Piacenza Art Festival, al via il secondo appuntamento
Al via presso la sede dell'associazione Amici dell'Arte, in via San Siro 13, il secondo ciclo di mostre del “Piacenza Art Festival”, la manifestazione organizzata da Zamenhof Art di Milano in collaborazione con l’Associazione Amici dell’Arte e con il Patrocinio del Comune e della Provincia di Piacenza.
Nelle ampie sale della sede della storica associazione Amici dell’Arte sono allestite dal 1° novembre due mostre parallele: la collettiva tematica intitolata “La Ruggine e la Luce” e la personale di Vito Carta intitolata “Illusioni di una memoria infedele”, entrambe a cura di Virgilio Patarini.
Nella mostra personale di Vito Carta tale rapporto ambivalente è esplicitato fin dal titolo: “Illusioni di una memoria infedele”. E infatti le opere in esposizione, in bilico tra fotografia, pittura e opera digitale, ci mostrano personaggi e paesaggi deformati da una memoria inquieta e immaginifica, dove labile è il confine tra realtà e invenzione.
Nella mostra collettiva “La Ruggine e la Luce” il tema della memoria è sviluppato in tre direzioni: da una parte la rievocazione di immagini, fotogrammi di una memoria labile, sul punto di scomparire o al contrario di riaffiorare (Belloni, Boscolo, Cuman, Meloni, Morozzi, Patarini, Profeta, Zelenkevich); dall’altra una memoria dei materiali, degli oggetti (Carrera, Marin, Panozzo, Stramacchia, Zangrossi); e infine una memoria della sola luce, dell’atmosfera, dell’aura di ciò che è accaduto (Accorsi, Angelini, Boldrini, Facchinetti). Qui l’ambiguità è tutta giocata tra memoria (la Luce) e oblìo (la Ruggine).
Per approfondimenti: https://piacenzaartfestival.jimdo.com/
Calendario eventi
(Ogni ciclo di due settimane vengono allestite due mostre parallele: una nel Foyer e un’altra nel Salone. Le mostre sono visitabili dal martedì al sabato dalle ore 16 alle ore 19, la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19. Chiuso il lunedì. Ingresso libero. Le inaugurazioni sono il primo giorno di esposizione –sabato- alle ore 20,30; a seguire, alle ore 21, sempre uno spettacolo teatrale a ingresso libero).
Dal 1 al 13 novembre 2014:
VITO CARTA, Illusioni di una memoria infedele – mostra d’arte contemporanea
Quelle che affiorano nella luce cangiante della memoria di Vito Carta sono immagini inquiete: volti, corpi, scenari… fotogrammi che galleggiano in una luce che cambia, a tratti morbida, tenue, soffusa, a tratti abbacinante e tagliente. La memoria è il flusso, la corrente che le trasporta, le sparpaglia, le accosta, le mischia, le sovrappone, le allontana, le deforma: scompone e ricompone i contesti in cui le immagini stesse trovano nuove combinazioni, nuova luce, nuovi colori, nuovi significati. Perché Vito Carta sa bene che la memoria è una compagna infedele che mente con abilità, ma spesso nei suoi inganni, nelle sue bugie si nascondono rivelazioni spiazzanti e realtà insospettabili. E l’artista, come un giocoliere, usa l’inganno e la menzogna per raccontarci la verità.(V.P.)
Vito Carta, nato nel 1957 a Milano, risiede in un borgo sui colli piacentini. Fotografo free-lance professio-nista. Costantemente e volentieri al margine del discorso ‘produttivo’ di fotografo, a causa delle personali ispirazioni ed esigenze artistiche, nel 1995 imbocca la strada artistica esponendo per la sua prima mostra al Centro Lavoro Arte di Milano. In seguito concenra l’attenzione alla costruzione di un dialogo più diretto possibile e spontaneo con lo spettatore delle sue immagini. Non impantanato nei nuovi immensi orizzonti delle possibilità digitali, senza rifiutare la tecnologia, ma rivolgendosi allo studio della pittura per esprimer meglio l’enfasi comunicativa, sceglie la via di una fusione sintetica fondata sulla necessaria e vitale pratica espressiva manuale, senza mai abbandonare o disconoscere la matrice di un mondo artistico che è nato fotografia ancor prima di divenir reale.L’esigenza di una sempre maggiore espressivita’ comunicativa si convoglia nella tematica stilistica della labilita’ dell’immagine e della realtà, sempre vissuta come ricordo autobiografico, ed in quella contenutistica, idealmente contrapposta, tutta volta all’esasperazione ‘violenta’ dell’emotivita’.Tra le varie esposizioni si segnalano le partecipazioni ad Arte Laguna del 2006/7 e il terzo premio nella prima manifestazione, le menzioni al Premio ‘Il Segno’ presso la gall. Zamenhof e le successive collettive a Ferrara e a Venezia.La realizzazione di sei tavole inserite nella sede di De Agostini a Novara e l’illustrazione di volumi per la Cedam.
La ruggine e la luce – mostra collettiva tematica di pittura e scultura
Opere di Stefano Accorsi, Simone Boscolo, Andrea Boldrini, Valentina Carrera, Fabio Cuman, Paolo Facchinetti, Luca Maria Marin, Michela Meloni, Francesca Morozzi, Moreno Panozzo, Virgilio Patarini, Luigi Profeta, Edoardo Stramacchia, Morgan Zangrossi, Sasha Zelenkevich
"It's better to burn out than to fade away cause rust never sleeps" ("Meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente, perché la ruggine non dorme mai"), cantava Neil Young nel 1979. E di ruggine che corrode i metalli e di luce sprigionata dalle fiamme è fatta questa mostra. Non solo in senso metaforico. Opere che gridano la loro presenza fisica, materiale sono presentate accanto a quadri che sussurrano il loro anelito alla trascendenza. L'hard ware dei bassorilievi, delle sculture e delle installazioni di Carrera, Panozzo, Patarini, Profeta e Zangrossi convive con il soft ware dei quadri di Accorsi, Boscolo, Facchinetti, Stramacchia e Zelenkevich. Con Luigi Profeta, l'equilibrista, che se ne sta nel mezzo, capace di restare in bilico tra l'una e l'altra cosa, nella stessa opera, che è quadro e piccola installazione al tempo stesso, fatta di oggetti concreti e parti in rilievo e di labili fotografie fissate sulla tela. E Fabio Cuman così hard nelle sculture e soft nei dipinti, e Valentina Carrera hard nei quadri e soft nelle composizioni fotografiche.
Nel 1915 Heinrich Wolfflin ricostruiva la storia dell'arte moderna seguendo le oscillazioni dei secoli tra forme chiuse e forme aperte, tra lineare e pittorico, tra chiarezza e oscurità: tra hard ware e soft ware (appunto) diremmo noi oggi. Oggi, quasi un secolo dopo, artisti della stessa generazione, ovvero la generazione post-moderna, quella delle post-avanguardie, possono essere, indifferentemente, o addirittura al tempo stesso, campioni dell'uno e dell'altro polo. Artefici di opere aperte o chiuse. Oscillando come acrobati tra la ruggine e la luce. Filosofi e artigiani. (Virgilio Patarini)
Sabato 15 novembre 2014, ore 21: Una vita, un prezzo – Spettacolo teatrale.
Testo e Regia di Riccardo “Fritz” Piricò. Con Riccardo Piricò e Carlo Ponta Signoretti.
Lo spettacolo (tratto da una notizia di cronaca nera). A Roma, nel 2009, viene ritrovato il corpo senza vita di S.R.S un ragazzo italo albanese di 17 anni, conosciuto alle forze dell'ordine come giovane leva del racket locale, arrestato per spaccio, piccoli furti e danneggiamento della cosa pubblica. Dalle prime indagini risulta un legame con la microcriminalità di quartiere, e a un piccolo clan affiliato dell'andrangheta dedito all'usura e al taglieggiamento. L'assassinio del giovane si sospetta sia ricollegabile ad un regolamento di conti in seguito al tentato omicidio dell'assessore A.F. a Roma Bottaccia. Di per sé è una notizia come altre, come tante se ne sentono al telegiornale. Ma quando capita di ascoltare la storia della vita di S.R.S. raccontata dal suo miglior amico, in un incontro del tutto casuale, allora le cose cambiano, allora "il soggetto malavitoso" diventa persona, e le sue vicende umane, qualcosa di più della pura cronaca nera. E' quello che è accaduto all'autore di questa piece teatrale in una strana serata del 2010, quando si trova invitato ad una festa di compleanno, senza sapere di chi fosse il compleanno. Lo spettacolo, preparato in collaborazione con l'associazione LIBERA, ha ricevuto molti consensi di critica ed ha vinto diversi premi di drammaturgia: uno spettacolo particolare poiché slega l'idea che la mafia sia associata solo alle stragi efferate e alla spietatezza, e sottolinea invece aspetti consueti e quotidiani, che appaiono normali, e che sono solo l'anticamera "dell'atteggiamento mafioso", di un nostro modus vivendi, e proprio per questo, ancor più subdolo: una piccola raccomandazione, un favore personale, una "scorciatoia" per raggiungere un obiettivo, una semplice richiesta di aiuto: dice l'autore "la mafia non è solo nel monitor del nostro televisore, ma spesso è davanti a noi, di fianco a noi... dentro di noi". Il racconto della vita di S.R.S. è tutt'altro che tetro; è costellato infatti da episodi esileranti e paradossali, che fanno sorridere perchè associati all'italica arte di arrangiarsi, ma dalle conseguenze terribili, dal prezzo troppo alto.
Ad oggi, settembre 2014, mandanti ed esecutori dell'omicidio di S.R.S. non sono stati ancora individuati.
L’autore e regista: Riccardo Fritz Piricò. Attore, regista e drammaturgo, nato a Sanremo nel 1967, le sue primissime esperienze teatrali, giovanissimo, sono con la compagnia del Teatro della Tosse di Genova, sotto la guida di Tonino Conte e Piero Alloisio, dal 1981 al 1985. Successivamente a Milano e Pavia frequenta diverse scuole e laboratori teatrali: con Angela Malfitano al Teatro Fraschini, con Ida Marinelli e Cristina Crippa al Teatro dell’Elfo e al Teatro di Porta Romana, e poi con Carlo Rivolta. Nel 2004 si diploma alla Scuola Internazionale del Teatro dell’Arsenale sotto la guida di Kuniaki Idacon il quale collabora in diversi spettacoli. Vincitore del premio Festival di Regia Nazionale nel 2010 finalista nel Festival di Regia Internazionale nel 2011 con gli spettacoli "incubo di una notte di mezza estate" e "BaKKanti". Vincitore del premio Borrello 2011 per il testo teatrale "Una vita un prezzo", che ha debuttato in collaborazione con l'associazione Libera nell'ambito del Circuito teatrale Antimafia, progetto Alveare. Vincitore del Festival Teatro Franco Agostino con lo spettacolo "questo inferno", liberamente ispirato al poema La divina Commedia, presso il Piccolo Teatro di Milano. Come si diceva fin dalla più tenera età ha recitato in numerosi spettacoli, dopo i primi anni in Liguria, soprattutto a Pavia (Teatro Fraschini, Teatro La scala), Milano (Teatro Libero, Teatro della Quattordicesima, Teatro Arsenale, Teatro Wagner, Teatro Verdi) e Lodi (Teatro alle Vigne, Teatro del Viale). Ma anche a Venezia (Palazzo Zenobio). Negli ultimi anni accanto all’attività attoriale si è molto intensificata la sua attività di autore e regista. Nel triplice ruolo di autore, regista e attore-protagonista lo scorso luglio ha debuttato a Ferrara presso Palazzo della Racchetta, nell’ambito del Racket Festival, presentando in anteprima nazionale il suo nuovo spettacolo “(IN) Potenza”, che affrontava con comicità e dolce-amara ironia il delicato argomento dell'infertilità maschile
Dal 15 al 28 novembre 2014:
Alma Mater Materia – mostra collettiva tematica di pittura e scultura
La forza arcana della materia rievocata ad uno stato quasi primordiale, tanto potentemente, tautologicamente “materiale”, quanto al tempo stesso spirituale e immanente, una sorta di rappresentazione allusiva e moderna di quella che Lucrezio avrebbe chiamato “Natura naturans”.
Gesto/Gestalt - mostra collettiva tematica di pittura
Opere di Andrea Boldrini, Raffaele De Francesco, Josine Dupont, Paolo Facchinetti, Michelle Hold, Roberto Tortelotti
Nell’istante in cui la Pittura Informale rinuncia alla narrazione e alla descrizione anedottica della realtà e si affida al puro gesto, alla stesura pura e assoluta del colore sulla tela come segno e campitura, ci obbliga a vedere il quadro per quello che è: un’opera visiva che agisce sulla nostra Percezione, mettendo a nudo le sue strutture profonde.