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Bersani: «In futuro io sindaco di Piacenza? No, mi riposerò»

Pierluigi Bersani all'inaugurazione della sede Pd: «Il nostro partito non deve allargare i confini e tesserare tutti». Tornerà sul territorio fra qualche anno, come sindaco del nuovo comune di Bettola, Farini e Ferriere? «E come si fa, c'è Agogliati...»

«Finite le questioni nazionali, mi riposo».  Anche Pierluigi Bersani non ha voluto mancare all’inaugurazione della nuova sede del Partito Democratico in via Roma. Arrivato insieme al suo storico braccio destro, il fiorenzuolano Maurizio Migliavacca, Bersani – incalzato dai cronisti – è tornato a dire la sua su alcune questioni nazionali, e ha parlato anche del suo futuro in politica.

«Abbiamo segnali – ha dichiarato - che in diversi luoghi in Italia sono in corso operazioni spurie di tesseramento. E’ andato sui giornali il caso Sicilia. Si viaggia a 20mila tessere in più in una situazione politica non esaltante, mi riferisco anche al caso Cuffaro. Io ho sollevato e intendo sollevare la questione in nome del mio partito. Ho registrato però che i dirigenti del mio partito hanno parlato di “polemiche inutili”, qualcuno ha detto “va bene così, è un partito che si allarga”, un terzo ha detto che “Bersani dovrebbe vergognarsi”. Così non va bene. Io vorrei ricordare quel che dissi tre anni fa: il nostro problema sarà scegliere se essere un soggetto politico o uno spazio politico. Credo di essere stato un buon profeta. Io combatto perché noi si sia un soggetto politico che vuole allargare i propri confini, ma che ha i confini”.

Sulla questione unione dei Comuni ha invece illustrato la sua posizione in questo modo. «Non ho elementi per giudicare le singole scelte. La fusione dei comuni è un meccanismo che va incoraggiato, ma sarebbe auspicabile che fosse fatto con un certo ordine, una certa idea basata su criteri razionali e logici. Non unioni con bilancini politici. Finché non abbiamo concepito cosa è un’area vasta e come si ottimizzano certe gamme di servizi, è poi difficile fare dei sottoinsiemi coerenti».

Pochi giorni fa durante la trasmissione “Otto e Mezzo” di Lilli Gruber Bersani ha dichiarato di aver conosciuto la massoneria durante la sua esperienza di amministratore. Si riferiva alle sue esperienze piacentine, o a Bologna in Regione? «No no, mi riferivo alla dimensione emiliano-romagnola  - ha precisato l’ex segretario nazionale -, questa dimensione qui in cui percepivi il profumo di quella istituzione, profumo non “stantio” come invece ha detto De Bertoli nel suo articolo. Insomma, mi sono scontrato un po’ sottotraccia con la massoneria, ma c’era una discussione vera su grandi scelte di governo».

Il bettolese rimane tra i pochi della minoranza a non uscire dal partito, e il suo futuro rimane avvolto nel mistero. Sistemate le questioni nazionali del suo partito, pensa di impegnarsi ancora sul territorio, a Piacenza come sindaco, o nella sua Bettola, che si unirà ai comuni di Farini e Ferriere? «E contro Agogliati come si fa?» - ribatte divertito Bersani -. Andiamo con ordine – prova poi a rispondere seriamente -, finita questa storia, ci si riposa ragazzi».

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