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Simboli, riti e resilienza al dolore: a XNL due mostre con opere di Carol Rama, Berlinde De Bruyckere e Andrea Sala

Le esposizioni, realizzate in collaborazione con l’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Piacenza-Bobbio, saranno aperte al pubblico fino al 30 giugno

Nella galleria al piano rialzato l’emozione intima e dirompente generata dalle monumentali sculture di Berlinde De Bruyckere e dalle sofisticate incisioni di Carol Rama, e al primo piano il giardino di opere creato da Andrea Sala, in cui oggetti liturgici provenienti dai depositi diocesani si confondono con le sculture fragili e preziose dell’artista, realizzati in terracotta, ceramica e vetro. E poi il/la Dolente, opera proveniente dal patrimonio delle collezioni della Diocesi di recente attribuita all’illustre scultore rinascimentale Giovanni Angelo Del Maino, che è stata oggetto di uno studio di restauro accuratamente documentato in mostra.
Si sono aperte al pubblico questa mattina in XNL, il centro dedicato ai linguaggi del contemporaneo della Fondazione di Piacenza e Vigevano, i due nuovi capitoli del ciclo espositivo Sul Guardare, curato dalla direttrice di XNL Arte Paola Nicolin, che invita gli artisti del presente a rileggere e interpretare il patrimonio diffuso in musei e collezioni della città di Piacenza. Gli Atti 2° e 3° di questo percorso (liberamente ispirato alla serie televisiva Ways of Seeing ideata nel 1971 da John Berger per la BBC), sono stati realizzati grazie alla collaborazione con l’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Piacenza-Bobbio e il suo Direttore Manuel Ferrari e con il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale.
Alla presentazione, oltre alla curatrice del progetto Paola Nicolin e all’artista Andrea Sala, sono intervenuti Mario Magnelli, vicepresidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Manuel Ferrari in rappresentanza della Diocesi, l’assessore Fabrizio Brianzi per il Comune di Piacenza, Alexandra Wetzel, co-curatrice della sezione dedicata a Carol Rama, e Sara Abram, la direttrice del Centro Restauro e Conservazione La Venaria Reale, che ha condotto lo studio sulla scultura della Dolente illustrato ai visitatori dalle restauratrici Paola Buscaglia e Valeria Ponza.
Nel presentare le nuove mostre «che proseguono il cammino dell’istituzione come luogo di dialogo tra le collezioni piacentine e l’arte contemporanea, fra memoria e innovazione, per valorizzare il passato con gli occhi del presente», Mario Magnelli, oltre a ringraziare i fautori dell’iniziativa e le autorità civili e militari presenti, ha sottolineato il ruolo fondamentale di Rete Cultura Piacenza nell’operazione: «La rete delle istituzioni culturali piacentine sta operando in modo congiunto per dar vita a proposte articolate e di valore per i piacentini, e per promuovere il territorio verso l’esterno».

«Siamo onorati di poter lavorare con due giganti del XX e XXI secolo come Carol Rama e Berlinde De Bruyckere – è il commento della curatrice delle mostre Paola Nicolin, direttrice della sezione Arte di XNL –. Due donne potenti e poetiche insieme, che attraverso il loro lavoro ci parlano di dolore e bellezza oggi e sempre. Con Andrea Sala diamo voce a un artista italiano che da anni racconta la storia degli oggetti che ci circondano e dei loro significati simbolici. Quelle che si aprono sono due mostre all’insegna di importanti collaborazioni: il Centro Conservazione e Restauro la Venaria Reale e l’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi, che hanno reso possibile l’operazione di restituzione di un’opera d’arte rinascimentale di un autore cruciale per la storia della città di Piacenza, quale è Del Maino. Pensiamo che le esposizioni servano a questo: raccontare storie di bellezza e conoscenza e portarne consapevolezza alla comunità».
In merito al progetto, il direttore Manuel Ferrari ha sottolineato l’importanza e la bellezza – per le collezioni diocesane - di “porsi sul sagrato”, inteso come luogo d’incontro fra sacro e profano: «Sottoporre il nostro patrimonio allo sguardo degli artisti contemporanei ci rivela come esso rappresenti ancora oggi una riserva importante di significati. Comprenderli o meno dipende da chi guarda e dal come guarda».

LE DUE MOSTRE
Sul Guardare Atto 2 – Berlinde de Bruyckere, Giovanni Angelo Del Maino, Carol Rama
a cura di Paola Nicolin con la collaborazione di Alexandra Wetzel 

2 marzo – 30 giugno 2024
Piano rialzato – XNL Piacenza

Un inedito dialogo tra due sofisticate e incisive artiste del XX Secolo, Berlinde de Bruyckere e Carol Rama, attorno a un’importante opera proveniente dal patrimonio delle collezioni della Diocesi intitolata Dolente, di recente attribuita allo scultore rinascimentale Giovanni Angelo Del Maino e proveniente dalla chiesa di Sant’Eufemia in Piacenza. L’opera, realizzata nei primi decenni del XVI Secolo e testimonianza del sentire fortemente contemporaneo dell’artista, è stata sottoposta a uno studio di restauro intrapreso dal Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale che si è preso cura di analizzare l’anima dell’opera «Non per “riportarla all’antico splendore” – come ha sottolineato Sara Ambram durante la presentazione – ma per comprendere quante volte e come, nei secoli, la scultura sia stata presa in cura dalla comunità affinché potesse entrare in relazione con le persone di quel tempo».
Nell’ambito della mostra, Dolente diventa spunto per riflettere sulla resilienza al dolore tra vulnerabilità e forza, instaurando un dialogo con le opere di due artiste che hanno anticipato ricerche e attitudini di generazioni più recenti.
Le opere grafiche di Carol Rama svelano la forza delicata della sua arte: fiori, mani, pugni, parche e volti appaiono nel buio dello spazio come voci laterali eppure potentissime.
Dall’altro lato le sculture e i disegni di Berlinde de Bruyckere, protagonista quest’anno di una mostra personale a Venezia presso l’Abbazia di San Giorgio Maggiore in occasione della prossima Biennale Arte, sono incursioni in uno spazio intimo e domestico, seppur monumentali nelle loro dimensioni: letti sovrastati da cumuli di coperte, corpi in metamorfosi tra essere umano e forme naturali scandiscono il ritmo dello spazio e parlano nel silenzio di protezione e soffocamento, memoria collettiva e intimità, bellezza e lacerto. 


Sul Guardare Atto 3 – Andrea Sala 
a cura di Paola Nicolin

date
2 marzo – 30 giugno 2024
Primo Piano – XNL Piacenza

Protagonista del terzo atto della serie Sul Guardare è Andrea Sala (Como, 1976), artista italiano cresciuto professionalmente tra l’Italia e il Canada, le cui sculture riflettono l’interesse per la cultura del progetto e la ricerca sui processi, che nascono dalla fascinazione per materiali spesso fragili come la terracotta e la ceramica.
La peculiare sensibilità verso la poetica dei materiali e del display di Sala dialoga qui con opere provenienti dai depositi del palazzo vescovile di Piacenza, dove l’artista ha selezionato oggetti come custodie, paramenti liturgici, contenitori, coppe, candelieri, e li ha rimontati entro una nuova cornice che ne ribalta la prospettiva, accompagnandoli con una selezione di sue nuove sculture in ceramica e disegni realizzati per l’occasione.
«Questo progetto - afferma Andrea Sala - è importante proprio perché sono stato chiamato a fare qualcosa che nella mia pratica artistica è una costante. Mi interessa far entrare lo spettatore in un meccanismo di rielaborazione di particolari strutture linguistiche culturali, in questo caso il rito, il simbolo e i relativi oggetti appartenenti al sacro, contaminandole con altre forme, usi e significati».
Tema della mostra è una riflessione sull’involucro, su ciò che avvolge, sia esso una veste, una scatola, una coperta, un ventre. Lo sguardo dell’artista sugli oggetti, privo di connotazione religiosa, offre l’occasione di ragionare su ciò che contiene per capire meglio ciò che è contenuto. Queste forme perfette sono “contenitori del sacro” e insieme raccontano di storie, di viaggi, di riti, di solitudine e intimità così come di moltitudini in processione, di pace e di guerre, di conversioni e sottomissioni, di sfarzo e povertà, di vita e di morte. 

Le mostre rimarranno aperte al pubblico fino al 30 giugno, ogni venerdì, sabato e domenica dalle ore 10.30 alle ore 19.30.

LE ALTRE ESPOSIZIONI DEL CONTEMPORANEO IN CITTÀ
In occasione delle inaugurazioni XNL, insieme alla rete di Aperto, ricorda le altre esposizioni la rete di Aperto ricorda le mostre d’arte contemporanea in città.

ALFABETO BIANCO | Via Nova 53, Piacenza
Gordon Matta-Clark / Giorgio Andreotta Calò donna Kukama Hans Schabus
Gordon Matta-Clark / Antonio Ottomanelli
Fino al 15 marzo
Dal mercoledì al sabato dalle ore 14 alle 19

Spazio BFT | Vicolo Edilizia 25, Piacenza
SOPRANNATURALE, a cura di G. Gammarota. Collettiva internazionale di fotografia ideata e realizzata da RED ALB GALLERY.
Fino al 9 marzo 2024
Mercoledì, venerdì e sabato dalle ore 17 alle 19

UNA galleria | via Sant’Antonino 33, Piacenza
Me ilumino de inmensidad, la prima mostra di Micaela Piñero (*1990 Buenos Aires) in Italia, a cura della galleria Constitución di Buenos Aires.
Fino al 18 maggio 2024
mar-ven: 16:00 – 19:00 | sab 10:00 – 13:00 & 16:00 pm – 19:00 + su appuntamento

RIFERIMENTI BIOGRAFICI
Berlinde de Bruyckere
Berlinde De Bruyckere nasce nel 1964 a Gent, in Belgio, dove tuttora vive e lavora.
Nelle sue opere, De Bruyckere esplora la trasformazione, la trascendenza e la riconciliazione dei corpi (animali, umani o inanimati) di fronte alla mortalità. L’artista trae spesso ispirazione dall’eredità degli antichi maestri europei e dall’iconografia cristiana, oltre che dalla mitologia e dal folclore. Storie e immagini già esistenti diventano il punto di partenza per creare nuove narrazioni suggerite dalla scelta e dalla manipolazione dei materiali.
Dalla sua prima mostra a metà degli anni Ottanta, le sculture e i disegni di De Bruyckere sono stati oggetto di numerose esposizioni, personali e non, presso prestigiose istituzioni di tutto il mondo. Tra queste spiccano: No Life Lost, Artipelag, Stoccolma, Svezia (2024); Crossing a bridge on fire, Centro Cultural de Belem, Lisbona, Portogallo (2023); City of Refugee I, Commanderie de Peyrassol, Flassans sur Issole, Francia (2023); City of Refugee II, Diocesanum Museum Freising, Freising, Germania (2023); Berlinde De Bruyckere. PLUNDER/ EKPHRASIS, MO.CO, Montpellier, Francia (2022); Berlinde De Bruyckere, PEL/ Becoming the figure, Arp Museum, Remagen, Germania (2022); Berlinde De Bruyckere. Engelenkeel, Bonnefantenmuseum, Maastricht, Paesi Bassi (2021); Aletheia, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2020); It almost seemed a lily, Hof Van Busleyden, Mechelen, Belgio (2019); Il Mantello (5x5x5 evento per Manifesta 12), Chiesa di Santa Venera, Palermo (2018); Berlinde De Bruyckere, Sara Hilden Art Museum, Tampere, Finlandia (2018); Embalmed, Kunsthal Aarhus, Danimarca (2017); Berlinde de Bruyckere. Suture, Leopold Museum, Vienna, Austria (2016) Berlinde De Bruyckere. No Life Lost, Hauser & Wirth New York (2016); Berlinde De Bruyckere. Penthesilea, Musée d’Art Moderne et Contemporaine, Strasburgo, Francia (2015); Berlinde De Bruyckere. The Embalmer, Kunsthaus Bregenz, Bregenz, Austria (2015); Berlinde De Bruyckere. The Embalmer, Kunstraum Dornbirn, Dornbirn, Austria (2015); Berlinde De Bruyckere, Gemeentemuseum Den Haag, L’Aja, Paesi Bassi (2015); Berlinde De Bruyckere. In the Flesh, Kunsthaus Graz, Graz, Austria (2013); Philippe Vandenberg & Berlinde De Bruyckere. Innocence is precisely: never to avoid the worst, De Pont Museum of Contemporary Art, Tilburg, Paesi Bassi (2012), poi data in prestito a La Maison Rouge – Fondation Antoine de Galbert, Parigi, Francia (2014); We are all Flesh, Australian Centre for Contemporary Art, Melbourne, Australia (2012); The Wound, Arter, Istanbul, Turchia (2012); Mysterium Leib. Berlinde De Bruyckere im Dialog mit Cranach und Pasolini, inaugurata presso il Kunstmuseum Moritzburg, Halle, Germania, e poi data in prestito al Kunstmuseum Bern, Svizzera (2011); DHC / ART Foundation for Contemporary Art, Montreal, Canada (2011); e ‘E.n’, De Pont Foundation for Contemporary Art, Tilburg, Paesi Bassi (2005). 
Nel 2013, De Bruyckere è stata selezionata per rappresentare il Belgio alla 55ª Biennale di Venezia, dove ha presentato la sua opera monumentale Kreupelhout - Cripplewood, nata dalla collaborazione con il romanziere premio Nobel J.M. Coetzee.
Recentemente De Bruyckere ha esteso il suo campo di attività alle arti dello spettacolo e lavora come scenografa in stretta collaborazione con la fotografa Mirjam Devriendt. I suoi progetti includono: Mariavespers, Holland Festival, Amsterdam, Paesi Bassi (2017); Nicht Schlafen Les Ballets C de la B, Ruhrtriënnale, Bochum, Germania (2016), approdato anche al teatro Sadler’s Wells di Londra (2017), e Penthesilea La Monnaie, Bruxelles, Belgio (2015).

Carol Rama 
Carol Rama (Torino 1918) è un’artista autobiografica. Ogni personaggio, ogni oggetto che compare sulla scena dell'opera trova il suo riscontro nella storia e nella memoria di Carol. Corpi femminili troncati, dentiere, letti, sedia a rotelle, animali, scarpe e simili sono i soggetti dei primi acquerelli, che negli anni della loro nascita - 1936-46 - furono talmente anacronistici da risultare inaccettabili. Questi lavori riflettono le angosce e le fantasie di una giovane donna, di colpo confrontata con gli aspetti più traumatici della vita, dopo un'infanzia piuttosto protetta nella casa paterna. In questi anni nasce anche una seria di acqueforti intitolate Le Parche.
Negli anni Cinquanta Carol sente il bisogno di uscire dai confini dell'autobiografia ed entra a far parte del gruppo del MAC (Movimento Arte Concreta) torinese, elaborando un suo personale concetto di astrazione. A partire dagli anni Sessanta la sua ricerca torna a scovare nel suo repertorio intimo, unendo la realtà di oggetti usati al suo intrinseco estro pittorico. Nascono dei dipinti, definiti "bricolages" dall’amico Edoardo Sanguineti, che accompagna Carol e la sua opera a partire dagli anni Sessanta con poesie e presentazioni autentiche e bizzarre. Gli amici hanno un grande ruolo nella vita di Carol, a cominciare dalle persone conosciute nella sua città, Torino, come Felice Casorati, Albino Galvano, Italo Calvino, Massimo Mila, Carlo Mollino e molti altri. Durante i soggiorni negli anni 70 con il suo gallerista Anselmino a Parigi e a New York conosce Andy Warhol, Orson Welles e soprattutto Man Ray, con il quale continua a frequentarsi fino alla morte di lui.
Il lavoro degli anni 70 è insieme intimo e di ampio respiro: su formati spesso considerevoli, Carol Rama stende delle camere d'aria di bicicletta che le ricordano la fabbrica di biciclette del padre imprenditore. Le camere d'aria, spesso usurate riparate rattoppate, creano una superficie viva, pittorica, con un effetto visivo e tattile simile alla pelle umana.
Nel 1980, l'artista ha un incontro fondamentale con Lea Vergine, la quale la include nella sua mostra itinerante sulle grandi artiste del Novecento, chiamata "L'altra metà dell'avanguardia", con numerosi lavori degli anni '30 e '40. Curata da Lea Vergine le viene allestito nel 1983 la prima mostra antologica nel Sagrato del Duomo di Milano. Ora viene apprezzato il lavoro dei primi anni, e questo è forse una delle ragioni per cui Carol torna all'inizio degli anni Ottanta alla figurazione con delle opere piene di fantasia, di bizzarrie, di racconti accennati e allusioni mitiche e leggendarie. Negli anni Novanta a disegni, collages e dipinti si affiancano le incisioni, nate grazie alla felice collaborazione con lo stampatore, gallerista ed editore Franco Masoero. Carol Rama non ha più abbandonato il figurativo, ma col tempo le figure e i personaggi, legati sempre alla sua storia personale, si sono fatti più essenziali, quasi fossero emblemi. Alla fine del 2005 conclude la sua ricerca con le ultime opere. L’artista si spegne il 24 settembre 2015 nella sua casa a Torino.
Nel corso della sua vita Carol Rama ha avuto importanti riconoscimenti, tra cui citiamo soltanto il Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia nel 2003, il Premio Presidente della Repubblica su segnalazione dell'Accademia di San Luca di Roma nel 2010, mostre antologiche a Milano, Torino, Rovereto, Genova, Ulm, Innsbruck, Barcellona, Parigi, Dublino, New York.

Giovanni Angelo Del Maino
L’intagliatore pavese, nato verosimilmente a Milano intorno al 1475 e morto a Pavia nel 1536, era figlio dell’altrettanto celebre Giacomo e fratello di Tiburzio, entrambi maestri della scultura in legno.
La bottega impiantata a Milano ma in seguito trasferitasi a Pavia, divenne dal finire del Quattrocento una delle più apprezzate e si dedicò all’esecuzione di un cospicuo nucleo di opere, molte delle quali giunte sino a noi. Vale la pena di segnalare, tra le sculture intagliate da Giovanni Angelo, almeno il Cristo alla colonna di San Giovanni in Monte a Bologna (1533), l’ancona di Ardenno in Valtellina, il Compianto della parrocchiale di Gambolò (Pavia), opere assegnate agli ultimi anni di vita dell’artista, che già nel 1496 aveva eseguito insieme al padre il celebre Crocifisso della collegiata di Castel San Giovanni tuttora in loco.
Giovanni Angelo fu attivo per Piacenza e territorio soprattutto tra gli anni Venti e Trenta del Cinquecento, insieme al fratello Tiburzio. I due maestri, incaricati di approntare il gruppo scultoreo della Deposizione nel sepolcro per il monastero cittadino della Santissima Annunciata, purtroppo perduto, realizzarono anche lo splendido Altare della Passione ora al Victoria and Albert Museum di Londra, ma un tempo conservato nella chiesa piacentina di Sant’Agostino.
A Giovanni Angelo sono state nel corso del tempo riferite diverse altre opere piacentine come le statue di San Rocco delle chiese di Sant’Anna e Sant’Antonio a Trebbia, il Crocifisso della basilica urbana di San Francesco, a testimonianza di una presenza pluriennale. Ricondotto a Giovanni Angelo anche il Sant’Antonio Abate della Collegiata di Castel San Giovanni e la Madonna col Bambino conservata nella chiesa della frazione di Pievetta. Anche la scultura del Dolente, appartenente alla chiesa di Sant’Eufemia e forse in origine facente parte di un Compianto, pur se pesantemente ridipinta, è stata riconosciuta a Giovanni Angelo.
La cospicua produzione destinata a Piacenza suscitò grande ammirazione e stima verso i due fratelli Del Maino, tanto che il 3 luglio 1529 furono insigniti della cittadinanza onoraria.

Andrea Sala
Nato a Como nel 1976, Andrea Sala vive e lavora a Milano, dove si è laureato presso l'Accademia di Belle Arti di Brera. La ricerca artistica di Sala, ispirata all’estetica tradizionale e alle avanguardie del XIX secolo, in particolare nel campo del Design, dell’Architettura e delle Arti Visive in generale, trova compimento nell’essenzialità delle forme e nell’utilizzo di tecniche tradizionali applicate a materiali industriali, o viceversa. La scelta dei materiali ha un ruolo centrale nella pratica di Sala: l’artista li seleziona in base alle peculiarità intrinseche della materia, che si modifica durante tutte le fasi del processo di produzione. Osservato da vicino, esplorato nel suo farsi, esso è come un racconto, composto da pezzi da accostare, tanto enigmatico quanto evidente e manifesto come la storia della nostra cultura materiale. Questa attitudine consente di superare la compiutezza della fonte iniziale per lasciare spazio a opere sempre più “corrotte” da influenze diverse. Sala indaga il mondo dei beni industriali, in cui la funzione degli oggetti man mano si perde grazie all’effetto decontestualizzante del procedimento artistico. Seziona il mondo delle cose con cura e ossessiva scrupolosità e le trasforma in un personale alfabeto alla base di un fare sempre alla ricerca delle proprie ragioni.

XNL Piacenza è il centro dedicato allo sviluppo dei nuovi linguaggi della contemporaneità di proprietà della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Inaugurato nel 2020 e dopo un lungo stop dovuto alla pandemia, XNL ha ripreso nel 2022 la propria attività offrendosi al pubblico come luogo in cui arte, cinema, teatro e musica trovino la propria collocazione all’interno del medesimo edificio. Missione dell’istituzione, di natura pubblica e territoriale, è quella legata alla trasmissione dei saperi. S’intende dar vita a un laboratorio di innovazione culturale in cui, oltre all’esposizione e alla fruizione delle arti, si realizzi attività di ricerca e di produzione di contenuti estetici.
XNL Piacenza è organizzato in tre sezioni.
XNL Arte – Direzione artistica di Paola Nicolin: il Programma dedicato ai progetti espositivi e al dialogo tra arte e educazione.
XNL Cinema e Teatro – Direzione artistica di Paola Pedrazzini: XNL ospita il progetto Bottega XNL di alta formazione cinematografica e teatrale di Fondazione Fare Cinema e del Festival di Teatro Antico di Veleia.
XNL Musica – Direzione artistica di Maria Grazia Petrali: XNL Piacenza ospiterà, a breve, il Dipartimento di Musica elettronica e Jazz del Conservatorio Giuseppe Nicolini di Piacenza.

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