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Asp, «Modello fallimentare, quanto costerà il buco?»

Pollastri e Foti commentano la situazione di Asp “Città di Piacenza”, che presenta un forte disavanzo

«Al di là delle consuete polemiche sulla interpretazione dei dati e le difese d’ufficio, la situazione non certo rosea dipinta nel documento sulle partecipate del Commissario Cottarelli in merito alla ASP “Città di Piacenza” conferma, se mai ce ne fosse bisogno, tutti i dubbi, le critiche e le perplessità che ho espresso in questi anni il modello di gestione delle aziende di servizi alla persona imposto dalla Regione Emilia-Romagna». Così commenta il consigliere di Forza Italia, Andrea Pollastri, il report negativo stilato dal commissario per la spending review sull’azienda piacentina. «Dopo le denunciate difficoltà economiche dell’ASP Azalea, oggi vengono evidenziate quelle dell’Asp Città di Piacenza, sintomo evidente che c’è qualcosa che non funziona a livello strutturale. Lo scorso anno ho presentato a tal proposito una proposta di legge per la riduzione e riorganizzazione delle ASP, che a mio avviso aveva il merito di creare strutture più agili ed economicamente più sostenibili. Inoltre, a differenza della Legge poi approvata dalla sinistra in Regione, la mia proposta non conteneva alcuni elementi fortemente critici, quali ad esempio l’ambiguità della scappatoia verso le Unioni dei Comuni per il risanamento del debito o la mancata semplificazione della  governance o l’eliminazione di pesanti sovrastrutture». «La miopia della Regione – conclude Pollastri – crea oggi una situazione di grave difficoltà in molte delle aziende di servizi alla persona e, di conseguenza, negli Enti Locali chiamati al risanamento degli eventuali debiti. Ritengo che si debba rivedere il prima possibile la struttura di questo modello di gestione, favorendo il più possibile la privatizzazione e imponendo il pareggio di bilancio da percorrere attraverso risorse interne alle aziende e non sempre ricorrendo alla cassa pubblica».

Foti (Fd'I-AN): «Quanto costerà al Comune il buco dell'Asp?»

«In tempi non sospetti ho sostenuto che l'idea della Regione Emilia-Romagna di costituire le Aziende Servizi alla Persona si sarebbe rilevata un buco nell'acqua. Oggi i buchi peggiori li troviamo nei loro bilanci, sia in quelli dell'Asp Piacenza, sia in quelli dell'Asp Azalea.
Così non si può andare avanti ", lo afferma in un'interrogazione rivolta al Sindaco Dosi il consigliere Tommaso Foti (Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale). «Nel corso della recente audizione in commissione del Presidente dell'Asp Mazzoli - continua l'interrogazione - ebbi ad evidenziare come, andando avanti di questo passo, si sarebbe ben presto dilapidato il patrimonio aziendale, in grande parte frutto delle donazioni di meritori benefattori. I fatti mi confermano che avevo ragione».«In più occasioni - prosegue Foti - ho chiesto al Sindaco di intervenire con detrminazione ed autorevolezza nei confronti della Regione affinché approvasse una riforma delle Asp che consentisse alle stesse di potere esercitare le funzioni assegnate. Così non è stato: la riformicchia che a Bologna hanno partorito, a pochi mesi dalla sua entrata in vigore, si mostra del tutto inutile e dannosa. E così, ancora una volta, saranno i piacentini che pagheranno i danni prodotti dall'incapacità del legislatore regionale». Foti chiede quindi al sindaco Dosi «quali risorse economiche abbia erogato negli ultimi due anni il Comune di Piacenza all'Asp ed inoltre quale prevede sarà l'esborso economico del Comune  per concorrere al ripiano del bilancio 2014, che - allo stato - denuncia una perdita di oltre un milione e seicentomila euro»

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