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Bloccato anche il conto corrente della Lega Nord piacentina

Dopo la condanna di Francesco Belsito e Umberto Bossi "stoppato" il conto corrente dell'Emilia, su cui confluiscono i soldi degli eletti e dei militanti del Carroccio piacentino

Di ritorno da Pontida - si è svolto nel weekend il tradizionale ritrovo tra dirigenti e militanti - brutte notizie per la Lega Nord piacentina. Anche il Carroccio locale si è visto bloccare il suo conto corrente. Pur essendo un soggetto giuridico diverso dalla Lega Nord federale, i conti correnti della Lega emiliana sono stati bloccati: qua sono depositati i soldi che servono per fare attività sul territorio. I fondi sono stati infatti bloccati dai pm di Genova in seguito alla sentenza di primo grado sulle presunte irregolarità nell’utilizzo di fondi pubblici: a luglio è arrivata la condanna in primo grado dell’ex tesoriere Francesco Belsito, di Umberto Bossi e di suo figlio Renzo.

Il partito deve restituire allo Stato una cifra importante: 48 milioni di euro. Matteo Salvini l’ha definito un «attacco alla democrazia» e un tentativo di «mettere fuori legge» il movimento. «Hanno cominciato a bloccare la possibilità di operare alla Lega – ha detto il segretario Salvini - senza che ci sia stato fornito un atto formale. I conti correnti stoppati sono al momento quelli di Emilia, Trentino, Bergamo, Imperia, Sanremo e Savona. Senza nessuna sentenza di condanna per eventuali errori commessi in passato da singoli, si cerca – insiste – di bloccare l’avanzata di un partito che è al suo massimo storico». «C’è – osserva ancora Salvini – una scheggia della magistratura che fa politica. È un’opera di distruzione che non gli riuscirà, che grida vendetta. Se pensano di spaventare o fermare la Lega si sbagliano».

«Quello emesso dal tribunale – ha spiegato il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi - è un sequestro preventivo provvisorio. Se la sentenza di condanna di primo grado dovesse essere ribaltata in appello o in Cassazione, i soldi verranno restituiti. In fase di indagini preliminari - prosegue Cozzi - la procura aveva già chiesto il sequestro ma il giudice per le indagini preliminari lo aveva rigettato perché ancora non era stato quantificato il danno. Adesso, con la sentenza è stato stabilito quanto è l'ammontare e quindi si è chiesto il provvedimento».

E così il Carroccio piacentino ha subito il blocco dei conti da parte della magistratura. Su quel conto vengono versati gli incassi delle feste e delle raccolte fondi tra i militanti. Gli eletti della Lega Nord nelle istituzioni versano su quel conto il 15 per cento degli stipendi. Probabilmente, per far fronte alle spese della sede di via Vaciago (riscaldamento, luce e telefono più spese varie per manifestazioni ed eventi), sindaci e assessori comunali utilizzeranno questa quota mensile per coprire le necessità più urgenti. Il Carroccio, a Piacenza e provincia, non ha dipendenti o collaboratori. 

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