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«Prostituzione lontano dalle zone sensibili», passa la proposta leghista

Una mozione di Cappucciati (Lega) fa discutere il Consiglio ma incassa l’ok della maggioranza: per contrastare il degrado prostitute allontanate dalle vicinanze di chiese, scuole, centri anziani e ospedali. Critiche dall’opposizione: «Solo demagogia e bigottismo»

Prostituzione: la maggioranza prova a contrastarla con una mozione che ha l’obiettivo di tamponare il fenomeno in città, molto spesso vicino a luoghi sensibili e all’interno di zone non periferiche. La mozione è stata depositata un anno fa, ma è approdata ed è stata approvata soltanto nella seduta di Consiglio comunale del 10 giugno. Prima firmataria la leghista Lorella Cappucciati, appoggiata da diversi colleghi di partito e di Fratelli d’Italia.

Nel testo – approvato con i voti di tutta la maggioranza, contrari il Pd, Piacenza in Comune, Dagnino (M5s), astenuto Pugni (M5s) Lorella Cappucciati Carlo Segalini-2e non partecipanti Liberi - si chiedono «controlli serrati, con cadenza mensile, all’interno dei centri massaggi cinesi», «l’allontanamento immediato per tutte le prostitute che vengono trovate a praticare la prostituzione in strada entro 500 metri dai luoghi sensibili (scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture sanitarie, luoghi di aggregazione giovanile, centri anziani)». Poi, ancora, «una multa per le prostitute colte nuovamente nell’esercizio entro i 500 metri» e «l’istituzione di una linea telefonica per segnalare le cosiddette “case per appuntamenti” a luci rosse, che sia d’aiuto anche per le donne vittime di sfruttamento». Meglio trasferire il fenomeno – si legge - «in luoghi leciti», perché in strada «crea degrado». Tutto questo, è l’auspicio di Cappucciati, che si vada incontro a livello nazionale alla riapertura delle case chiuse.

«Possiamo aumentare i controlli – ha dato il suo parere favorevole l’assessore alla sicurezza Luca Zandonella - nei centri massaggi come stiamo già facendo contro la prostituzione in strada. Giusto individuare zone sensibili della città come già avviene per le slot machines e il gioco d’azzardo: potremmo sfruttare anche la stessa planimetria. E giusto non sanzionare inizialmente le prostitute, che devono essere coinvolte e aiutate. Quando c’è la sanzione queste donne hanno paura a farsi coinvolgere per il timore di dover pagare la multa. Per quanto riguarda la linea telefonica potremo fare un numero direttamente nostro o potenziare quello del Telefono Rosa».

Ovviamente la proposta del centrodestra ha scatenato un lungo dibattito. Per la maggioranza è necessario fare qualcosa per evitare il dilagare del fenomeno anche in luoghi come chiese, scuole e luoghi di aggregazione giovanile. «Oggi parlare di prostituzione non è più un tabù – ha esordito il leghista Nelio Pavesi - in passato era un argomento scabroso, soprattutto fino alla legge Merlin. La prostituzione rimase legale, però abolì le case chiuse, 560 postriboli su tutto il territorio nazionale. Così il fenomeno si è tutto spostato sulle strade, con gravi conseguenze». «Aumentare i controlli aiuta sicuramente – ha aggiunto Gloria Zanardi (Fratelli d’Italia) - per combattere il fenomeno. Ho sempre detto che è meglio avere a Piacenza un quartiere a luci rosse piuttosto che la situazione attuale». «Qui nessuno del centrodestra – è il parere del capogruppo di Fd’I Giancarlo Migli - ha la presunzione di risolvere il fenomeno della prostituzione a Piacenza, né vogliamo nascondere la polvere sul tappeto. Ma è possibile che a Le Mose ci siano le prostitute sul sagrato della chiesa? Per questo abbiamo proposto questa mozione, una questione di igiene, decoro e sicurezza. Legittime le nostre richieste, non è demagogia e propaganda». «L’unico strumento per togliere dalla strada il fenomeno – è intervenuto Davide Garilli (Lega) - è riaprire le case chiuse: luoghi controllati e protetti per svolgere questa mansione».

 

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