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Regione, oggi la prima assemblea. Bonaccini: «Piacenza con Parma»

È convocata per il 29 dicembre la prima seduta della nuova assemblea dell'Emilia Romagna. Bonaccini intanto illustra le sue idee di "aree vaste": «Anticipiamo la riforma sugli enti locali, prima del 2017 avremo solo 4 province. Piacenza andrà con Parma»

È convocata per le ore 10 del 29 dicembre la prima seduta della nuova Assemblea legislativa, scaturita dalle elezioni regionali del 23 novembre scorso. A siglare la convocazione la presidente uscente, Palma Costi. All’ordine del giorno, dopo l’insediamento dei neo consiglieri, l’elezione dell’Ufficio di presidenza dell’Assemblea, composto dal presidente, da due vicepresidenti, due segretari e due questori. In apertura dei lavori la costituzione dell'Ufficio di presidenza provvisorio formato da tre consiglieri: il più anziano di età, che fungerà da presidente e che guiderà la prima seduta fino all’elezione del nuovo presidente, e i due più giovani, uno per ciascun genere, che avranno il ruolo di segretari. Si procederà quindi alle quattro elezioni separate per eleggere i componenti del nuovo Ufficio di presidenza (presidente, vicepresidenti, segretari e questori). Il voto sarà palese, a meno che non venga richiesto il voto segreto da almeno un quinto dei 50 consiglieri regionali.

Il presidente verrà eletto a maggioranza dei quattro quinti dell’Assemblea, saranno quindi necessari i voti a favore della candidatura proposta da parte di almeno quaranta consiglieri. Nel caso in cui, dopo due scrutini, nessun candidato abbia ottenuto la maggioranza richiesta, ci sarà una terza votazione, da tenersi di diritto il giorno successivo, per la quale sarà sufficiente la maggioranza dei voti dei consiglieri regionali, quindi 26 voti a favore. Se anche questa votazione non dovesse raggiungere il quorum richiesto, si procederebbe con la necessaria presenza della maggioranza dei consiglieri in carica e risulterebbe eletto chi avesse ottenuto il maggior numero di voti o, in caso di parità, il più anziano di età. Per quanto riguarda l’elezione degli altri componenti dell’Ufficio di presidenza, ogni consigliere vota un solo nome. Risulteranno quindi eletti, per ogni scrutinio, i due consiglieri che avranno ottenuto il maggior numero di voti. In caso di parità, risulterà eletto il candidato più anziano di età.

I consiglieri piacentini eletti in Regioni, in seguito alle consultazioni del 23 novembre, sono stati Gianluigi Molinari e Paola Gazzolo (Pd), Tommasto Foti (Fratelli d’Italia) e Matteo Rancan (Lega Nord). Paola Gazzolo riveste inoltre il duplice ruolo di assessore all’ambiente, alla protezione civile e alla difesa del territorio.

Ma a far discutere sono già le intenzioni del presidente Bonaccini. In un’intervista a “La Gazzetta di Modena” il presidente ha annunciato la volontà di anticipare la riforma Delrio sugli enti locali nella nostra Regione. «Faremo da apripista in Italia – ha dichiarato – e anticiperemo l’abolizione delle Province. Non più 9 province, ma 4 aree vaste». La Romagna verrà accorpata in un unico ente, Modena sarà con Reggio, Bologna con Ferrara e Piacenza con Parma. Su quest’ultima ipotesi, l’accorpamento della provincia di Piacenza con quella di Parma, pende però un primo progetto iniziale, che prevedeva di costituire una “grande Emilia” con le quattro province unite di Reggio Emilia e Modena.

AGGIORNAMENTO ORE 11.30

Simonetta Saliera è il nuovo presidente dell'assemblea regionale: succede a Palma Costi. Fabio Rainieri (Lega Nord) e Ottavia Soncini (Pd). Il piacentino Matteo Rancan (Lega Nord) è stato eletto segretario del nuovo ufficio di presidenza insieme a Yuri Torri (Sel). Un incarico anche per Tommaso Foti (Fd'I), sarà questore dell'ufficio di presidenza insieme a Giorgio Pruccoli (Pd).

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Foti (Fd’I-An) a Bonaccini: «Piacenza non sarà mai una dépendance di Parma»

 «Che il Presidente della regione Emilia-Romagna si ponga oggi l’obiettivo di abolire le province entro il 2017, quando alcuni mesi fa il Presidente del Consiglio annunciava agli italiani di averle abolite, è la conferma che la sinistra al più sa prendere in giro gli elettori, ed è incapace di governare». Lo afferma il consigliere regionale Tommaso Foti (Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale). Ciò che però appare davvero stupefacente è che, nel corso di una visita domenicale a Reggio Emilia e ancora prima di essere nel pieno dei suoi poteri - continua la nota - il Presidente Bonaccini  si diletti a disegnare un nuovo quadro istituzionale dell’Emilia-Romagna, accorpando ora questa, ora quella provincia, incurante delle tradizioni dei territori e preoccupandosi unicamente di arrivare primo nella tragicomica gara dello sfascio dello Stato promossa dal duo Renzi-Del Rio.

Infatti, con la scusa di creare quattro aree vaste - aggiunge Foti -  il Presidente della Regione annuncia il futuro accorpamento di Piacenza con Parma e di Reggio Emilia con Modena, premessa per una futura area ancora più ampia che, da sola, comprenda tutti i comuni posti tra il territorio di Piacenza e quello di Modena. Neppure al tempo dei ducati si arrivò a tanto, ma il novello zar dell’era Renzi ha fretta di passare alla storia e, quindi, poco gli importa se prende fischi per fiaschi.

Sappia però Bonaccini da subito - osserva il consigliere di Fd’I-AN - che non tutti gli amministratori e non tutti i territori saranno proni e supini ai suoi voleri. Se pensa di fare di Piacenza una dépendance di Parma si accorgerà di cosa sono capaci i piacentini e, soprattutto, si renderà conto che la sconfitta conseguita in terra piacentina alle recenti elezioni regionali sarà, per lui e per i suoi adepti, un momento felice rispetto a quanto di ben più doloro gli riserverà il futuro. A Piacenza la sinistra non passa - conclude Foti - tanto meno quando pretende d’imporre i propri voleri con quell’arroganza che le è propria. Di creare un’area vasta proprio non se ne parla e, in ogni caso, non sarà comunque Bonaccini a deciderlo sulla testa dei piacentini. Quei piacentini ai quali, come i fatti dimostrano, converrebbe assai entrare a far parte della Lombardia, anziché continuare a vedere il proprio territorio trattato come terra di conquista da parte di un sedicente padrone del vapore, quale il Presidente della Regione ritiene di essere».

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