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Venerdì, 26 Aprile 2024
Locale-globale. Noi visti da fuori

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A cura di Flaviano Celaschi

Speculazioni edilizie ispaniche al quadrato

La cosa stupefacente della Costa del Sol è rappresentata dall’edilizia degli ultimi venti anni: immensi quartieri capaci di ospitare anche 500 appartamenti o case a schiera (vedi San Juan de los Terreros) costruiti in riva al mare e realizzati in nome di un “potenziale travaso” di ospiti e soprattutto di pensionati nordeuropei

La Costa del Sol è una cospicua porzione del bordo sud orientale della Spagna che si affaccia al Mediterraneo. Possiamo farla coincidere con la costa che va dalla Provincia Autonoma di Valencia fino all’Andalusia. Qualche centinaio di chilometri nei quali le montagne glabre dei paesaggi da far west della Murcia (molti western all’italiana furono girati proprio su queste montagne) si tuffano nel mare dopo aver dato spazio più o meno ampio a pianure coltivate con piantagioni di nespole, arance, viti. Alicante, Benidorm, Calps, Cartaghena, non sono nomi significativi per gli italiani che dispegnano questa parte del Mediterraneo perché da sempre fortemente attratti dalle prospicenti Isole Baleari dove la movida giovanile promette le famose notti brave tanto bramate.

Gli italiani non ci sono, in compenso tutto quanto qui è stato trasformato negli ultimi 40 anni a misura di cittadino nord europeo: inglesi, tedeschi, scandinavi, e ultimamente molti francesi, adorano questa parte della Spagna che hanno eletto a meta preferenziale non solo delle proprie vacanze estive, ma perfino della agognata pensione. I ristoranti aprono e chiudono presto, contrariamente al resto di Spagna, i giornalai espongono la stampa anglosassone, i bagnanti hanno pelle chiarissima abbondantemente spalmata con protezioni 50 e +. Tradizioni mediterranee, resti romani, cucina di pesce e di terra, piccoli centri storici ottocenteschi, ampi lungo mare affollati, aperitivi caraibici e ciringuitos, tutto scorre tranquillo per offrire agli ospiti una rinnovata tradizione di ospitalità latina.

La cosa stupefacente di questa Costa del Sol è rappresentata dall’edilizia degli ultimi venti anni: immensi quartieri capaci di ospitare anche 500 appartamenti o case a schiera (vedi San Juan de los Terreros) costruiti in riva al mare e realizzati in nome di un “potenziale travaso” di ospiti e soprattutto di pensionati che dal nord Europa avrebbero dovuto riversarsi nei prossimi anni in quei lidi, mai sazi di sole e di mare caldo.

La crisi del 2007-2017 ha fatto il resto. Il flusso degli stranieri si è rallentato fino a fermarsi, negli ultimi 5 anni molti sono invece tornati a casa o si sono trasferiti altrove, e sui lungo mare rimangono (vedi Altea) decine di agenzie immobiliari che espongono case in vendita a 35-50 mila euro l’una, oltre ad immensi quartieri semivuoti o totalmente vuoti e mai collaudati che in compenso di solo giardinaggio e guardiania costano cifre a tre zeri ogni anno. Se andate su google maps e vi fate un giro a volo d’uccello potrete confermare questi immensi dormitori pianificati collocati in alcune delle più belle location della costa.

Così partono o non arrivano più i nordisti e in cambio i madrileni fuggono appena possono dalla tremenda calura della metropoli e si fanno 6/7 ore di auto ogni weekend per cercare di ripopolare questi luoghi che anche in agosto, quest’anno, sembrano ampiamente sovradimensionati rispetto alla domanda. In tutto questo Benidorm rappresenta una cosa unica nel Mediterraneo: una Las Vegas familiare con grattacieli di proporzioni newyorkesi.

Viene spontaneo fare il confronto con il nostro sud e le nostre coste italiche. Una volta tanto possiamo dire che i veri disastri furono fatti prima e non tanto e non solo per ospitare i turisti ma per transumare gli abitanti dai paesini arroccati sulle montagne verso le moderne coste promettenti (vedi Gioiosa Ionica, e tantissimi siti della Calabria, delle Puglie, della Sicilia). Tuttavia negli ultimi 20 anni questi immensi e pessimi quartieri di ammasso turistico non sono diventati la cifra stilistica del nostro modo di fare turismo marino.

Tranne alcuni, ugualmente tragici, villaggi vacanze, il nostro modello di sviluppo turistico è stato assai diverso e meno intensivo. Forse è questo uno dei motivi per cui, a crisi leggermente tramontata, il nostro mare torna ad essere di colpo preferito ai modelli dei vicini iberici o ellenici. La trasformazione del territorio è per sempre, le case, le strade, i ponti, non sono merci che a fine vita si possono facilmente gettare via nella discarica. La velocità di pianificazione e di trasformazione del territorio è spesso citata come esempio di efficienza del Paese, ma forse non corrisponde alla necessità vera e di valore degli stessi cittadini che la richiedono. Sembra tutta una questione di saper guardare a breve termine e a lungo termine, come quando si pianta un albero o si abbatte.

Speculazioni edilizie ispaniche al quadrato

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