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Venerdì, 26 Aprile 2024
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«Saremo obbligati a bruciare i rifiuti provenienti da altre province»

Intervento del movimento 5 Stelle di Piacenza. «Trespidi, Dosi e Freda non hanno letto il Piano regionale sui rifiuti. Per far funzionare l'inceneritore di Piacenza, con il calo dei rifiuti solidi urbani e l'aumento della differenziata, dovremo prendere anche i rifiuti di altri»

«In relazione alle recenti dichiarazioni del sindaco e dell'assessore Freda siamo sconcertati dall'apprendere che il sindaco non ha potuto visionare il Piano Regionale Rifiuti, e siamo stupiti dalle dichiarazioni dell'assessore Freda che a quanto pare non lo ha letto». Sulla vicenda rifiuti di Parma e l'ipotesi che vengano destinati a Piacenza, interviene anche il Movimento 5 Stelle di Piacenza.

«Prima di tutto - dicono i grillini - noi abbiamo ricevuto l'11 settembre il Piano Regionale Rifiuti dai nostri consiglieri regionali, così come avrebbero potuto far pervenire ai loro colleghi consiglieri comunali, tutti i consiglieri regionali di tutti i partiti presenti in regione. In secondo luogo il Piano regionale nelle pagine che alleghiamo recita: “la provincia di Parma conferisce i rifiuti indifferenziati, previo trattamento meccanico, agli inceneritori di Piacenza e Reggio Emilia e in parte fuori regione”. Questo Piano si riferisce al periodo 2010, ma nel maggio 2012 l'inceneritore di Reggio Emilia è stato spento, pertanto pensiamo che tutti i rifiuti di Parma siano stati indirizzati a Piacenza, ma attendiamo una risposta sul punto da Iren».

«Ci chiediamo quindi come possa l'assessore Freda dichiarare quanto abbiamo letto questa mattina sui giornali. Vale a dire il suo no secco a bruciare i rifiuti di Parma nell'inceneritore di Piacenza, assieme al no del sindaco Dosi e del Presidente della Provincia Trespidi, i quali non hanno ovviamente letto il citato Piano. Inoltre il sindaco dichiara che il nostro inceneritore non funziona a pieno regime. Pensate che Iren ha anche fatto una proposta di ampliamento dell'impianto, bloccata anche dalla presentazione di osservazioni presentate dal M5S ben prima della campagna elettorale».

«Vogliamo quindi far capire alla cittadinanza che anche se noi non bruciassimo i rifiuti di Parma, per poter far funzionare al meglio l'inceneritore dovremmo comunque importare rifiuti da altre province, proprio perchè con l'aumentare della raccolta differenziata, i rifiuti indifferenziati stanno continuando a diminuire».

«Nell'ultimo Consiglio comunale già avevamo fatto un intervento per chiedere alcune delucidazioni ai dirigenti di Iren presenti,che vi riproponiamo: In relazione allo smaltimento dei rifiuti chiediamo che anche a Piacenza sia fatta una verifica circa i metodi di smaltimento dei rifiuti, vorremmo conoscere gli impianti che ricevono i rifiuti differenziati, la qunatità di rifiuti differenziati che ricevono, l'entità del contributo ambientale che si percepisce, la correttezza delle procedure e di conoscere con certezza la qualità e quantità di rifiuti che entrano nell'inceneritore. Sappiamo infatti che i rifiuti sono diminuiti a fronte di un 'impianto che per funzionare al meglio deve avere rifiuti costanti e raggiungere sempre la massima capacità e temperatura per non alterare i fumi altamente nocivi prodotti dall'impianto, che in caso di ridotto funzionamento e calore aumentano la presenza di sostanze cancerogene. Abbiamo a disposizione in Italia e all'estero tanti esempi di riciclo, recupero e riutilizzo dei materiali di scarto, tali per cui sarebbe possibile pensare a una totale dismissione dell'inceneritore a Piacenza. Ci auspichiamo che tale strada venga seguita sempre più nell'interesse della collettività, sia per ottimizzare le risorse che il pianeta terra ci mette a disposizione, sia per non bruciare e quindi letteralmente buttare al vento i materiali post consumo che sono ancora materiali che devono essere riutilizzati in ogni modo possibile. Anche a Piacenza sarebbe importante incentivare la aziende che volessero occuparsi di riciclo dei materiali e, stante la crisi economica in atto, dare la possibilità di creare fabbriche che oltre a produrre beni riciclati potessero anche creare posti di lavoro. Chiediamo a questo consiglio quindi di affrontare un lungo percorso che potremmo intraprendere tutti assieme senza bandiere né cappelli per far si che Piacenza si riappropri delle cose essenziali, cioè di beni e servizi che non è possibile assoggettare alle logiche di mercato. Noi anche ascoltando i vari interventi sui quotidiani dei rappresentanti del consiglio di amministrazione di IREN e dei sindaci interessati, pensiamo che in merito a Iren la strategia vada completamente cambiata e che Piacenza possa incidere anche sugli altri sindaci per attuare questo cambiamento».

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