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L'intervento

Nuovo ospedale, sindacati preoccupati: «Siamo ancora fermi al dibattito sull’area»

I segretari di Cgil, Cisl e Uil hanno assistito alla seduta consiliare: «No a ritardi, la politica si assuma la responsabilità»

I segretari generali di Cgil Piacenza, Ivo Bussacchini, Cisl Parma e Piacenza, Michele Vaghini, Francesco Bighi di Uil Emilia erano presenti nella giornata del 19 luglio ai lavori del Consiglio Comunale di Piacenza dove si presentava l' ipotesi progettuale di fattibilità nell' area 5 del nuovo ospedale di Piacenza. Capire meglio benefici e criticità e avere una miglior comprensione delle differenze tra le 2 aree indicate (5 e 6) nonché la comparazione dei progetti e le ricadute sulle zone della città interessate era l’obiettivo della presenza dei sindacati confederali.

«Purtroppo il poco tempo a disposizione non ci ha permesso di capire esattamente quale fosse l'area migliore per far sorgere il nuovo ospedale. Sono passati 8 anni da quando l'allora assessore regionale alla sanità Sergio Venturi annunciò l'idea di finanziare un nuovo ospedale nella nostra città – ricordano Cgil, Cisl, Uil -. Un ospedale che, ricordando anche la storia recente del nostro territorio, devastato in modo importante dalla pandemia Covid, riteniamo necessario. A distanza di 8 anni da quell'annuncio siamo ancora fermi al dibattito politico sull'area (discussione in cui noi non vogliamo entrare) e purtroppo non abbiamo ancora tempi certi riguardo all' inizio dei lavori».

«Noi abbiamo sempre pensato - proseguono i segretari - che al territorio della provincia di Piacenza (anche considerando che oltre il 20% di cittadini sono over 65) serva una struttura principale che non sia obsoleta ma che sia facilmente accessibile, flessibile e ricettiva. Una struttura che debba avere al proprio interno non solo adeguate strumentazioni, tecnologie e spazi ma prioritariamente professionalità importanti, per evitare l' emorragia di personale sanitario che in alcuni casi ha scelto di andare a lavorare altrove. Riteniamo quindi che serva una struttura ospedaliera di alto livello che abbia come caratteristiche il facile accesso non solo per i cittadini di Piacenza ma anche per gli abitanti della nostra provincia, fermo restando la valorizzazione degli altri tre ospedali del territorio (Castelsangiovanni, Fiorenzuola, Bobbio). Perché, proprio pensando a quello che abbiamo vissuto in epoca Covid, è importante che le strutture territoriali prevedano spazi flessibili con un aumento dei posti letto in caso di particolari emergenze o necessità».

«Tutto ciò ovviamente non basta, perché riteniamo prioritaria la capacità di rispondere ai bisogni dei cittadini nei tempi più rapidi possibili e la tutela del personale sanitario che lavora all'interno della struttura ospedaliera. Personale che, lo ribadiamo, dovrebbe essere alleggerito dai carichi di lavoro che negli ultimi anni hanno portato a situazioni estremamente gravose per chi si occupa quotidianamente della salute dei pazienti. Consideriamo fondamentale la tutela della salute così come sancito dall'articolo 32 della Costituzione e pertanto chiediamo alla politica locale, l'assunzione di responsabilità nella scelta strategica che si andrà a definire, per evitare ulteriori ritardi che rischierebbero di vedere vanificate le aspettative della comunità piacentina».

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