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Fondazione con meno rappresentanti, i consiglieri comunali: «Imbarazzati per i tempi»

L'ente di via Sant'Eufemia riduce i posti del pubblico in consiglio generale da 25 a 15, proprio mentre a Palazzo Mercanti Polledri sollevava la questione della modifica dello statuto. «Situazione sospetta, paradossale e imbarazzante»

La Fondazione di Piacenza e Vigevano ha modificato il suo statuto interno riducendo il consiglio generale. L’ente di via Sant’Eufemia dal prossimo mandato avrà 15 rappresentanti invece che 25. Il taglio dei componenti riguarda gli enti pubblici e privati: mentre la società civile e il mondo associazionistico si vedono confermare tutti i posti di rappresentanza, Comune di Piacenza, comune di Vigevano, Diocesi, Camera di Commercio, vedono ridurre a uno il numero dei propri alfieri.

La decisione è arrivata proprio mentre era riunito il consiglio comunale, che aveva tra gli ordini del giorno un’interrogazione di Massimo Polledri (Lega Nord) sul tema della modifica dello statuto. La voce della decisione presa in via Sant’Eufemia si è sparsa velocemente a Palazzo Mercanti, proprio pochi minuti prima che l’esponente del Carroccio iniziasse a introdurre la questione. «Sono imbarazzato – ha esordito Polledri - come molti colleghi per la modifica dello statuto della Fondazione. Oggi l’ente non doveva votarlo, solamente discuterlo, e invece l’ha votato. Hanno modificato la rappresentanza: la politica dovrebbe essere più importante all’interno di questo ente privato». «Fermiamo tutto – ha rilevato Tommaso Foti (Fratelli d’Italia): o votiamo senza sapere come è il nuovo consiglio generale o andiamo avanti facendo finta di niente».

«C’è stata una coincidenza dei due momenti – è intervenuto il vicesindaco Francesco Timpano -, mi sono sentito su questo nei giorni scorsi con il presidente Toscani. Il consiglio ha poi pensato di decidere oggi. Non ho documenti ufficiali, ho solo un messaggio informale del presidente che mi descrive la forma dello statuto: è uno schema anche diverso da quello che è circolato nei giorni scorsi. La Fondazione ha una sua autonomia, hanno pensato di decidere oggi. Si passa da un sistema più largo ad una designazione per ogni ente rappresentato all’interno. Siamo comunque davanti ad un ente autonomo».

Se l’assessore ritiene una casualità la concomitanza dell’assemblea della Fondazione che ha anticipato i tempi – votando lo statuto che doveva essere solo discusso – proprio nel giorno in cui Polledri sollevava la questione a Palazzo Mercanti, una parte dell’aula non accetta questa interpretazione. «C’è coincidenza dei tempi – ha commentato lo stesso Polledro -, se fossero autonomi non si sarebbero sottratti a discuterne con la città. «La politica è in ritardo – ha detto Filiberto Putzu (Forza Italia) - in questo caso. Se la giunta ha dei rapporti con i rappresentanti della Fondazione, è però vero che è il consiglio comunale a dare delle indicazioni. Qual è il nostro ruolo? Siamo limitati a essere dei burocrati».  Di «grande imbarazzo» ha parlato anche Mirta Quagliaroli, capogruppo 5 Stelle. «Situazione paradossale. Questa concomitanza sembra un po’ strana: ho qualche dubbio sulle reali intenzioni della loro collaborazione, visto questo atto. Era giusto far discutere oggi il consiglio comunale». Anche dal Pd è emerso qualche malumore per la decisione della Fondazione. «Hanno ragione i colleghi – il parere del vicecapogruppo Laura Rapacioli -, la situazione è imbarazzante. Ci vuole sinergia tra i soggetti: è buon senso sospendere la questione e riparlarne in futuro». «La situazione è da valutare – ha infine dichiarato il presidente del consiglio comunale Christian Fiazza -, ci spiazza, un buon atto amministrativo per la città andava valutato. Come suggerisce Foti convocheremo i nostri rappresentanti del Comune – l’ente ha due figure, Milena Tibaldi e Giovanni Rabaiotti - in aula».

La conferenza dei capigruppo – dopo un conciliabolo durato una decina di minuti - aveva scelto di sospendere l’argomento in discussione, dando impegno alla presidenza (entro 30 giorni) di avere gli elementi necessari per comprendere l’evoluzione delle cose, tramite le commissioni. La proposta non ha trovato tutti d’accordo. «Era meglio sospendere subito – ha criticato Foti - e discuterne nel consiglio di lunedì, non entro 30 giorni di distanza». La sospensiva di Foti è stata accolta dalla Rapacioli e dal Pd, ma la questione verrà ridiscussa nel primo consiglio comunale ancora da calendarizzare. A molti consiglieri l’improvvisa accelerazione da parte della Fondazione per tagliare la presenza del pubblico all’interno dell’ente è parsa alquanto spiazzante: meglio capire quanto è successo aprendo un confronto con chi la decisione l'ha presa. Nel frattempo dovrebbe essere convocata a giorni la commissione n.1 che da mesi chiede un incontro con l'ex Cda - quello della gestione Scaravaggi - della Fondazione.

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