. Inoltre il riscaldamento di 0,8 ° verificatosi dal 1991 al 2017 non è significativo per giustificare meno acqua, ma è piuttosto un fatto ciclico, mentre è un dato incontrovertibile che l’umanità ha grandi responsabilità sul cambiamento globale”.

“Siamo quelli che stanno peggio in Regione- ha spiegato Veneziani- e l’origine di tutto è la mancanza di neve e pioggia, con paesi come Castell’arquato e Lugagnano che hanno come unica alternativa la diga di Mignano che influisce sia sulla qualità come sulla quantità erogata. Il Consorzio ha provveduto ad importanti lavori per migliorane l’utilizzo. A questo punto – ha chiarito- i possibili scenari per fronteggiare la situazione, sono di una ulteriore riduzione, razionamento o cali di pressione, impianti mobili di filtrazione, rifornimenti o ricariche con autobotti, collegamenti “volanti” e captazioni di nuove sorgenti.

Molto importanti- ha detto- sono anche i comportamenti individuali che possono far risparmiare grandi quantità d’acqua, gesti quotidiani non meno essenziali come attenzione alle piccole perdite, uso di frangi getti, evitare scorrimenti inutili, mettere acqua in frigo da bere, lavare a pieno carico e riutilizzare l’acqua con cui si lava frutta e verdura”.

“E’ fondamentale- ha sostenuto Zermani- un differente approccio culturale al problema e dobbiamo ricordare che c’è acqua nel Trebbia perché c’è la diga del Brugneto. Sarebbe utilissima anche la traversa di Mirafiori attuata in modo moderno ma va pure riscoperto il ruolo del Genio civile. La Lombardia ha più acqua perché ha i laghi che di fatto sono invasi ed abbiamo tolto acqua all’agricoltura per diluire la potabilità. Dunque dobbiamo usare l’acqua conservandola, dobbiamo riscoprire la lungimiranza di chi ha creato gli invasi, con un uso intelligente della risorsa. Le opere pubbliche vanno mantenute e rese sempre più efficienti. Il principio deve essere quello della sicurezza idraulica e noi ragioneremo con Iren per costruire una diga in Val Nure”. E’ seguito il dibattito con numerosi interventi, il tutto nella cornice del grande fiume che, nonostante talune scelte dell’uomo, continua a scorrere imponente.

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