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La dichiarazione

Ddl incentivi, De Micheli (Pd): «Governo confuso»

La deputata dem: «Servono politiche industriali di modernizzazione»

«A cosa serviranno questi incentivi? Perché se nelle modalità possiamo aver trovato qualche accomodamento, ancora non è chiaro per cosa li utilizzerete. E le verifiche che sono state giustamente introdotte per cosa si faranno? Per il raggiungimento di quali obiettivi: solo quelli tecnici, numerici, o si faranno sul raggiungimento di precise politiche industriali, di transizione e di modernizzazione del nostro sistema produttivo?». Così la deputata Paola De Micheli, annunciando il voto di astensione del gruppo del Partito Democratico alla delega in materia di revisione degli incentivi alle imprese.

«Riorganizzare gli incentivi sulla base dei criteri previsti è sicuramente urgente, come è urgente garantire chiarezza, trasparenza e semplicità . Ma è importante - ha proseguito De Micheli - garantire anche la parità di genere e introdurre il processo della loro verifica se questi hanno davvero raggiunto gli obiettivi. Noi del Pd vi abbiamo chiesto di introdurre il codice degli incentivi, per noi assolutamente strategico».

L'esponente dem, rivolgendosi alla maggioranza ha chiesto di sapere «qual è il ruolo dello Stato che questo governo ha in mente rispetto alle imprese e quindi rispetto all'utilizzo delle risorse pubbliche. Manca - per De Micheli - la definizione di una prospettiva del nostro sistema industriale. A questa delega manca l'anima, la tensione alla trasformazione verso cosa e in quali tempi. Il governo si deve rendere conto che è in corso uno shopping di medie imprese in Italia da parte gruppi internazionali. Per noi democratici manca una visione e non sono chiari gli obiettivi di politica industriale su cui puntare. Ci sono alcuni dossier come Tim, Ilva, Ita dove si evince una grande confusione da parte del governo, proprio sugli obiettivi di politica industriale. Il rischio è che se non ci sono obiettivi chiari, condivisi e definiti è che le decisioni siano figlie solo di operazioni di forza e la politica industriale non può dipendere solo dalle legittime attività delle lobbies o esclusivamente dalle emergenze. Chiediamo che vengano previsti obiettivi precisi su una transizione ecologica e digitale verso nuovi modelli organizzativi , di produzione e sviluppo. Perché noi siamo e saremo dalla parte della modernità e della modernizzazione delle nostre imprese», ha concluso.

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