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Parla il consigliere

«Piacenza Expo non vuole fornire i reali dati sugli ingressi e i servizi che appalta»

Papamarenghi ancora all’attacco dell’ente fiere: «È l’unica società al mondo che rifiuta di inviare la documentazione richiesta al proprietario, cioè al Comune»

«Dobbiamo pensare male se Piacenza Expo non mostra i reali ingressi dei visitatori a pagamento e non fornisce i costi dei servizi che appalta all’esterno». Jonathan Papamarenghi, a nome della Civica Barbieri-Liberi, insiste nella sua battaglia contro l’atteggiamento dell’ente fieristico di Le Mose, che non vuole inviare la documentazione richiesta prima dal gruppo consiliare di minoranza, poi dallo stesso Comune, che detiene il 50,5% delle quote.

«Stiamo parlando di una società pubblica che ha come azionista di maggioranza il Comune - ricorda Papamarenghi - già segnalata dalla Corte dei Conti per la situazione d’emergenza dei suoi conti, che vanno tenuti d’occhio. Società che ha un piano industriale non decollato, anzi, non attuato, che non può nascondere ricavi e perdite con la scusa della pandemia, d’altronde la perdita d’esercizio risulta essere più del doppio dei bilanci di previsione».

Papamarenghi, che ricorda la recente “gaffe” del sindaco Tarasconi, ignaro dell’aumento di stipendio che il presidente Cavalli ha ottenuto dall’assemblea dei soci, fa notare che gli stessi revisori del Comune di Piacenza «invitano a monitorare i costi dei servizi forniti alla società».  

La Civica della quale fa parte il consigliere ha fatto negli ultimi tempi una serie di richieste di accesso agli atti, per conoscere i reali dati degli ingressi a pagamento alle fiere («escludendo gli omaggi, i biglietti carnet che vengono ricevuto da molti, io stesso ne ho un blocco a casa») e i costi dei servizi dati in appalto esternamente.

Come mai questa richiesta? «Nel bilancio troviamo 1,3 milioni di “costi legati ai servizi” su un totale di 1,8 milioni di euro di “valore di produzione”. Perché non ci vengono fornite le singole voce di spesa e i nomi di questi soggetti esterni che lavorano per Piacenza Expo? Perché vengono scelti alcuni fornitori rispetto ad altri?».

Il consigliere rende noto che dopo diverse settimane la richiesta è rimasta inevasa e, dopo la polemica seduta consigliare di lunedì, “Piacenza Expo” ha risposto al Comune che “non ritiene legittima la richiesta”, per questo non fornirà i dati. «Il Comune c’è quando bisogna ripianare le perdite e aumentare i compensi dell’ente fieristico - è il commento polemico di Papamarenghi -, mentre l’ente fiere non c’è quando deve comunicare i suoi costi. Iniziamo a pensare male, a partire dagli 8mila ingressi dichiarati per la recente fiera dei vini. È l'unica azienda al mondo che non fornisce ai proprietari né i costi che sostiene, né gli incassi delle fiere e delle sue attività».

Il direttore generale del Comune, Luca Canessa, ha esortato il presidente Giuseppe Cavalli a fornire entro cinque giorni i dati richiesti. «Intanto chiediamo provvedimenti seri a carico del presidente e poi lo faremo convocare dalla commissione consiliare a stretto giro. Stiamo valutando anche di inviare queste risposte negative alla Corte dei Conti».

«Parlo - conclude - a nome della civica: la situazione sta andando oltre il paradosso». Potreste arrivare a chiedere le dimissioni di Cavalli? «Non chiederemo “un passo indietro”. Ma vanno chiariti i doveri di questo rappresentante del Comune, tra l’altro non voluto da una parte della maggioranza stessa che lo ha indicato. La nostra Civica, al momento della sua riconferma, non ha espresso un parere netto sulla sua figura, perché non contestiamo il suo nome. Ma questo atteggiamento, che sta mostrando ora, in passato non c'era. Non si sta mostrando all’altezza della situazione, serve un comportamento diverso e più operativo».

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