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Lunezia, no alla "Regione del gusto e della cultura"

Cavalli (Ln) e Corradi hanno illustrato gli obiettivi del provvedimento, il cui scopo era di "valorizzare i legami storico-culturali che connotano i territori di diverse province"

Con il voto a maggioranza sull'ordine del giorno per il “non passaggio all’esame degli articoli" (formula prevista dall’articolo 92 del Regolamento), l’Aula ha concluso il percorso avviato con il deposito del progetto di legge d’iniziativa di Roberto Corradi (Ln) finalizzato a promuovere la costituzione di “Lunezia - Regione del gusto e della cultura”. Hanno votato l’odg i consiglieri Pd, Idv, Sel-Verdi, Fds; contrari Pdl, Ln e Mov5stelle.

Il relatore Stefano Cavalli (Ln) e Corradi hanno illustrato gli obiettivi essenziali del provvedimento, che si prefiggeva lo scopo di “valorizzare i legami storico-culturali che connotano i territori di diverse province della nostra Regione con altre province di Regioni limitrofe”; in particolare, il riferimento è a quelle di Piacenza, Parma e Reggio Emilia, Massa Carrara, Lucca, La Spezia, Cremona e Mantova (dunque sarebbero interessati territori di Emilia-Romagna, Lombardia, Liguria e Piemonte).

Fra le intenzioni dichiarate: tutela e promozione dei prodotti tipici; sostegno a iniziative culturali finalizzate a valorizzare i legami storici tra i territori e alla conservazione e recupero delle tradizioni locali, delle sagre tradizionali e dei dialetti; conservazione e recupero dei beni monumentali e ambientali; sostegno ad attività di promozione turistica.

Alla nuova entità denominata “Lunezia. Regione del gusto e della cultura” avrebbero potuto aderire, su base volontaria e tramite proprie deliberazioni, Province, Comuni, Unioni di Comuni e Comunità montane. Ogni anno la Giunta regionale avrebbe dovuto promuovere un bando, riservato ai soggetti iscritti in un apposito elenco degli aderenti, per finanziare progetti tesi al raggiungimento degli obiettivi indicati nella legge; alla realizzazione di tali progetti la Regione avrebbe dovuto contribuire fino al 50% della spesa preventivata. In Aula, Corradi ha ricordato che un quarto di secolo fa, la Regione fece un’operazione analoga con le Terre matildiche.

Per Andrea Pollastri (Pdl) il sostegno del Popolo della libertà alla proposta nasce dalla condivisione dell’approccio e dalla convinzione che questa iniziativa potrebbe costituire un’opportunità per territori marginali e spesso abbandonati a se stessi, sul piano turistico, enogastronomico, ambientale. Ha poi rimarcato la necessità di modificare l’articolo 92 del Regolamento.

Da Thomas Casadei (Pd) è venuta una serie di puntualizzazioni di natura giuridica e normativa, che motivano il giudizio negativo del suo gruppo sullo strumento della Legge per perseguire gli obiettivi dichiarati, alcuni dei quali potrebbero essere perseguiti attraverso atti amministrativi interregionali. È poi inaccettabile che si preveda di costituire un’entità “regionale” prima di qualunque verifica con altre Regioni, violando quanto disposto dall’art. 117 della Costituzione.

Giovanni Favia (Mov5stelle) ha detto di condividere lo spirito della proposta, ma anche le obiezioni giuridiche di Casadei. Ne deriva concretamente che la questione viene liquidata senza alcun impegno da far assumere alla Giunta; la maggioranza avrebbe almeno potuto elaborare un atto di indirizzo politico. Infine, Roberto Montanari (Rifondazione Comunista) ha affermato che tutto ciò che, con qualsiasi pretesto, si prefigge di dividere la Regione non potrà trovare alcuna disponibilità al dialogo nella maggioranza.

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