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Stupratori e pedofili, la Lega in Regione chiede di introdurre la castrazione chimica

Un progetto di legge alle Camera per introdurre nel nostro ordinamento il trattamento farmacologico di blocco androgenico totale per coloro che commettono reati sessuali, in particolare a danno di minori. Lo chiede il gruppo regionale della Lega Nord

Un progetto di legge alle Camera per introdurre nel nostro ordinamento il trattamento farmacologico di blocco androgenico totale per coloro che commettono reati sessuali, in particolare a danno di minori. Lo chiede il gruppo regionale della Lega Nord, primo firmatario Matteo Rancan, con un documento depositato in Assemblea Legislativa a Bologna. 

“La proposta di legge, che si compone di un solo articolo  -spiega Rancan -, trova motivazione nella necessità, oltre che di assicurare un’adeguata pena per chi commette tali feroci delitti, anche di abolire la possibilità che i colpevoli dei suddetti crimini possano ripeterli, considerato l’elevato tasso di recidiva che essi presentano. La mancanza di adeguate misure sanzionatorie e di prevenzione nell’ambito della disciplina penale vigente per questi reati – continua - è convalidata dalle sempre più frequenti notizie di cronaca relative ad aggressioni e violenze a sfondo sessuale, ancor più gravi quando sono in danno di minori, e nella maggior parte dei casi da parte di recidivi”.

“Il trattamento farmacologico, oltre a essere previsto anche in ordinamenti di altri Paesi, quali ad esempio Stati Uniti d’America, Germania, Danimarca, Svezia, Francia e Spagna – continua il consigliere leghista - rappresenta una misura nel contempo deterrente, preventiva e risolutiva. Per questo – spiega – chiediamo che i condannati per i reati di cui agli articoli 609-bis, 609-ter, 609-quater, 609-quinquies e 609-sexies del codice penale possano essere sottoposti al trattamento farmacologico di blocco androgenico totale, previa valutazione da parte del giudice della pericolosità sociale e della personalità del reo, nonché dei suoi rapporti con la vittima del reato. Nel provvedimento il giudice deve indicare il metodo da applicare e la struttura sanitaria pubblica nella quale eseguire il trattamento stesso”.

“Il trattamento – aggiunge Rancan - deve essere comunque adottato nei casi di recidiva e qualora tali reati siano stati perpetrati a danno di minori. La civiltà di un Paese – conclude - si dimostra anche dall’attenzione che si pone nella tutela delle donne e dei minori. Ci auguriamo ora che il Pd non voglia alzare le barricate strumentalmente, ma voglia discutere la nostra proposta nel merito inviando poi il documento alle Camere”. 

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